Il diritto, la legalità, il rispetto della Legge. Un appello di Pannella a Napolitano. Il rilancio del progetto politico di Chianciano. L’anagrafe degli eletti. I radicali “ignoti”, il Satyagraha mondiale, Saddam, Bush, Gheddafi, Berlusconi…
Una delle cose più avvilenti è assistere alla “chiama” dei parlamentari per la sesta elezione del giudice mancante della Corte Costituzionale, il presidente di turno che fa un inutile appello, perché la maggior parte dei senatori e dei deputati ha deciso di disertare la seduta; la domanda “Fino a quando?” nello striscione esibito dai parlamentari radicali, lasciato senza risposta. Marco Pannella, nel collegamento delle 9 con Radio Radicale (un collegamento di cui si raccomanda l’ascolto, qui si proverà, malamente, di farne un riassunto con qualche considerazione), dice che «c’è semplicemente da prendere atto senza sorpresa e sdegno, semmai con una punta di dolore, dello spettacolo che la Repubblica sta dando».
La dice lunga, del resto, la dichiarazione di Silvio Berlusconi – che, è bene ricordarlo, in quanto presidente del Consiglio, ricopre, anche se da sempre mostra di non saperlo e di non ricordarlo, una funzione istituzionale – «agli italiani non può importare di meno».
Walter Veltroni ha proposto di fatto uno scambio: il PdL voti il candidato del centro-sinistra per la Commissione Parlamentare di Vigilanza, il centro-sinistra voterà il candidato del centro-destra per la Corte Costituzionale. Vero è che nel suo stesso partito, autorevolmente, è subito stato smentito; fatto è che per la Corte Costituzionale “corre” ufficialmente Gaetano Pecorella. Per la Commissione di Vigilanza continua a “correre”, anche qui ufficialmente, Leoluca Orlando. Orlando non è gradito al centro-destra. Pecorella non lo è al centro-sinistra; anche qui ufficialmente. Perché il PD non vede l’ora di sganciarsi in qualche modo da Orlando, ma non sa farlo senza irritare troppo Antonio Di Pietro; e il centro-destra ha per primo “bruciato” Pecorella, facendo mancare, nella votazione di giovedì, un consistente pacchetto di voti; e punta, evidentemente su un altro candidato. E qui siamo impantanati. Anche perché ormai la Grande Manifestazione indetta dal PD è ormai alle porte, e come hanno autorevolmente teorizzato i maggiorenti del Partito già da giorni, prima di quel Grande Evento non si fa nulla; siamo così all’avvilente “chiama” di deputati e senatori convocati per votare, e che invece – come da SMS istruiti – se ne sono andati altrove.
Questa situazione in estrema sintesi; con i radicali che hanno annunciato il voto a favore sia di Pecorella che di Orlando; e venerdì sono stati tra i pochissimi a non aver disertato l’urna. E qui l’importanza, si ripete, dell’intervento di Pannella a Radio Radicale di venerdì mattina.
Pannella infatti ha come cominciato a tirare i fili della rete tessuta in tutti questi mesi, “tessere” di un mosaico che comincia a mostrare il suo disegno. Ha sottolineato come si debba prendere atto del fatto che i presidenti di Camera e Senato abbiano convocato il Parlamento per sedute continue senza alcuna convinzione; e infatti, se ne riparlerà lunedì; e anche per quella seduta non c’è alcuna certezza. Occorre prendere atto, dice Pannella, che i richiami del presidente della Repubblica, ma anche la volontà espressa dalla maggioranza dei parlamentari (che hanno sottoscritto un testo dal contenuto inequivocabile) vengono considerati un qualcosa che si può tranquillamente disattendere. Una situazione la cui responsabilità va imputata, in buona misura, al mondo editoriale, sia quello pubblico che quello privato: per la “semplicissima” ragione che non hanno informato, non hanno “raccontato” quello che accadeva. Non hanno puntato, come si poteva e si doveva, i loro riflettori su quanto accaduto e accade.
Di tutto ciò, e su tutto ciò, dice Pannella, occorre riflettere, farne un bilancio per comprendere come reagire a questa situazione. E qui già vengono un paio di indicazioni: una rivolta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che dispone di strumenti costituzionali che è giunto il tempo di utilizzare: per esempio il messaggio alle Camere e al paese. L’altro – che si ha ragione di credere sarà perfezionato nelle prossime ore – è l’appello e la raccolta di quelle forze e di quelle energie politiche militanti che si sono ritrovate, all’indomani delle elezioni, a Chianciano. Per questo Pannella, esplicitamente, chiama a raccolta, a vincere il possibile scoramento, a un’ulteriore mobilitazione, i radicali: e in particolare quelli “ignoti”, che nonostante tutti e tutto da anni continuano a dare fiducia e si iscrivono, irriducibili: «la democrazia è alternativa alla realtà degli altri»; e dunque un impegno a costruire un’alternativa all’esistente.
Pannella nel suo intervento si è concesso infine quello che nella carta stampata viene rubricato come un “post scriptum”, e che molto spesso è più importante dello scritto stesso: ha fatto riferimento al “gheddafismo” dilagante; un “gheddafismo” che si può datare al 2 marzo del 2002. Una data scelta non a caso. In quei giorni il dittatore libico si adoperò con successo per far saltare la riunione della Lega Araba che doveva formalizzare la proposta di esilio per Saddam (con Saddam che questo invito aveva chiesto e sollecitato), che avrebbe scongiurato la guerra in Irak. Un bel favore, reso da Gheddafi a George W. Bush, con il contributo attivo e fattivo di Silvio Berlusconi. Quel Berlusconi che oggi definisce Gheddafi affidabile, e con cui ha stipulato un patto di amicizia di cui le Camere ancora oggi sono all’oscuro, e si è fatto fotografare compiaciuto assieme a un finanziere che non si capisce bene a che titolo era presente.
Si parlava di “tessere” che cominciano a comporre un disegno: la strenua difesa della legge, del diritto, della norma, anche quando questa legge, questo diritto, questa norma sono quelle del regime (ed è il regime che per primo le viola e le calpesta); il rilancio del progetto politico “Chianciano”; l’evidente importanza che assume l’iniziativa per assicurare l’anagrafe degli eletti; il Satyagraha mondiale per la pace e la democrazia, la guerra in Irak, Bush e l’esilio a Saddam. Tutto questo a pochi giorni dall’appuntamento congressuale di Chianciano.
Sarà un bel congresso, compagni. Un appuntamento davvero da non mancare.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 17 ottobre 2008)