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Mao Valpiana. 4 novembre 2008: “Giornata di memoria e di impegno per la pace”
29 Ottobre 2008
 

La “festa” militarista del 4 novembre è stata voluta ed istituita dal fascismo. Ed ora che gli eredi culturali del ventennio sono arrivati al potere, quella festa vogliono rilanciare. Non solo caserme aperte, esposizione pubblica di carri armati, parate in divisa, ma anche militari nelle scuole a raccontare ai giovani l'epopea della “grande guerra”. Alla festa per la vittoria si è aggiunta quella per l'unità nazionale ed anche la Giornata della Forze Armate. Ogni anno, in ogni città, le autorità civili, militari, religiose, si ritrovano tutte unite per legittimare eserciti e guerre. Stiamo assistendo ad un arretramento culturale. Le parole perdono il loro significato. Non si dice più “carneficina di esseri umani”, ma “intervento militare per portare la pace”. La guerra ormai è entrata nelle coscienze di molti, per annullarle. Ed ora si vuole persino riscrivere la storia!

Alle iniziative militariste del Ministro della Difesa, dobbiamo rispondere con una campagna culturale che ristabilisca la verità storica, che valorizzi il dettato costituzionale che recita: “l'Italia ripudia la guerra”.

Il Movimento Nonviolento, i Beati i costruttori di pace e Peacelink propongono quest'anno di trasformare il 4 novembre in una giornata di studio e di memoria, in una giornata di ripudio della guerra.

Nei prossimi giorni diffonderemo un volantino telematico, invitando ogni persona di buona volontà e di buon senso (soprattutto gli insegnanti onesti) a dire pubblicamente la verità storica. Invitiamo i cittadini ad esporre dai loro balconi le bandiere della pace e della nonviolenza, ad esprimere pubblicamente lutto per le vittime ed opposizione alla guerra (la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civiltà, ma facciamolo).

E soprattutto nelle scuole, ad esempio, gli insegnanti:

- leggano agli studenti le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea;

- facciano leggere il Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda in cui emerge l'ottusità di ufficiali arroganti e l'insipienza criminale degli alti comandi;

- facciano leggere Addio alle armi di Ernest Hemingway e Un anno sull'altopiano di Emilio Lussu, grandi testimonianze del fanatismo di quella guerra;

- diffondano le lettere dei soldati che mandavano al diavolo la guerra e il re. Furono censurate. Perché censurarle oggi nelle cerimonie ufficiali e non farne mai la minima menzione?

- facciano vedere ai ragazzi i capolavori cinematografici La grande guerra di Mario Monicelli del 1959, Uomini contro di Francesco Rosi del 1970, e il film Tu ne tueras pas di Autant-Lara (“Non uccidere” nella versione italiana) che fu denunciato per vilipendio e proiettato pubblicamente nel 1961 dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira, con un coraggioso gesto di disobbedienza civile.

Bisogna diffondere la voce di chi ha maledetto la guerra.

La realtà storica ci dice che i costi umani di quella guerra furono tragici: per l'Italia, 680.071 morti; 1.050.000 feriti di cui 675.000 mutilati; per l'Austria-Ungheria, 1.200.000 morti; 3.620.000 feriti (i morti di tutti i paesi coinvolti furono quasi 10 milioni), per conquistare all'Italia terre che si potevano ottenere per via diplomatica, come voleva Giolitti.

Queste le conseguenze di una folle decisione voluta dal re e dal governo contro la volontà del Parlamento (450 su 508 deputati erano contrari).

Bisogna ricordare che chi non combatteva veniva fucilato dai carabinieri italiani. Il sentimento di pace degli italiani venne violentato da un militarismo spietato, che avrebbe poi aperto le porte al fascismo.

Noi ricordiamo con rispetto e con pena profonda le vittime civili e militari di tutte le guerre. Piangiamo tutti i morti della prima e della seconda guerra mondiale, ed oggi delle guerre in Iraq, in Afghanistan, in Libano, in Israele, in Palestina, in Cecenia, in Africa, in Asia, siano essi civili o militari, uomini o donne, italiani o di qualsiasi altra nazionalità. Rende vero onore alle vittime soltanto chi lavora tenacemente per far cessare ogni guerra ed escluderla dai mezzi della politica, per sciogliere gli eserciti ed istituire i corpi civili di pace per una polizia internazionale sotto egida dell'Onu.

Il 4 novembre deve diventare giornata di memoria e di impegno per la pace.

 

Mao Valpiana

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 29 ottobre 2008)


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