Sono passati quasi diciassette anni da quel lontano gennaio del 1992, quando, causa un incidente stradale, Eluana entrò in coma profondo per un trauma cranico grave.
Noi viviamo in una buona società dove ci preoccupiamo dei deboli, dei poveri e dei sofferenti, perché siamo quasi tutti molto buoni e per dimostrarlo nulla di meglio è che avere a portata di mano poveri, deboli, dei sofferenti e dei disperati. Poi esiste la storia della sacralità, che va dall’ovulo, allo sperma, all’embrione, fino a questi che, come Eluana, devono essere chiamati, senza falsi pudori, “morti viventi”.
Il concetto è orribile, ma è la conseguenza di sviluppi di quelle scienze e tecniche che splendide sarebbero se non cadessero spesso in mani terroristiche, sfruttatrici e impudiche. Scienze e tecniche che nella storia, sappiamo, sono state osteggiate dalle Chiese, fino al punto da produrre martiri, sono poi state da queste utilizzate (e tuttora lo sono) quando hanno fatto loro comodo.
Le nostre ipocrisie vogliono che si dimentichino gli orrori di cui nel tempo ci siamo macchiati; oggi consideriamo barbari i kamikaze, i lapidatori, i tagliatori di teste, ma anche quei cerimoniali che sono al limite delle torture e delle violenze corporali, come le infibulazioni, le circoncisioni e vari altri. È incredibile come le cecità intellettuali indichino con disprezzo certe pratiche magari non rendendosi conto di far parte di categorie simili. Chi è circonciso critica gli infibulatori, chi imprigiona e tortura critica i lapidatori, chi si fa scoppiare o bombarda lo fa giustificando la lotta contro gli sgozzatori e così via è sempre stato.
Questo fatto di voler difendere a ogni costo un corpo morto da tanti anni, giustificando la cosa col fatto che alcuni organi ancora funzionano, ma con l’aiuto di tecniche e strumenti sofisticati, perché magari dopo anni può avvenire un “miracolo”, è cosa assurda dal momento che il miracolo non avverrà e, qualora sia avvenuto il risveglio (che di solito avviene dopo poco tempo dall’inizio del coma), non si è mai reso noto quali siano state le condizioni della vita successiva il risveglio stesso. Mai è stato detto che cosa successe di Lazzaro dopo la resurrezione, che del resto non è altro che un racconto! Quasi sempre si tratta di condizioni di vita da zombie.
Certo è che il coma irreversibile consente con respirazioni e nutrimenti forzati ad alcuni organi di funzionare, ma tanto le cose che entrano nel corpo per sostenerlo che quelle che ne vengono fatte uscire per evacuarlo significano una situazione per cui l’aggettivo “ipocrita” non è sufficiente e certamente non si può parlare di dignità o di qualità di vita.
Vogliamo in aggiunta suggerire un fatto di cui non si parla perché la scienza è ancora lontana da certe scoperte. Cosa ne direste a chi vi suggerisse che un corpo sostenuto, da macchine che ne tengono in movimento la vita vegetativa, ma che per tutto il resto è come morto, inerte, non sia immerso in alcune parti del suo cervello in una specie di sonno e che il suo subcosciente abbia delle più o meno chiare percezioni, appunto come in un sogno – incubo terribile? –, al quale sogno il corpo sia condannato a non potersi ribellare e che questo coma profondo porti con sé una tortura di percezioni subcoscienti, alle quali corrisponde un’impotenza assoluta di reazione? Il solo pensiero di tale possibilità dovrebbe riempirci di orrore e di pietà: certo sarebbe una delle più orrende torture.
Nemmeno esistono aggettivi per definire le campagne che i cosiddetti credenti fanno, sfruttando casi simili a quello di Eluana, nel nome della sacralità del corpo. Proprio questi credenti, e non sono solo i cristiani, ma praticamente quelli di tutte le religioni, che tanto oggi parlano di sacralità del corpo, dimenticano, dato che la memoria storica ha tempi brevissimi, che nel passato il rispetto del corpo non era assolutamente preso in considerazione. Parlando delle nostre religioni cristiane, ma vale anche per molte altre, la necrofilia su cui si basano dovrebbe essere ricordata; questa infatti viene usata quale propaganda, anche in questo caso: le tecniche di queste scienze tanto osteggiate da tutti i prelati producono un fenomeno nuovo per cui la vita in bilico con la morte sollecita le paure ataviche del morire, con le speranze altrettanto ataviche delle vite eterne. Queste propagande sono state sviluppate per aumentare il lucro e il potere delle autorità religiose a scapito degli ingenui creduloni.
Questi stessi difensori della sacralità vogliono che si dimentichino gli orrori di cui si sono macchiati fino all’Ottocento e poi ancora oggi… La storia dei martiri cristiani, con cui la nostra necrofilia è stata alimentata, continua con le antiche tradizioni di grandi monumenti funerari per reliquie più o meno mummificate e con il moltiplicarsi delle chiese dedicate allo stesso santo (quanti pezzi del cuore, o degli occhi o delle dita di questi o questa dovevano moltiplicarsi per produrre le famose sante reliquie!). Come ancora oggi avviene per il corpo di padre Pio nella chiesa principale di San Giovanni Rotondo, dove c’è il corpo intero con tutti i pezzi al loro posto, succede che, se c’è, si utilizza il corpo intero conservato nella principale chiesa dedicata al santo, mentre nelle altre dedicate allo stesso santo ci sono singole reliquie, che dunque dovrebbero essersi moltiplicate.
Io dico: “Che schifo!”, ma pure questo schifo quanto serve ad alimentare la fede degli umili e poveri modesti credenti! Sono d’accordo che la mia possa essere chiamata presunzione, ma di fronte a quella dei costruttori di reliquie, di cadaveri e simili, visto che loro parlano nel nome di un Dio, col quale non è certo dimostrata una linea di comunicazione diretta,1 penso che non sia la mia, ma la loro, vera presunzione, oppure vera fede cieca. La sacralità del corpo non ha impedito quantità di martirii molto maggiori di quanti non sono i martirii subiti dai cristiani. Ma questi màrtiri, da Ipazia d’Alessandria e ben prima di lei, a Giordano Bruno e ben dopo di lui, assieme alle tante streghe, eretici e simili, per quanto moltissimi, ben pochi sono nei confronti di coloro che erano considerati selvaggi e senz’anima, per cui, se non si facevano battezzare, lavare da chissà poi quali peccati, dovevano essere sterminati con quei genocidi che hanno eliminato la quasi totalità degli indigeni delle Americhe e di tante altre popolazioni ben lontane dal Vaticano. Ricordiamo qui che sembra che le ultime tre condanne furono eseguite per conto di papa Pio IX nel 24 gennaio 1854; e vogliamo ricordare che fra le leggi – insindacabili – del Vaticano la condanna a morte pare fosse cancellata solo alla fine del XX secolo!
Ora questi signori, che tanta violenza, torture e sangue hanno causato dai secoli passati, vengono a voler profittare delle condizioni di vita artificiali, assolutamente inconcepibili con la dignità di un individuo della nostra stessa specie, qualsiasi essa sia, e questa è cosa di cui io come individuo ho vergogna, ma intanto, si sa, le società vengono plagiate fin dai primi anni di vita ed è così che continuiamo ad avere società cristiane, islamiche, indu, e quante altre ancora ne vogliate; continueremo a vivere le assurdità che ci vengono imposte per il nostro stesso essere plagiati, per il nostro stesso essere liberi, ma succubi di queste autorità che con le loro influenze egemoni godono di privilegi che a noi sono negati, compreso quello di morire silenziosamente e dignitosamente.
Vittorio Giorgini
1 Ricordiamoci il simpatico Fernandel, in Don Camillo, che conversava col crocifisso! Crocifisso che, se parla, non è certo più un simbolo, ma è semplicemente questo poveraccio che da duemila anni sta appeso a una croce mentre l’umanità, nient’affatto salvata, va allo scatafascio. Diciamo qui, per inciso, quanto furono e sono ingenui, candidi, ovvero ipocriti questi teologi che si sono inventati un dio che è così poco accorto o che ha così poco potere da far sacrificare se stesso, ma nel suo figliuolo, per salvare un’umanità che non viene affatto salvata, anzi… e che quindi hanno costruito quel che hanno voluto essere: un potere onnisciente e onnipotente che non ha certo in questa storia dimostrato tali caratteristiche.