Esiste un “mondo della poesia”? Penso di sì. Potrebbe esser fatto di lettori, pubblico, editori, critici... e poeti. La domanda di novembre è per Luigi Cannillo, che si muove in questo mondo da un po', lo conosce molto bene. (E non sto insinuando nulla circa la sua età...).
– Ci sono, o ci sono stati, momenti o situazioni nel “mondo della poesia” che ti hanno fatto sentire in imbarazzo?
Il momento di una lettura pubblica è sempre un momento di imbarazzo, perché nel momento in cui la parola scritta si fa suono si crea un attrito, una forma di resistenza, il testo esita ad uscire allo scoperto. E, allo stesso tempo la parola è legata al suono stesso in modo indissolubile. Solo che nel momento della scrittura, della nascita delle parole nel testo, il fenomeno succede all'inverso: il suono si fa nome, si fa significato. E di solito soli con noi stessi, in una forma di meditazione creativa. Quindi il circuito è circoscritto. Invece quando leggiamo in pubblico il perimetro si allarga e, esattamente come capiterebbe per una partitura musicale, quella esecuzione resta unica: nell'intonazione, nel volume, nel ritmo. Forse è proprio questo sentirsi di fronte a un interlocutore che rende la parola più “pesante”. E ogni volta mi sembra che mi dia una responsabilità ulteriore rispetto a quella dell'averla scritta. Il reading, la performance, sono strumenti essenziali e preziosi non solo per chi assiste ma anche per l'autore. Sono una forma di riscrittura del testo, non di semplice esecuzione. E questa esecuzione cambia ad ogni lettura. Ma l'imbarazzo a cui mi riferisco è un fattore positivo, salva dalla routine di una rappresentazione standard dei propri testi. L'imbarazzo è benvenuto perché porta la tensione, la concentrazione. E contiene, nella sua esitazione, il pudore della poesia.
Si fece sentire infine una voce
nei diari nelle lettere strappate
corpo ai primi suoni
Si possono danzare i ritmi dei poemi
intonarli ma non infrangere
il silenzio inciso sulla pagina
Nessuna lacrima altrimenti
nessuna verità a sciogliere il rumore
La leggenda aspettava nella gola,
lì risiedono invisibili i ritratti
volti protesi e carezze negate
fino alla romanza dove il silenzio
congeda la sua origine e gli oggetti
La voce apre il regno dei nomi
Per gli oggetti cantati, volti e gesti,
la nuova vita, la reincarnazione
da Cielo Privato, Joker Ed., 2005
Luigi Cannillo è nato e vive a Milano. Lavora come insegnante di lingua e letteratura tedesca.
Ha pubblicato le raccolte di poesia Transistor (TS, Novara 1986), Volo simulato (Campanotto, Udine 1993), Sesto senso (Campanotto, Udine 1999) e Cielo Privato (Ed. Joker, 2005); inoltre, nella serie “12 Arcani Maggiori”, Il giudizio (Edizioni Pulcinoelefante, Osnago 2000), le plaquettes di Cieli di Roma, LietoColle, Faloppio (Co), 2006 e L'ordine della madre, Amici del Libro d'Artista, Seregno, 2008. Singole poesie sono state pubblicate su numerose riviste, fra cui Millepiani, Manocomete, Il segnale, La mosca di Milano, Il Monte Analogo. È presente, antologizzato come poeta o con interventi critici, in antologie e raccolte di saggi.
Ha collaborato alla redazione dell’Annuario Crocetti 2000 e di Sotto la Superficie - Letture di poeti italiani contemporanei, Bocca Ed., Milano, 2004 e ha curato con Gabriela Fantato La biblioteca delle voci – Interviste a 25 poeti italiani (Joker Ed, Novi Ligure, 2006) e inoltre le antologie di poesia e prosa giovanile della Rassegna “M. Incerti”: Battiti d’alfabeto (Ed. dell’Ambrosino, Milano, 1999) e Il Cerchio e la Conchiglia, Le Voci della Luna, Sasso Marconi (Bo), 2008. Ha curato inoltre l'Antologia Il corpo segreto – Corpo ed Eros nella poesia maschile, LietoColle, Faloppio(Co), 2008.
È collaboratore editoriale e redattore della rivista La Mosca di Milano. Ha partecipato a performance e spettacoli teatrali, collaborando con musicisti e artisti visivi. Si occupa dell’organizzazione di eventi culturali e corsi di scrittura creativa, anche in collaborazione con Enti pubblici e con le Case circondariali di San Vittore e di Opera.
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