Il commento migliore alla carineria espressa da Silvio Berlusconi su Obama, peraltro in un contesto ufficiale, viene dalla stampa internazionale e dallo stesso destinatario dell'apprezzamento e la si può riassumere in un'unica parola: gossip.
Come gossip sono ormai considerate all'estero le esternazioni formali del nostro Governo, che, duole ammetterlo, ci rappresenta tutti. Se Sarkozy o forse anche Zapatero avessero fatto simile uscita, sono convinto che le testate di mezzo mondo l'avrebbero sbattuta nelle prime pagine. Al contrario, queste hanno pigramente collocato la notizia fra le altre di cronaca.
Intanto l'insediante Presidente degli Stati Uniti d'America, come primo gesto di presentazione pubblica, chiama ben nove capi di stato e primi ministri: Australia, Gran Bretagna, Canada, Israele, Giappone, Germania, Francia, Messico e Corea del Sud. C'è tutto il G7, o quasi: sarà una semplice dimenticanza?
Nei rapporti diplomatici siamo ormai ridotti alla macchietta del nostro stereotipo e si capisce che senza un crescente impegno militare su fronti sempre più caldi l'Italia verrebbe definitivamente derubricata dalle agende delle maggiori cancellerie.
Una macchietta che ci porteremo addosso per molto tempo.
Marco Lombardi