Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Scuola > Notizie e commenti
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Anna Lanzetta: Il ruvido peso delle parole nel linguaggio di Mariastella Gelmini
10 Novembre 2008
 

È diventato un dilemma scespiriano! L’ha detta o non l’ha detta? E unanime si leva la voce: l’ha detta e ognuno trattiene il respiro, cercando di indovinare il -detto-. Cosa avrà detto? E il dilemma aumenta fino a quando non si legge il -detto- e allora lo scoramento prende ancora più forte. Mentre tutti plaudono Obama, per l’elezione a Presidente degli Stati Uniti, noi finiamo su tutti i giornali e non per plauso pubblico, ma soltanto per l’ennesima espressione inadeguata di chi ci rappresenta.

All’espressione fa subito seguito il correttivo in cui è velato il richiamo alla nostra pochezza mentale per non aver capito la sottigliezza dell’espressione e il dubbio diventa ancora più feroce: che non abbiamo più la capacità di intendere? Ma ci tranquillizza subito il sorriso stampato di chi si esprime con tanta leggerezza (e diciamocela…) e il sorriso malcelato di chi cerca di fare il paraguai.

 

Ci consenta, Ministro Gelmini dell’Istruzione, un suggerimento che forse precedentemente in altri scritti, è stato espresso in modo troppo larvato per essere compreso, anche se un occhio attento lo capta con immediatezza: la prima lezione da tenere e che risulta essere fondamentale a livello di comunicazione e di educazione è l’uso corretto della parola nel suo valore semantico e polisemico. Il correttivo non basta a cambiare il senso dell’espressione e denigra chi fa un uso improprio della parola e con lui chi egli rappresenta. Un uso improprio ha una ricaduta negativa e immediata sui giovani per i quali si declama un’“educazione seria” e conforme a principi e regole; probabilmente sfugge ai proponenti il significato stesso del termine “serietà”, visti gli esempi di linguaggio e dei comportamenti quotidiani, ai quali i giovani dovrebbero guardare per imparare.

 

L’Italia è ormai diventato il paese delle incongruenze, delle cosìddette “brutte figure”, ma per fortuna non c’è una nostra identità con chi è artefice di tali espressioni; noi apparteniamo ad un’altra cultura e ci riconosciamo in altri principi, tuttavia in veste di educatori è nostro compito tutelare i giovani che vivono questa realtà che nulla aggiunge alla loro educazione se non in termini di negatività e il compito si presenta pertanto più arduo di giorno in giorno. Possiamo anche sorridere al momento della pochezza di certe espressioni, ma dentro qualcosa ci rode nel profondo e ci chiediamo fino a quando durerà tutto ciò, fino a quando saremo ancora disposti a sopportare certe espressioni di tracotanza, fino a quando potremo tollerare di essere così rappresentati: il problema non è soltanto di ordine politico ma smuove quella dignità che forse malauguratamente si era nei più assopita ma che il tempo, guaritore, risveglierà. Gentile Ministro Gelmini, suonano strane in questo contesto le Sue parole: Si ritorna alla scuola della “serietà” e dell’“educazione”! Crede che sia possibile? Forse lo potrà essere, ma solo grazie a chi nella scuola ha operato e opera per mantenere da sempre tali obiettivi. Certamente la sua giovane età Le impedisce di guardare oltre…La parola, per chi la usa, ha un’importanza fondamentale e qualifica la persona stessa. L’insegnamento fa della parola il punto cardine del processo formativo che affida alla parola il rapporto di comunicazione che deve basarsi su espressioni chiare, responsabili e consapevoli. La riflessione è uno degli strumenti più adatto alla comunicazione, non a caso è uno dei punti di forza di un apprendimento critico e analitico ed è questo che oggi manca in molti che dovrebbero rappresentarci. L’educazione che si impartisce a scuola e che si rapporta al mondo esterno, ha bisogno di modelli comportamentali da seguire, consoni ai ruoli che si ricoprono.

 

Sono i comportamenti sbagliati i primi ad essere assimilati dai giovani che non hanno ancora alle spalle un terreno sedimentato ed è questa una responsabilità gravissima. Non si può parlare di “serietà” se non si è tali e se si allontanano sempre più da noi i valori del rispetto, che per fortuna però fino ad oggi abbiamo insegnato a scuola e che con orgoglio difendiamo.

 

Anna Lanzetta


Articoli correlati

  Maria Lanciotti: la vergognosa controriforma di Mariastella Gelmini
  L'Ipotesi di Piero Calamandrei. (Come annientare la scuola pubblica...)
  “Riforma” Gelmini. Alcune iniziative sul territorio provinciale di Sondrio
  Per la Scuola della Repubblica/CGD. La Gelimini ci riprova?
  Simona Borgatti. La scuola fané di Mariastella Gelmini
  Referendum contro il Decreto 137 della Gelmini? SI! Avanti tutta...
  Angelo Saracini, Davide Dodesini, Sindacati. La Scuola Italiana di Atene chiude?
  “Si tagliano le gambe alle generazioni future”. Alessandra Borsetti Venier intervista Vittoria Franco
  La coperta è diventata una sciarpa e il gatto è morto mordendosi la coda
  Rosangela Pesenti. La scuola pubblica è uno dei fondamenti della democrazia
  Patrizia Garofalo. Sulle facoltà “amene” di Mariastella Gelmini
  Gaetano Barbella: Grembiuli a scuola grembiuli nella massoneria
  Scuola e diritti di Valtellina per la scuola pubblica
  Giovanni Sabbatucci: Sulla breccia di Porta Pia. E rovelli di un docente sui programmi di italiano storia da insegnare
  Simona Borgatti. La futura scuola pubblica federale
  Donatella Poretti. Scuola: voto all'ora di religione?
  Redazione Tellusfolio-Scuola e Nadia: "Basta leggi vergognose contro la scuola pubblica"
  Aglaia Viviani: lettera ad Alessandra Borsetti Venier sull'intervista a Vittoria Franco
  Marina Pensa. Diritti di carta e Diritti reali
  Silvia Minardi. Perché non risparmiamo sui caccia bombardieri, anziché sulla scuola?
  La scuola che non c'è
  Angela Nava. La scuola che perde la memoria, perde se stessa
  Valter Vecellio. Governo: confusionari, pasticcioni, pericolosi
  Aldo Martorano. Quattro domande al ministro Gelmini
  Davide Dodesini. Collasso dell'Italia. Colpa della scuola!
  Barbara Pojaghi, Preside di Scienze della Comunicazione scrive ai suoi ragazzi
  Ecumenici. Una mozione anche a difesa della laicità della scuola
  PD / Giulia Innocenzi. “No al referendum. Sì a Ddl che elimini sprechi dell'università”
  Scuola e Diritti. Riforma Gelmini (D.l. 137): dallo spezzatino della Moratti ora siamo alla... “frutta”
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 5 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy