Pensavo a una possibile interpretazione psicoanalitica-psicotica della scema battuta del B. su Obama abbronzato. Credendo di fare lo spiritoso, lo immaginava e lo diceva a se stesso come un bianco che ha preso molto sole. È la politica della pacca sulla spalla: “Non importa quel che tu sei, che tu pensi, che tu vuoi. Conta il fatto che io ti considero mio amico, cioè ti prendo nella mia cerchia, o vengo nella tua. Qui ci aggiustiamo tra noi. Infatti, siamo tutti uguali. Così fan tutti, lo sappiamo. Corruzione? No, è la regola. Se tu (Bush) sei più potente di me, non importa cosa fai, conta che io sia amico tuo, ricordatene. Se tu (Putin) diventi potente di nuovo anche tu, qualunque cosa tu faccia, ricordati che siamo compari. E voi, miei deputati e mie deputate, sapete cosa dovete fare per essere rieletti”.
Nel consesso dei potenti, non si accorge che stanno giocando sulla scacchiera la vita dei popoli, e fa le corna al collega dietro la schiena, nella foto, come fanno i ragazzi nell'età scema e irresponsabile della vita. E altro.
Ora compare questo meticcio, emblema incarnato della mescolanza dei popoli, che lui non sente propriamente congeniale. Lui sperava che vincesse l'altro, più simile, più continuatore di Bush. Come incassare la delusione? Ridendoci su. Dal profondo ha difficoltà ad ammettere che potrebbe essere un cambiamento del solito gioco che lui conosce. Dal profondo (per quanto ha di profondo) lo ricupera, lo annette al proprio mondo di furbi, sebbene col senso della propria superiorità.
La sua battuta è la solita pacca sulla spalla. “È soltanto un po' annerito dal sole, ma è uno di noi. Non aspettatevi nulla di nuovo. L'avete votato perché è bello e alto. Io non sono alto (ha trovato persino il coraggio, per l'occasione eccezionale, di ironizzare dolorosamente sulla propria statura), ho altre bellezze e valori per cui mi avete votato. Non immaginate cambiamenti seri. Non cambia nulla. Ha solo preso un po' di sole, è solo più giovane. Non cambia nulla. Tutto è uguale a me, in sostanza, sotto la tinta diversa. Avete capito bene che non può cambiare nulla?”.
Non so se sbaglio. Così immagino che lui immagini. Le battute, le “carinerie”, le successive arrabbiature insultanti e turpiloquiose, è vero che gli vengono dal cuore. O giù di lì. Mentre avviene forse qualcosa di nuovo, si aggrappa ai modi più vecchi.
Enrico Peyretti