Simone Giusti
Incubo
Robin Edizioni, pagg. 190, Euro 11,00
Un visionario che si aggira di notte tra le brumose strade della Londra di inizio secolo; un professore di storia che assiste, tra i vicoli di una Pisa soffocata dal caldo estivo, a un brutale omicidio; un giovane genio dell’informatica, trasferitosi da poco in una Sidney ultra moderna, inizia a essere perseguitato da una visione ossessiva. Tre storie, tre uomini lontani nel tempo e nello spazio, tre vite che non sembrano avere nulla in comune. Dietro le apparenze però, e oltre le distanze, un filo sottile unisce non solo il destino dei protagonisti, ma quello dell'umanità intera. Solo nell’ultimo racconto i nodi inizieranno a sciogliersi: un potente virus informatico ha infettato il sistema di sicurezza globale e il mondo sta per precipitare in un caos irreversibile. Chi è la mente che ha creato INCUBUS 3? Qualcuno che ha perso la consapevolezza e il ricordo. E qual è il legame che collega i protagonisti? Qualcosa che ha risalito il tempo e la storia acquistando sempre più potere. Tre racconti sul filo del rasoio, tre identità in bilico fra illusione e realtà, ragione e follia.
La presentazione in quarta di copertina non rende giustizia a un autore interessante come Simone Giusti, che viene dal mondo dei giuochi di ruolo e conosce il segreto di rendere avvincente una storia. Incubo ti cattura appena cominci la lettura perché il primo racconto è folgorante, da quanto è narrato a ritmi incalzanti e vissuto in presa diretta, usando la prima persona. Il lettore si affeziona al personaggio, vive le sue vicissitudini con trasporto e passione, al punto che è quasi dispiaciuto quando deve abbandonarlo per passare agli altri due episodi. Il finale delude leggermente, anche se la soluzione scelta (che non svelo) serve a collegare tre episodi che sembrano distanti tra loro e invece sono tre aspetti di una stessa esistenza.
Incubo è un fantathriller che ricorda la narrativa fantascientifica e il cyberpunk, generi molto cari all’autore, che sembra contaminato dalla scrittura di Philip Dick. Da leggere.
Gordiano Lupi