Ho avuto il piacere di conoscere il professor Gianluigi Garbellini, Preside della Scuola secondaria di Primo grado “L. Trombini” di Tirano, lo scorso giugno ad Aprica, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Immaginando la poesia” organizzata da Abriga.it, che rimarrà aperta lungo Corso Roma fino alla fine di settembre. L'occasione è quella di conoscere voci note o emergenti della realtà locale insieme a suggestivi scatti fotografici. Il suo discorso di apertura del vernissage mi ha talmente interessato che ho chiesto al professor Garbellini, esperto di poesia e immagine, se poteva rilasciarmi una breve intervista su quanto aveva appena esposto sulla poesia.
– Cos’è per lei la poesia?
La poesia è l’arte della parola, con il suo suono, significato e ritmo. È un’espressione umana comune a tutti i popoli e a tutte le lingue. È un “dono divino”, un’abilità concessa all’uomo “sensibile”. Il poeta può esternare il proprio sentire, sa cogliere da esteta, da mistico l’animo umano, l’anima del mondo e del Creato. Un grande poeta che ben sintetizza l’espressione poetica è Giuseppe Ungaretti: «Poesia/ è il mondo l’umanità/ la propria vita/ fioriti dalla parola/ la limpida meraviglia/ di un delirante fermento».
– Quale potere riveste a suo avviso la parola in poesia?
La parola ha un potere evocativo. Nei versi si possono esprimere stati d’animo, sentimenti, sensazioni, suggestioni, ricordi, passioni, esaltazioni estetiche, esortazioni, preghiere…
– Come può essere la poesia?
La poesia può essere lirica, epica, patriottica, eroica… I suoi versi possono essere sciolti, liberi, con l’impiego di “figure retoriche”, dell’ars poetica antica e contemporanea o affidata semplicemente alla semantica della singola parola, all’immagine evocata. Quasi un tocco di pennello sulla tavolozza della composizione poetica.
– Può farci qualche esempio prendendo spunto dalle poesie partecipanti a “Immaginando la poesia”?
Certo. I versi di queste due prime poesie appartengono al lirismo.
«Sul colle del cielo/ la vite i suoi tralci ha distesi/ e azzurre fragranze dischiude/ dai grappoli accesi». (Remo Bracchi)
«Scivola/ sul filo del vento…/ saggia le radici del tempo…» (Paola Mara De Maestri)
Questi versi invece sono tra Realismo e l’Irrealismo.
«La neve scende/ La neve sale…/ La neve bisbiglia/ Scricchiola…/ Sussurra…» (Marina Riva)
Questi versi sono ermetici.
«Solo dettagli/ sono animali stanchi/ e rifiuti lasciati sulla strada». (Annarita Trinchera)
Questi versi sono una eco spagnola del Novecento. Accostamenti, trasfigurazioni e analogie.
«Il sole e/ le foglie/ del pioppo/ sono cuori/ di seta verde…» (Maria Luisa Valente)
Questi versi presenta una evidente licenza poetica nella sintassi.
«Albeggia mano a mano/ che raspa la notte/ che l'avventa ai fianchi…» (Giacomo Gusmeroli)
In questa poesia prevalgono il suono e il senso tattile, c’è un accostamento di sensazioni.
«…ogni suono/ è lieve come la/ carezza di una madre». (Ezio Maifrè)
In questa poesia la natura è investita del sentire umano.
«In un guado traboccante di melodia/ canti aspro la tua poesia…» (Mario Moraschini)
In questa poesia riscontriamo questa analogia: l’immagine poetica richiama immediatamente la realtà.
«…nelle case/ lucciole di tv/ danzano dietro le finestre…» (Giovanni De Simone)
– È importante la poesia? Quali effetti ha?
La poesia coglie l’ineffabile mistero del sentimento religioso, il palpitare della vita nelle sue molteplici e variegate manifestazioni, la bellezza della natura e del paesaggio, di un gesto, di un sorriso e la profondità del cuore umano. La poesia è “una dolce medicina dello spirito”, dona sollievo e conforto a chi la compone e a chi la sa apprezzare.
– L’iniziativa di Aprica è sicuramente originale in quanto ha saputo abbinare alle poesie immagini fotografiche molto suggestive. Che cosa ne pensa?
Le immagini fotografiche possono essere esse stesse “poesia”, come quelle scattate da Lorenzo della Moretta che ha saputo cogliere: l’attimo sfuggente di un tramonto riflesso nell’acqua; la suggestione di una nevicata in un bosco di betulle; gli esili nastri della scia degli aerei che si incrociano nel cielo; l’acqua cristallina tra le pietre del torrente; la leggerezza leggiadra di una libellula o della farfalla abbarbicata al fiore; la tenerezza e l’intrinseco mistero della Vergine col Bambino proposta dall’abile scultore Giuliano Collina; l’intensità del volto di un uomo al lavoro e la suggestione di un paesaggio “mozzafiato” della nostra terra.
Sperimentiamo la forza, la potenza, l’immediatezza del messaggio iconico che non necessita di parole e si traduce in sensazioni, emozioni, piacere visivo, diletto dello spirito, sentimenti, pensieri e commozioni. Quindi la poesia e l’immagine costituiscono un binomio sicuramente vincente dal risultato sicuro, sempre che si sia capaci di fermarsi un attimo per cogliere il messaggio, concedendosi una pausa nella quotidiana frenesia per rinforzare lo spirito, gustare la bellezza, ritrovare la capacità di ascolto, di vedere, il senso estetico qualche dimensione dello spirito assopita nella contingenza del caotico vivere di tutti i giorni.
Gianluigi Garbellini. Insegnante di lettere nella scuola media e letteratura tedesca nel liceo linguistico, è preside di scuola media dal 1982. Dopo nove anni di attività presso la Scuola Media di Teglio e quindici di servizio all'estero nelle scuole italiane della Svizzera orientale. Dal 1° settembre 2004 è Dirigente scolastico presso la Scuola secondaria di Primo grado “L. Trombini” di Tirano. Un ritorno nella scuola presso la quale aveva insegnato per nove anni di seguito negli anni '70.
Paola Mara De Maestri paolamara@fastwebnet.it
(dalla “Bottega letteraria” n. 37 – 'l Gazetin, settembre 2008)
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