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Dissidenti cubani? Arrestati e condannati in base alla legge
(foto di Stefano Pacini)
(foto di Stefano Pacini) 
04 Marzo 2006
 

Cari amici della redazione de 'l Gazetin,*

al rientro dalla vacanza a Cuba ho trovato le ultime due copie del vostro mensile. Vi ringrazio per avermele inviate e per avere ospitato il mio scritto. Leggendo la rivista vedo che la polemica su Cuba è ben lungi dall'assopirsi. Gordiano Lupi continua con i suoi articoli da "giornalista indipendente" legato ai "democratici" anticastristi di Miami. Noto che continua imperterrito nel suo lavoro di disinformazione (dovrà pure campare in qualche maniera). Sono fatti suoi, anche se un po' di correttezza deontologica non gli farebbe male. Per esempio quando cita le "dame in bianco", che hanno tentato di apparentarsi alle mamme e nonne argentine di Plaza de Mayo che reclamano da decenni per conoscere la sorte toccata ai loro figli e nipoti desaparecidos, dovrebbe quantomeno citare che queste ultime hanno scritto un documento molto circostanziato nel quale sostengono che niente le lega a queste signore che definiscono alleate degli assassini dei loro cari (e non è vero che non possono uscire da Cuba, qualcuna è stata ricevuta persino da Zapatero...).

Così quando parla dei detenuti politici dovrebbe riportare anche le sentenze in base alle quali sono stati condannati. La maggior parte dei dissidenti arrestati nel corso del 2003 è stata condannata per reati stabiliti dall’art. 91 del codice penale e dalla Legge 88. L’art. 91 prevede pene da 10 a 20 anni nei confronti di chi «nell’interesse di una nazione straniera, svolge attività il cui fine è di danneggiare l’indipendenza dello Stato cubano o la sua integrità territoriale». La Legge 88 prevede pene detentive per chi è giudicato colpevole di sostenere le politiche statunitensi contro Cuba con l’obiettivo di «pregiudicare l’ordine interno, destabilizzare il paese e distruggere lo Stato socialista e l’indipendenza di Cuba». Sarebbe anche utile ricordare che queste politiche contro Cuba hanno causato la morte di circa 3.000 civili cubani e che tutti gli stati hanno legislazioni simili la cui applicazione spesso va ben oltre come nel caso dei prigionieri di Guantanamo e delle 3.000 persone scomparse negli USA dopo l’11 settembre.

Da questo è evidente la parzialità di quanto scrive Lupi. Un buon giornalista quando tratta certi argomenti dovrebbe sempre citare anche il punto di vista avverso, in questo caso la Giustizia cubana che ha condannato le persone citate da Lupi. Ma questo farebbe cadere le sue tesi.... Comunque non intendo spendere altro tempo per replicare alle stupidaggini interessate di Gordiano Lupi.

Quanto scritto da Bobus penso che si commenti da solo: è un chiaro esempio di chi parla senza cognizioni di causa. O non conosce assolutamente Cuba o sono affermazioni suggerite esclusivamente dall'odio ideologico. Contro Cuba ho letto ben altro, denigrare il Governo cubano è diventato politicamente redditizio tanto che lo fa anche la sinistra. Sempre però senza cognizioni di causa. I politici europei si arrogano il diritto di tranciare giudizi sui governi dei Paesi del Terzo Mondo, spesso senza nemmeno essere transitati in un loro aeroporto. Farebbero meglio a documentarsi e chiedersi perché hanno fallito la loro missione in Europa piuttosto che parlare di situazioni di cui dimostrano di non avere la ben che minima conoscenza. E parlare male di Cuba è diventato un'opportunità per coloro che non se la sentono di sostenere pubblicamente Hitler, Stalin, Mussolini, Pinochet, Franco, i colonnelli greci, i boia argentini e tutti i dittatori che in molte parti del mondo continuano a tiranneggiare i loro popoli.

Se poi uno sostiene di non avere la coda di paglia e si firma Bobus... penso che non meriti nessuna attenzione. Però mi è rimasto un dubbio: come ha fatto Bobus a sapere che vivo a Ponte in Valtellina? Ha interessato i servizi segreti? Debbo aspettarmi ritorsioni? Comunque sappia che io sono molto fiero che mi abbia chiamato «Gianni Minà II da Ponte in Valtellina». Gianni Minà è uno dei pochi giornalisti italiani che godono di grande credibilità in tutto il mondo (le sue inchieste e le sue interviste hanno lasciato un segno nella storia del giornalismo). Mi sarei invece molto offeso se mi avesse paragonato a Vittorio Feltri, a Paragone, a Belpietro o altri grandi "giornalisti democratici" come loro. Sappia Bobus che fino a quando ne avrò la forza non smetterò il mio impegno, iniziato fin dalla gioventù, per la giustizia, la libertà, la solidarietà, la tolleranza e la fratellanza tra i popoli. Purtroppo di questi tempi mi sembra che prevalgano ben altre logiche. Per fortuna che ai diseredati del Terzo Mondo rimane sempre la possibilità di venire a vivere nella nostra "situazione idilliaca e prosperosa" dove un lavoratore dopo quarant'anni di lavoro deve cercare di sopravvivere con una pensione di poche centinaia di Euro in una società dove per vivere decentemente ne servono alcune migliaia.

Poco dopo Natale io e mia moglie siamo andati al Teatro Amedeo Roldan all'Avana per assistere al concerto del pianista Frank Fernandez e dell’Orchestra Nazionale di Cuba (straordinario! E il Teatro era stracolmo di gente comune. Come alla Scala....). Mentre stavo parcheggiando è arrivato il ministro della cultura Abel Prieto, solo, ha parcheggiato fianco a noi, ci ha salutato ed è entrato nel teatro in mezzo a tanta gente comune. Non ho potuto fare a meno di immaginare l'arrivo di un nostro ministro, con il solito corteo di accompagnatori e guardie del corpo. Mi sono chiesto di che cosa mai avranno paura. E mi sono dato la risposta: loro sanno il perché....

Il mio intervento precedente era motivato esclusivamente dall'intenzione di invitare a riflettere sulle tematiche dei Paesi del Terzo Mondo, che non possono essere affrontate dal punto di vista di politici e giornalisti interessati. Invitavo soprattutto a chiedersi il perché dell’esistenza dei Paesi del Terzo Mondo! Per esempio domandarsi perché da noi si guadagna in un’ora di lavoro tanto quanta guadagna in un mese un lavoratore che in quei Paesi svolge la stessa attività. E questo non è dovuto al fatto che quei lavoratori siano degli incapaci, anzi, molto spesso sono più bravi di noi. Il fatto è che le regole del gioco sono state imposte, con le buone o con le cattive, dai Paesi ricchi, o capitalisti o imperialisti che dir si voglia. Io questo l’ho capito con l’esperienza pratica. Vivendo spesso a Cuba mi sono reso conto che tutto quanto viene raccontato è frutto esclusivamente della propaganda ideologica. Mi sono reso conto che quella propaganda in parte aveva contagiato anche me e che invece a Cuba non succede niente di quanto qui viene raccontato. Ci sono invece molti problemi causati soprattutto dalle ingiustizie conseguenti ad un ordine mondiale che pretende di assoggettare tutti i Paesi del globo agli interessi dei potenti. Ma di questo sono in pochi a parlarne

A volte penso di sprecare il tempo, poi fortunatamente mi rendo conto che di Gordiano Lupi e Bobus non ce ne sono poi così tanti....

Con questo chiudo il mio intervento e, ringraziando per l'ospitalità, assicuro che qualsiasi cosa venga ancora scritta sull'argomento o sulla mia persona, non troverà più nessun commento da parte mia in quanto non intendo confrontarmi con certe stupidità.

Un caro saluto libertario.

Elio Bonomi

*** *** ***


Fa davvero bene il signor Bonomi a non confrontarsi più con le mie stupidità, d'altra parte il suo degno amico Fidel Castro farebbe altrettanto. Come fa dai tempi in cui non volle confrontarsi con le stupidità democratiche che andava dicendo Huber Matos (diciotto anni di galera per aver espresso dissenso a Fidel). Le mie stupidaggini hanno un solo pregio: non sono interessate, perché non campo certo di questo. Nel caso di Gianni Minà invece vedo un interesse nettamente più preciso e un personaggio costruito all'ombra di Fidel Castro.

Certo che i dissidenti cubani sono stati condannati in base a delle leggi cubane, nessuno lo ha mai negato, il problema sta nella liberalità o meno di certe leggi. Persino il generale Ochoa venne condannato per alto tradimento sulla base di leggi cubane. Ma ve lo immaginate in Italia se Bertinotti finisse in galera per aver contestato le misure del governo Berlusconi? Potrebbe accadere se esistesse una legge che vieta la dissidenza e che parifica ogni dissenso interno a una pericolosa destabilizzazione dello Stato. Come si fa a sostenere che a Cuba esiste una situazione democratica e da Stato di diritto? Non lo so proprio.

Il signor Bonomi fa molte considerazioni sul Terzo Mondo che condivido in pieno e che mi trovano perfettamente d'accordo. La sua lotta per una società più giusta e per uno sviluppo sostenibile è anche la mia lotta. Ma non condivido niente di quello che è diventata oggi la Rivoluzione Cubana. Mi dispiace. Esprimo il mio parere in piena autonomia e libertà, così come lascio esprimere agli altri opinioni contrarie, dato che almeno in Italia la cosa è ancora possibile.

Gordiano Lupi


* L'intervento, che qui anticipiamo, comparirà sul prossimo numero del periodico mensile – ndr.


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