Cara Danila, che hai scritto a Notizie radicali che sei credente ma ‘non ne puoi veramente più di Ratzinger’ ti confesso che anch’io, che ti ho letto qui su Tellusfolio, sono credente ma non concordo con queste tue confessioni radicali.
Piace anche a me di andare alla radice delle cose indagando anche sulle radici dei nomi. Ho abbastanza spirito di osservazione per individuare in Capezzone l’ex segretario di Radicali Italiani, ora sostenitore del Governo, che non smette le sue prediche all’opposizione. Esser radicali non significa dunque aver esclusiva di predica, altrimenti non si riuscirebbe a capire come mai un radicale predichi ai radicali la via opposta, né aver una qualche garanzia di vero.
Non significa neppure aver ragione perché si grida in piazza che si è Cristiani.
Oggi festeggiamo san Daniele, francescano finito martire in Marocco e fatto a pezzi con i suoi frati perché andò là in piazza a dichiararsi Cristiano. Tu, Danila, non corri un rischio così, vero?
Veniamo al principio della laicità dello Stato e alla ‘banalità’ del Papa.
Il primo non è un principio ‘sacrosanto’, ma semplicemente neutro, come abbiamo visto nell’ottimo articolo di Jean-Jacques Peyronel: uno Stato organizzato bene dà modo a tutti di professare le proprie convinzioni senza urtare nessuno.
Il nostro Stato è organizzato male.
Veniamo alla banalità del Papa.
‘Bene’ in ebraico è figli. Far bene è far figli, BE NE in sumero, ‘generazione dell’Essere’.
Io non ho figli, dunque non ti faccio prediche su questo punto preciso. Ti faccio semplicemente osservare che banale sei tu che predichi al Papa teologo più sapiente del dopoguerra la liceità di non far figli come se credere il contrario fosse solo una sua idea specifica e banale.
Se tu fossi una credente di quelle che rientrano nel 12% degli Italiani che vanno ogni domenica a comunicarsi io comincerei a sentirmi a disagio. Però suppongo che per te costoro siano i ‘baciapile’.
Ti suppongo dunque nel 85%, i battezzati che per lo più non rinnegano il battesimo.
Se è così, e confido che così sia, la tua dichiarazione di credo è poca cosa. Un fingersi radicale per esprimere con i Radicali un disagio, una banalità, più che una cosa da rispettare.
Se così non è, io ti chiedo scusa e sono pronto al dialogo diretto con te.
Carlo Forin