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Yoani Sánchez. Coltivazioni di breve periodo
07 Novembre 2008
 

Dal blog Generación Y

6 novembre 2008

 

 

Cultivos de ciclo corto

Las ilusorias soluciones que una vez se hicieron llamar “zafra de los diez millones”, “cordón de La Habana” o “Plan alimentario” se han trasmutado hoy en otras utopías como Revolución Energética, perfeccionamiento empresarial, petróleo en las aguas del Golfo o exportación de capital humano. A todas las recorre el mismo infantil delirio de querer curar con una sola medicina la agonizante salud de la economía cubana.

Recuerdo un montón de esas fracasadas quimeras, pero fue la de eliminar la hambruna cultivando plátano microjet la que viví con especial intensidad. Estaba yo en un preuniversitario en el campo llamado República Popular de Rumania, aunque a las alturas de 1991 ya Ceausescu y Elena habían sido ejecutados. Trabajaba en los platanales circundantes, que nos servían también como motel para el amor y excusado más limpio que el del albergue. En los surcos, miles de pequeñas mangueras –de ahí el nombre de microjet- atomizaban agua todo el tiempo. Las plantas daban unos frutos enormes y sosos, cuyas cáscaras estallaban por el desproporcionado crecimiento del interior. En nuestros platos, aquel aguado manjar no podía sosegarnos el hambre, como tampoco pudo sacar al país de la crisis.

Después de los huracanes, ha aparecido un nuevo espejismo al estilo de los mojados plátanos de mi adolescencia. Lo llaman con el eufemismo de “cultivos de ciclo corto” y propone priorizar la siembra de cebollinos, ajos porros y acelgas a la de otros cultivos que necesitan más tiempo y cuidados. Con esa estrategia agrícola se pretende llenar apresuradamente las desoladas tarimas de los mercados y tranquilizar a la irritada población cubana. Todos los dientes que preferirían hincar una yuca en lugar de una hoja de orégano, tendrán que conformarse entonces con estos frutos de la inmediatez.

Tengo el temor que esta medida temporal se vuelva crónica y la caprichosa piña -que necesita meses entre su siembra y el momento de consumirla- sea sustituida por tres ciclos de col china. Discúlpenme la desconfianza, pero el amplio catálogo de los desastres económicos y agrícolas no me permite creer que esta vez sí darán en el clavo.

 

Yoani Sánchez

 

 

Coltivazioni di breve periodo

Le soluzioni illusorie che una volta venivano chiamate “zafra dei dieci milioni”, “cordone dell’Avana” o “Piano alimentare” sono state modificate oggi in altre utopie come Rivoluzione Energetica, perfezionamento imprenditoriale, petrolio nelle acque del Golfo o esportazione di capitale umano. Tutte queste idee sono caratterizzate dallo stesso infantile delirio di voler curare con una sola medicina la salute agonizzante dell’economia cubana.

Ricordo parecchie fallite chimere, ma quella che ho vissuto con particolare intensità è stata l’idea di eliminare la fame nera coltivando banane micro jet. A quel tempo frequentavo il liceo in un campo chiamato Repubblica Popolare di Romania, anche se nel 1991 Ceausescu ed Elena erano già stati giustiziati. Lavoravo nei campi di banane circostanti, che servivano anche come motel per fare l’amore e come bagno più pulito di quello che avevamo nel nostro albergo. Nei solchi, migliaia di piccole pompe per annaffiare - da lì il nome micro jet - atomizzavano acqua tutto il tempo. Le piante producevano alcuni frutti enormi e insipidi, le cui bucce scoppiavano per la crescita sproporzionata della polpa. Nei nostri piatti, quel manicaretto annacquato non riusciva a placare la fame, così come non è riuscito a togliere il paese dalla crisi.

Dopo gli uragani, è comparso un nuovo miraggio sullo stile delle banane bagnate della mia adolescenza. Lo chiamano con l’eufemismo di “coltivazioni di breve periodo”. E propone di rendere prioritaria la semina di cipolline, porri e bietole rispetto alle altre coltivazioni che richiedono più tempo e cure. Con questa strategia si pretende di riempire in fretta i desolati scaffali dei mercati e tranquillizzare l’irritata popolazione cubana. Persino coloro che preferirebbero addentare una yucca al posto di una foglia di origano, dovranno adattarsi a questi frutti della immediatezza.

Temo che questa misura temporanea diventerà cronica e il capriccioso ananas - che richiede mesi tra la semina e il momento di consumarla - sarà sostituito da tre cicli di cavolo cinese. Scusatemi la diffidenza, ma l’ampio catalogo dei disastri economici e agricoli non mi permette di credere che questa volta i nostri governanti coglieranno nel segno.

 

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

Nota del traduttore: La zafra è il periodo dell’anno durante il quale viene tagliata la canna da zucchero. La yucca è un tubero molto usato nella cucina povera cubana.


 
 
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