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Moonisa: Notizie dal fronte nigeriano (La regia occulta dell’odore del sangue).
30 Novembre 2008
 

Ogni occasione è buona, per sgozzarsi tra fratelli, in certe dimensioni, ove anime nere tramano, ai danni degli ultimi, inganni, orrori e morte, a vantaggio del meschino tornaconto più squallido e più sporco che ci sia. La mattanza è tornata a insanguinare questa terra, ove ci sono zone le cui zolle conoscono il grido dell’orrore e il rantolo del moribondo. Le menti assassine hanno ancora una volta armato la mano dei poveri e strumentalizzato le loro credenze religiose, soffiando sull’odio e scatenando il massacro. Il mondo nulla ne sa e non ne parla. Ciò che sta accadendo a Mumbay catalizza tutta l’attenzione mondiale: Terribile e spaventoso è ciò che è accaduto in India e merita l’attenzione, lo sgomento e l’allerta che sta suscitando, ma ci sono latitudini ove accadono cose della stessa gravità e passano sotto silenzio, perché non escono dai confini nazionali e, se lo fanno, ne escono mutilate nella loro essenza e nella loro sostanza. Gli odi religiosi che qui si annidano nei casolari e nei villaggi, come nelle metropoli (e che tornano comodi agl’infami privi di scrupoli che aspirano al potere), sono esca ben secca e ben pronta per i fuochi di alkaeda e, se i politici locali e il resto del mondo non lo capiscono, potrebbero mordersi le mani in regret domani. La furia omicida e fratricida ha colpito ancora la Nigeria, ma, come negli anni passati, la notizia, probabilmente, non raggiungerà l’Europa e il mondo occidentale in genere. Anni fa si disse che soltanto 100 persone avevano perso la vita nei riots del Kaduna State; per telefono mio marito mi disse di non preoccuparmi; quando giunsi a Kaduna, poco dopo, trovai i postumi di una guerra in piena regola (dove prima c’erano state case vidi ruderi pietosi e anneriti -lungo le strade uno scempio infinito) e scoprii che le vittime erano state un numero infinito e che la mattanza aveva continuato il suo corso, lasciando vecchie bruciate vive nei loro tuguri, cristiani impiccati da mussulmani, gente trucidata ovunque, nonostante la presenza dell’esercito, poiché, mentre i militari pattugliavano le strade, la gente si macellava all’interno dei rioni e nei cortili. I macellai sanguinari, anche allora, erano stati armati da qualcuno che aveva distribuito fucili e da un ramo dell’esercito che aveva distribuito uniformi. Credo che ora stia accadendo la stessa cosa.

 

I giornali dicono che tre poliziotti e altre 50 persone sono state uccise, a colpi d’arma da fuoco e di machete, tra il 27 e il 28 novembre, a Jos. Due generali, che tornavano dalla conferenza del loro Stato Maggiore -tenutasi nel Bauchi- e che erano diretti all’aeroporto di Jos, per tornare a Lagos, sono stati massacrati nella macchina, insieme all’autista della casa governativa del Bauchi, che li stava portando al Yakubu Gowon Airport. L’orda assassina non ha trovato ostacoli a contrastarla, poiché il grosso della polizia era stato dislocato nei vari seggi elettorali. Morti e feriti sono stati raccolti dai furgoni della polizia e trasportati all’ospedale universitario di Jos, all’ospedale specialistico del Plateau e all’ospedale evangelico ECWA. 40 feriti, sfigurati dal terrore più che dalle ferite, sembravano reduci da uno scontro con gli zombi: sanguinavano orribilmente dagli squarci lasciati dai machete affilati. Il resto della gente terrorizzata ha cercato rifugio nell’ospedale, per sfuggire alla furia omicida e sanguinaria. Il direttore medico in capo, il Dr Ishaia Pam, è preoccupato, per l’affollamento impossibile da gestire e invoca protezione armata contro la carneficina della gente inerme lì convenuta.

 

Il governatore dello stato del Plateau, Mr Jonah Jang, ha imposto il coprifuoco dall’alba al tramonto, venerdì 28 novembre.

Chiese e moschee sono state trasformate in inferni di fuoco. Il terrore si è sparso tra la gente, sorpresa nelle più svariate attività della vita quotidiana. Molte sono le zone messe a ferro e fuoco dalla furia omicida dell’odio religioso che, facendo da sfondo a tutto e annidandosi nelle pieghe dei recessi più nascosti degli animi, è sempre available per i politici disonesti, pronti a versare sangue a fiumi, pur di ottenere il loro tornaconto. Katako, Congo, Tudun Wada, Angwan Rogo, Abbatoir, Sarkin Mangu, Ali Kazaure, Angwan Rimi, Eto Baba, Bauchi road, Apata, Kabong, Jenta Adamu, Jenta Mangoro, Kwarafa e Zaria road sono stati, ancora una volta, teatro della furia omicida sfruttata a vantaggio di pochi. Gli Igbo traders, che trattano affari nella zona attorno a Masalachim Jumma, si sono riversati nelle strade, in difesa dei loro negozi e, intanto che c’erano, si sono mobilitati anche per difendere il seminario S. Agostino di Katako e la chiesa Nostra Signora di Fatima nell’aria di Alikazaure. Il governatore precedente dello stato, Mr Joshua Darye, ne ha approfittato per screditare il governatore Jang, ha affermato che «queste cose accadono perché si nega alla gente il diritto di scegliersi i governanti»; ha detto anche che zone di sviluppo-distretti e capi vari non vanno eliminati, perché servono a dare alla gente un senso di appartenenza, e che il presidente federale Yar’Adua dovrebbe imporsi sul governo locale e cancellare le votazioni. Il presidente Yar’Adua ha ordinato l’invio in loco delle truppe militari federali.

 

Il governatore Jang, ha dichiarato di essere desolato di aver dovuto prendere coscienza di due notizie tragicamente contrastanti, nell’arco di un tempo record: tra il rapporto sullo svolgimento pacifico delle votazioni e quello sull’esplosione della violenza e della mattanza nell’area di Ali Kazaure non sono passate che poche ore. Ha detto anche di aver subito convocato un consiglio di Stato che non avrebbe avuto la mano leggera sulle orde assassine, poi ha mostrato tutta la sua delusione di fronte a tanto spreco e tanto dolore e ha detto che non poteva capacitarsi sul perché tanta violenza fosse esplosa ancor prima che i risultati delle elezioni venissero resi noti. La famosa via Amadu Bello è stata devastata. Tutti i suoi negozi sono stati sfasciati. Articoli elettronici e tessili del valore di milioni di naira sono stati distrutti. Era difficile distinguere la gioventù forsennata e sanguinaria dai poliziotti e viceversa, poiché i massacratori indossavano le stesse uniformi (e ciò dice chiaramente che, come sempre è stato e sempre sarà, i traditori del popolo e della vita provengono dalle istituzioni, che armano la mano degli umili e li mettono in condizione di saltare gli uni alla gola degli altri e di trucidarsi nel peggiore dei modi).

 

Alle sei di sera di ieri, venerdì 28, tutte le vie cittadine erano diventate un pauroso deserto. Il coprifuoco, ora (sabato 29), è stato esteso alle 24 ore! Sono sicura che i numeri delle vittime non siano che un dato minimo inesatto, come sempre è stato, e che, in realtà, sapremo molto più tardi quante vite siano state davvero macellate in questo ennesimo trionfo del male sul bene.

Tutto è cominciato nell’area Nord di Jos, a causa delle elezioni del governo locale. Le votazioni si sono tenute giovedì 27, nelle 17 zone del governo locale di Jos Nord, e sono state pacifiche, ma c’era chi tramava nell’ombra orrore e morte. Tutto sembra chiaro e tutto è, allo stesso tempo, molto confuso, perché pare che le cose non siano esattamente come dice la stampa e come si vuole far credere. Pare che un rappresentante di partito sia stato ucciso a Kabong, dove i risultati delle varie sedi elettorali sarebbero stati collazionati, cioè raccolti e comparati. Il candidato del partito All Nigeria Peoples Party (ANPP), Mr Aminu Baba, dice che qualcuno doveva aver organizzato qualcosa, per far vincere il candidato del Peoples Democratic Party (PDP), Mr Timothy Buba, e temo che egli abbia ragione. L’All Nigeria Peoples Party stava vincendo di 57.000 voti. Mancavano all’appello poche zone, i cui voti non erano ancora stati contati, ed erano zone dove il PDP non avrebbe potuto aspettarsi più di 10.000 voti. Mi sa che Mr Baba aveva ragione anche perché venerdì il PDP è stato dichiarato vincitore di 16 delle 17 aree del governo locale (cosa vergognosamente sospetta e illogica). I sostenitori dell’ANPP, all’uccisione del rappresentante di partito, subodorando il tentativo di adulterazione delle urne, hanno risposto riversandosi nelle strade, alle cinque del mattino, cantando le canzoni tribali di guerra. La rappresaglia dei sostenitori del PDP, pronta come miccia già innescata, è giunta immediata e feroce. L’odore del sangue e dell’odio si è poi sparso come alito infetto, dando inizio a una devastazione che, in un baleno, è divenuta vento sanguinario esteso a tutto lo stato e anche oltre. Le chiese della zona di Sarkin Mangu sono state le prime torce terribili a lanciare il loro monito disatteso alle ombre serpentifere della notte, poi il fuoco si è esteso a moschee e case e la mattanza ha assunto dimensioni spaventose. Non credo affatto che i morti e i feriti siano quelli di cui parlano i giornali, perché nessuno è andato nell’interno, a verificare villaggio per villaggio, casolare per casolare, capanna per capanna, cortile per cortile; nessuno ha perlustrato i cortili che circondano interi gruppi di case e singole case mussulmane ed è stato lì dentro che, in occasione di ogni mattanza, sono accadute le macellazioni umane più numerose e più terribili. Si sa, intanto, che otto studenti universitari, colti al di fuori del campus dell’università di Jos sono stati barbaramente trucidati. Chiedo allo steward Sunday notizie dei suoi parenti. Telefona e suo cugino gli risponde con voce alterata e con il fiatone; gli dice che è vivo e che non ha tempo: sta correndo per salvarsi la vita (ed è con quel ragazzo che il mio cuore rimane…).

 

Tutti sanno che l’elezione del presidente della repubblica federale nigeriana è un fatto che non lascia indifferente l’opinione mondiale (e che non è neppure avulso da interferenze-interessenze lontane dall’essere disinteressate). Mi domando se non sia il caso che l’attenzione si estenda alle condizioni umane subite e patite dagli esseri umani che vivono (e muoiono) in questa nazione (e alle mattanze negate che, nella ‘banca’ degli eccidi mondiali gridano a voce alta per chiunque abbia orecchie spirituali).

 

Moonisa


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