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Maria Lanciotti: Giostra del bastardo amore
05 Novembre 2008
 

Ciao Claudio, immaginando che Discorso amoroso caldeggi intrecci fra chi collabora a tale sezione cardiaca, ti invio una silloge sull'onda del tuo amor dipinto e del Mio amore- Mio dio della giovanissima Alice Pagés. Dopo i lettori navigatori vedranno se quanto abbiamo scritto sta al cuore nel suo discorso o nel suo trascorso...
    
                                         Con simpatia
                                              tua m.
    
      

Giostra del bastardo amore
    

 

1

dietro la porta chiusa

   guaivo

la mia fame

bussavo e strepitavo

e intanto maledivo

e ti dicevo

   parla

  fammi un cenno

la porta cigolava

ma non si apriva

la furia saliva

   vento insano

    e ti colpiva

tu retrocedevi

e più ti rinchiudevi

   io restavo al suolo

pelle di cane morto

pensando d’essere tappeto

della tua inclemenza

ti odiavo

e intanto un po’ crescevo

e piano piano

studiavo

qual era la tua arma

e la rubavo

sacrificando l’amore

    vaporoso

dentro lo stivaletto

    doloroso

ahi ahi

quanto male mi facevo

per imparare

a fare male a te

e ripagarti

di simile misura

    e un giorno ululasti

dietro la porta chiusa

un po’ pregasti

   rabbioso soffio

e le parole attese:

“stammi più attorno!”

io me ne abbeverai

restai zitta

poi ti parlai

   pretesi:

“abbatti quella porta

   ardila

ricorda il mio nome

  invocalo

e ti risponderò

 

2

tu ed io

sommati danno zero

e nel buco

d’uno zero

   spaccato

stiamo come larve

ma non ci trasformeremo

 

3

incontrastati voli

   su picchi inaccessibili

di quando fui donna

   amata amante

restano echi

inquietanti e belli

 

4

possibile mai

ch’io abbia ordito

un’illusione

così perfetta

   sfera stregata

in cui proietto

   e raccolgo

desideri

rapide visioni

brevi da bere

lunghe d’assaporare

impossibili da dimenticare

   legata a un filo

che senza posa

   secerne

cattedrali e radure

 

5

sono i tuoi piedi la terra su cui poggia

                      la mia casa

pilastri le tue gambe che narrare

                      non posso

solarium il tuo bacino

                        balconi al sole i fianchi

il plesso venoso percorro affannata

                        così in alto è il tuo cuore

                        salotto della mia casa

                        camino della mia casa

motivi gotici le spalle d’onice

                        velluto ambrato il volto che bacio

                        per comprendere il cielo

tetto della mia casa

 

6

vampiro che succhi le mie vene

m’hai inaridita come crepa antica

e succhi ora il mio odio

e te ne pasci

parodia d’un angelo

             mediocre uomo

ti alimenti d’un sogno disfatto

di cui raccogli i resti

masticati e triti

 

7

ho conosciuto l’inferno

buio senza confini

dove la mente brancola

senza la luce

del tuo pensiero

    ho conosciuto l’eterno

dove immutabile

è il tuo amore

e quanto mi hai insegnato

 

8

ho tentato

tentato e ritentato

di mutare il corso

di sterili singhiozzi

rigagnoli brevi

frenati dalla mota

viscosamente legati

al letto in dissoluzione

    ma dunque

amore mille volte

maledetto

   sorgente e culla

d’ogni mio respiro

e sepoltura

   sarai come sempre sei stato

in ogni giorno mio?

 

9

orzo caramellato

la pancia

e dentro acquattato

sonnecchia l’urlo

l’ombelico a fatica

gli resiste

e labbra strette

su contenuto furore d’amore

come barchette

su calma piatta d’onde

di solfuro

 

10

non voglio stare sola

non posso stare in compagnia

ah compagno

eterno compagno

con cui non fui mai insieme

perché non può sostituirti

né un mare di persone

né un mare di silenzi?

perché solo a te

che non ci sei

aspergo di violetta

in quotidiana liturgia d’amore

e solo al tuo sognato riso

rido?

 

12

coltello a serramanico

chiuso nel petto

scatta la lama

e taglia a raggiera

lasciandomi svuotata

di sangue

e gonfia di dolore

    per quest’amore

il tempo

    oh il tempo

non conta

 

13

se ulcera profonda

fosse stato il mio amore

     per te

la bruciatura sarebbe vasta

    come foresta in fiamme

ma era cancrena

amore mio

e l’area vasta

    come l’anima mia

adesso è buco

enorme e vuoto

che tento di riempire

con sentimenti umani

   cose di tutti i giorni

e guai a chi volesse dir male

di te:

a maledirti basto io!

 

14

donna

    discepola

    del lupo

ventre

    anfratto

    di belva

zanne

    spade puntate

    all’aorta

amore belva

carnivoro delle praterie

insaziabile e solo

 

15

per cercarti lassù

fra carri e orse

mi persi

fra carri e orse

   vago

polvere di ghiaccio

strappata alle comete

 

16

ti piace il bianco metallo

ti piace il fioretto e il pugnale

fremi a toccare le lame

ma non tagli mai pane

 

17

mi travestii da uomo

e mi sedussi

per non essere più

    schiava e tiranna

note d’un mandolino

stonato

fanno ridere e piangere:

a volte

    per vivere

si rovescia la vita

 

18

forte ricco denso

   sangue

di toro

da combattimento

ricco denso forte

   grasso sangue

rosso caldo

cola

dal manto nero

del toro

trucidato

nell’arena affollata

di pamplona

 

19

e lo sporco da strofinare

sull’altare di pietra

    con le anche ruotanti

percuoti ansante

l’indelebile macchia

    eva del desiderio:

il sapore di mela

ti resiste ostinato

nella bocca veemente

 

20

offro la gola

ma tu non mi colpisci

tu non usi pietà

non la conosci

e vuoi ch’io viva

riflessa nel tuo scudo

laminato d’oro

che non ti para

no

non ti protegge

e non inganna me

col suo splendore fine

      non m’incanta il tuo scudo

      amore mio

non ti ripara dalla mia passione

ti prenderò

ne puoi stare certo

se non in questa vita in qualche altra

e mi offrirai la gola per morire

ma non ti colpirò

d’un taglio netto

e implorerai la fine

   così è la giostra del bastardo amore

   che avanza indietreggia e non perdona


Maria Lanciotti

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