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Yoani Sánchez. Numanzia
18 Novembre 2008
 

Dal blog Generación Y

16 novembre 2008

 

 

Numancia

Una pionerita grita consignas en el matutino de su escuela. El color enrojecido de la cara y una vena latiéndole en la frente reafirman sus exclamaciones. Entre las frases que repite, hay una metáfora pavorosa: “primero se hundirá la isla en el mar, antes que renunciar a la gloria que se ha vivido”. En el mural de un CDR unas palabras ocupan toda la parte superior: “Si avanzo sígueme, si me detengo empújame, si retrocedo mátame”. Otro tanto mostró el periódico este sábado, cuando el Máximo Líder publicó en una de sus reflexiones:  “después de las vidas ofrendadas y tanto sacrificio defendiendo la soberanía y la justicia, no se le puede ofrecer a Cuba en la otra orilla el capitalismo”.

Numancia vuelve a mi memoria y me resisto al tremendismo que ella implica. Ya me creí esa historia alguna vez, cuando de niña corría al refugio bajo la sirena presagiando una invasión que nunca llegó. La plataforma insular no colapsará –lamento darles esa noticia a los heraldos de la debacle– porque tengamos un gobierno u otro, un sistema de tal tipo o de más cual. Los árboles no se inmutarán, las piedras que vieron extinguirse a los indígenas no cambiarán de lugar y probablemente ni el propio mar se dará cuenta. Así que, por favor, no me asusten con cataclismos ni apocalipsis. Ya estoy muy grandecita para eso.

Todo esto pasará, ya está pasando. Numancia sólo ocurrirá en la mente de algunos, en la de otros el futuro será más largo que lo dejado atrás.

 

Yoani Sánchez

 

 

Numanzia

Una piccola pioniera grida parole d’ordine durante l’alzabandiera mattutino della sua scuola. Il colore arrossato del viso e una vena che le pulsa nella fronte confermano le sue esclamazioni. Tra le frasi che ripete, c’è una metafora spaventosa: “prima sprofonderà l’isola nel mare, piuttosto che rinunciare alla gloria che abbiamo vissuto”. Nell’affresco murale di un CDR alcune parola occupano tutta la parte superiore: “Se avanzo seguimi, se mi fermo spingimi, se retrocedo uccidimi”. Altrettanto ha mostrato il giornale questo sabato, quando il Lider Maximo ha pubblicato in una delle sue riflessioni: “dopo le vite sacrificate e tanto sacrificio per difendere la sovranità e la giustizia, non si può offrire a Cuba nell’altra sponda il capitalismo”.

Mi torna a mente il destino di Numanzia e mi oppongo a tutte le cose terribili che comporta quel ricordo. Ho già creduto diverse volte a questa storia, quando da bambina correvo al rifugio sotto la sirena presagendo un’invasione che non è mai arrivata. La piattaforma insulare non collasserà mi spiace dare questa notizia agli araldi della sconfitta qualunque tipo di governo o di sistema economico sia presente a Cuba. Gli alberi non si modificheranno, le pietre che videro estinguersi gli indigeni non cambieranno posto e probabilmente neppure lo stesso mare se ne renderà conto. Per questo motivo, per favore, non mi spaventate con cataclismi e apocalissi. Sono abbastanza grande per credere a certe cose. Tutto questo passerà, adesso sta passando. La sorte di Numanzia si verificherà soltanto nella mente di alcuni, mentre in quella di altri il futuro sarà più lungo rispetto al tempo che abbiamo lasciato alle spalle.

 

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

Note del traduttore:

 

1 - Numanzia. Per comprendere il racconto di Yoani bisogna avere chiara la sorte della città spagnola di Numanzia. Riassumo alcune notizie tratte da Wikipedia. Numanzia è un’antica roccaforte celtiberica (in spagnolo: Numancia, in latino Numantia), situata in provincia di Soria, alla confluenza dei fiumi Tera e Duero. Venne fondata con ogni probabilità nel IV secolo a. C. dal popolo celtibero degli Arevaci. Dopo essere entrata nella sfera punica negli ultimi decenni del III secolo a.C., pur senza mai venir conquistata dai Cartaginesi, divenne, nel II secolo a. C., baluardo della resistenza iberica contro l’espansionismo romano in Hispania. Dopo venti anni di guerre ininterrotte fra gli Arevaci, appoggiati dalle altre tribù celtibere, e i romani, che per ben cinque volte avevano tentato senza successo di espugnare la città, l’esercito romano della Tarraconense fu affidato, nel 134 a.C., a Publio Cornelio Scipione Emiliano, eroe della terza guerra punica. Costui, dopo aver saccheggiato il paese dei Vaccei, cinse d’assedio Numanzia nel 134 – 133 a. C.. L’armata comandata da Scipione era integrata da un nutrito contingente di cavalleria numidica, fornita dall’alleato Micipsa, al cui comando si trovava il giovane nipote del re, Giugurta. Per prima cosa, Scipione si adoperò per rincuorare e riorganizzare l’esercito scoraggiato dall’ostinata ed efficace resistenza della città ribelle; poi, nella certezza che la cittadella poteva essere presa solo per fame, fece costruire una doppia circonvallazione atta a isolare Numanzia e a privarla di qualsiasi aiuto esterno. Il console si adoperò poi a scoraggiare gli Iberi dal portare aiuto alla città ribelle, presentandosi con l’esercito alle porte della città di Lutia e obbligandola alla sottomissione e alla consegna di ostaggi. Dopo quasi un anno di assedio (l’assedio di Numanzia ispirò a Cervantes un dramma), i numantini, ridotti alla fame, cercarono un abboccamento con Scipione, ma, saputo che questi non avrebbe accettato altro che una resa incondizionata, i pochi uomini in condizione di combattere preferirono gettarsi in un ultimo, disperato assalto contro le fortificazioni romane. Il fallimento della sortita spinse i superstiti, secondo la leggenda, a bruciare la città e a gettarsi fra le fiamme. Non tutti però persero la vita; alcuni, ridotti in schiavitù, sfilarono a Roma durante il trionfo di Scipione. La città fu rasa al suolo come Cartagine pochi anni prima. Il bellum numantinum acquista particolare importanza, perché segna il pieno affermarsi dell’egemonia romana nell’Hispania centro-settentrionale e la definitiva pacificazione della massima parte della penisola iberica. Numanzia fu riedificata da Augusto.

2 – Piccola pioniera. Sono così chiamate le piccole studentesse cubane in divisa che partecipano all’alzabandiera mattutino gridando frasi retoriche e parole d’ordine.

3 - CDR. Sono i Comitati di Difesa della Rivoluzione. In teoria le cellule di base della Rivoluzione Cubana, che dovrebbero far partecipare alle decisioni di governo tutto il popolo. In realtà sono veri e propri apparati di vigilanza, controllo e repressione, tramite i quali il regime manifesta il suo potere e si spinge fino agli angoli più remoti dell’isola.

4 - Si avanzo sígueme, si me detengo empújame, si retrocedo mátame. Terribile davvero l’analogia con il fascista Se avanzo seguitemi se indietreggio uccidetemi. Benito Mussolini sarebbe orgoglioso di un allievo come Fidel Castro che - secondo molte biografie, persino quella del Matthews… - era un suo grande ammiratore. (Gordiano Lupi)


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