Un medico dell'Asl di Pisa qualche mese fa aveva affisso sulla porta del suo ambulatorio il diniego alla prescrizione della pillola del giorno dopo; il caso aveva avuto un notevole clamore grazie alla denuncia di una giovane coppia incappata in questo divieto. Il collegio dell'Asl aveva aperto un'inchiesta che ora si è conclusa con una sanzione pecuniaria nei confronti di questo medico perché aveva affisso il cartello senza però creare particolare danno perché poi la prescrizione del farmaco era avvenuta all'interno della struttura sanitaria, pur se con alcune difficoltà da parte dei richiedenti.
Vicenda chiusa qui? Per niente! Infatti l'Asl ha sanzionato l'affissione del divieto e non il fatto che un proprio medico si rifiutasse di prescrivere un farmaco in ordinaria distribuzione ovunque. L'Asl, probabilmente glissando sulla questione, con questa omissione ha stabilito che esiste il diritto all'obiezione di coscienza nella prescrizione di questo farmaco.
Una volta le leggi le faceva il Parlamento, ora le fanno le Asl? Dove è stabilito che esista il diritto all'obiezione di coscienza per la prescrizione di questo farmaco? Da nessuna parte! Ma è invece ben scritto sulle leggi che la pillola del giorno dopo è un farmaco che fa parte della farmacopea ufficiale e, con i dovuti accorgimenti sanitari e non di coscienza, deve essere prescritto. Accorgimenti che non sono quelli utilizzati nel nostro caso. Il diritto all'obiezione di coscienza può esistere ma deve essere normato dalla legge, com'è nel caso, per esempio, dell'interruzione di gravidanza e com'era per il servizio militare quando questo era obbligatorio e non c'era la legge specifica: chi diceva di essere obiettore di coscienza finiva in galera e non continuava a circolare come il medico pisano. Che noi non vogliamo mandare in galera, ma che vogliamo invitare a smettere di fare il medico se ha questi problemi e, eventualmente, darsi civilmente da fare per vedere il proprio diritto riconosciuto dalla legge. In caso contrario, se invece, da medico in forza ad una Asl, pretende di far valere il proprio diritto in dispregio alla legge vigente, commette il reato di omissione di soccorso e di atti d'ufficio.
In uno stato di Diritto la legge è uguale per tutti. Quando si ritiene che qualche legge non soddisfi la praticità e la coscienza, ci si assume le proprie responsabilità e ci si dà da fare per modificarla, anche eventualmente pagando di persona se si decide di civilmente disobbedire.
È preoccupante, però, che in questo piccolo riassunto di educazione civica che abbiamo fatto, l'Asl, invece di rispettare la legge si arroghi il diritto di stabilire l'esistenza di un diritto inesistente che, per essere tale, viola un altro diritto, questa volta esistente e normato: il farmaco in vendita e distribuzione nei presidi sanitari.
Facciamo appello, quindi, perché la giovane coppia pisana che ha sollevato il caso, vada avanti e veda la violazione del proprio diritto sanzionata così come prescrive la legge. In caso contrario ci faremo noi carico della denuncia.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Qui puoi sottoscrivere la petizione
“pillola del giorno dopo senza ricetta”
E puoi esprimere la tua opinione anche
con il sondaggio di Tellusfolio