Nel momento in cui queste note verranno lette, deputati e senatori, in seduta comune a Montecitorio, metteranno probabilmente in scena l’ennesima, avvilente, capucinade: non risulta infatti che in questo fine settimana si siano fatti progressi particolari per quanto riguarda la scelta di chi mandare come giudice alla Corte Costituzionale e chi eleggere come presidente della Commissione Parlamentare di Vigilianza. L’impressione è che si voglia da una parte la Grande Manifestazione indetta dal Partito Democratico; e dall’altra raggiungere l’accordo – ancora non trovato – per la direzione generale e la presidenza della RAI. Dopo che si sarà trovata un’intesa per quelle due “poltrone”, allora probabilmente verranno anche le altre. Nel frattempo, si continuerà con queste elezioni fasulle, convocate e disertate dalla maggioranza dei parlamentari fino al “contrordine compagni”?
Lo spettacolo avvilente in corso – in spregio a qualunque regola e norma democratica – e questo permanere di illegalità costituzionale è possibile perché tutto ciò si consuma tra il silenzio e l’indifferenza dei mezzi di comunicazione. Non si deve (dovrebbe) fare nulla di straordinario: semplicemente informare; una cosa facile, normale; vero è che si vive in un paese dove è eccezionale la “normalità”. Un paese dove il presidente del Consiglio annuncia la chiusura delle Borse e poi spiega che ha scherzato; che consiglia di acquistare azioni ENI, ENEL e Mediaset, e nessuno fiata; dove si stringono accordi con la Libia di cui nessuno conosce il contenuto, dove si varano riforme della scuola per decreto, e dove un presidente del Consiglio si può permettere di dire, in significativa sintonia con il leader del PD Walter Veltroni, che l’elezione di un giudice della Corte Costituzionale, mancante da oltre un anno, è una bazzecola di cui importa agli italiani importa un fico secco; rivelando così, in che conto tengono le questioni di legalità e diritto…
In questo paese bizzarro, un signore di ormai ottant’anni, ha condotto un lungo e defatigante sciopero della fame e della sete; per il rispetto di una legge che non è la sua, che è di chi per primo la viola e dovrebbe invece tutelarla e difenderla; e una mezza dozzina di parlamentari per una settimana hanno occupato il corridoio antistante la commissione parlamentare che da maggio non riesce a funzionare per la buona ragione che i rappresentanti della maggioranza la disertano. Tutto ciò è “normale”? La domanda la si gira agli Eugenio Scalfari e ai Giorgio Bocca, ai Francesco Merlo e ai Curzio Maltese, ai Piero Ostellino e ai Pierluigi Battista, ai Luca Riconfi e Mario Pirani… A tutti coloro che hanno la possibilità di commentare quel che ci capita davanti agli occhi ogni giorno, e sanno come farlo. Per tutti loro vale la domanda che hanno posto i parlamentari radicali venerdì scorso, esibendo a Montecitorio un telone con l’interrogativo: “Fino a quando?”. Primo Levi a questa domanda ne aggiunse un’altra: “Se non così, come?”.
Lo si chiede ai tanti che possono, se solo vogliono: “Fino a quando?”. E a quanti come Beppe Lopez, che apprezzano Pannella e però gli dicono di farla finita con i digiuni, si chiede, e ci dicano, se lo sanno: “Se non così, come?”.
Intanto le sedute vanno a vuoto, la vergogna cresce. Se i giornali informassero, raccontando quello che accade; se un solo editorialista decidesse di dedicare uno dei suoi tanti editoriali su queste vicende, forse la questione già sarebbe risolta o in via di soluzione. Per i loro traffici da ladri di Pisa hanno bisogno che non si sappia, non si veda, non si dica. Anche di questo saremo chiamati a discutere a Chianciano. Sarò un bel congresso, compagni.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 20 ottobre 2008)