C'è crisi e bisogna reagire. Reagire con le forbici, coi bisturi se serve, ma anche con manganelli e spranghe. Guai a stare con le mani in mano. Ottimizzare, limare, evitare sprechi, strigliare i nullafacenti, ecc. ecc. ecc.
Son tutti uguali? Forse, o forse no. Spiace solo che per ragioni di cassa e manbassa, oltreché di propaganda bypartisan (ma dove trovarli poi questi parties), tematiche delicatissime, che spesso toccano i diffusi gangli della meritocrazia del privilegio in Italia, siano ridotte alla confusa cacofonia di slogan contrapposti.
Prendiamo l'insegnamento della madrelingua, prassi condivisa da qualunque sistema sociale organizzato.
Dopo aver tagliato del sessanta per cento i fondi per l'insegnamento dell'italiano all'estero, anche in patria ne viene implicitamente bandito l'apprendimento scolastico, minando alle fondamenta la pubblica istruzione di base e superiore.
D'altronde, ammettiamolo, cosa è mai il linguaggio, se non un'arretrata modalità di relazione, una forma desueta di rinnovamento e trasmissione culturale. Giusto ritornare all'uso dei segni primordiali, in una regressione semiotica che porterà ad esprimerci con l'alfabeto morse dei grugniti, sbuffi ed emissioni gastrointestinali alte e basse. Un codice che farà risparmiare tempo e memoria, peraltro traducibile in segnali bit 1/0 di facile esportabilità operativa a livello di protocollo informatico.
E non è che un frammento di un progetto di ampio respiro che, credo di desumere dalle recenti teorie del nostro economista di spicco a capo dell'omologo dicastero, riporterà presto in auge lo strumento del baratto come strategia di riancoramento del sistema mercantilista a valori reali immuni da bolla speculative e dalla morsa dell'Euro. In quanto alle signorie e ai feudatari dell'immobiliare, credo che stiamo già - e da tempo - un bel pezzo avanti.
Come diceva Vasco Pratolini, svanite le illusioni non resta che ancorarci alla “costanza della ragione”: figurarsi, oggi lo canta anche Vasco Rossi! Personalmente mi spingo più in là ed invoco l'ottimismo della ragione. È assolutamente ragionevole, dopo lunghe riflessioni, che tutto ciò non possa durare. Lo pensava anche Montanelli, con la sua celebre uscita su “morbo” e “vaccini” all'alba del maggio 2001. Sopravvalutandoci purtroppo (sigh!).
Marco Lombardi