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PD / Giulia Innocenzi. “No al referendum. Sì a Ddl che elimini sprechi dell'università”
(foto di Mihai Romanciuc)
(foto di Mihai Romanciuc) 
31 Ottobre 2008
 

«Perché, anziché promuovere un referendum che nulla può fare, non ci facciamo promotori di un disegno di legge che elimini gli sprechi dell'università e la ricerca, così da non fare ricadere sugli studenti i tagli che comunque verranno effettuati?»

Così Giulia Innocenzi (foto), la candidata a segretario dei giovani del Partito Democratico, in merito alla proposta di Walter Veltroni di indire un referendum abrogativo contro la legge Gelmini.

«A fronte dell'impossibilità costituzionale di indire referendum in materia tributaria, l'unico risultato possibile sarebbe l'abrogazione del dispositivo sul maestro unico o sul grembiulino. Persevera così la logica dei piccoli provvedimenti, senza una visione generale del problema».

Per questo la candidata radicale si rifà alle tre proposte già lanciate sul web e contenute nell'appello “Contro il no ideologico. Per il sì alla riforma necessaria dell'università”, in cui propone «l'abolizione del valore legale del titolo di studio, per aumentare la competitività fra le università e chiudere quelle nate grazie all'amicizia fra il rettore e il sindaco; la peer review, ovvero la valutazione dei finanziamenti ai ricercatori stessi da parte di commissioni anonime, abolendo così tutti i costi degli organi gerarchizzati che oggi funzionano da imbuto per i soldi alla ricerca; l'eliminazione dei corsi di laurea più fantasiosi, che nel totale dei 5.500 presenti ad oggi in Italia, servono soltanto a dare una cattedra al professore».

La Innocenzi conclude: «Alcuni professori stanno dicendo ai loro studenti di mollare la mobilitazione, in vista del referendum. È in questo modo che si mette il cappello alle manifestazioni di questi giorni: facendo credere che la politica potrà farsi portatrice della risoluzione dei problemi, quando invece propone iniziative che distraggono, e fanno quindi perdere, l'attenzione sull'obiettivo. Un bel favore al governo».

 

 

Fonte: Radicali.it, 30/10/2008


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