QUELLO CHE MI RIMANE DI TE...
«De’ tuoi bianchi capelli, sì leggeri
Alla carezza e pur sì folti, in uno scrigno
Una ciocca serbo...»
(Ada Negri, “La ciocca bianca”)
Quello che mi rimane di te
È il calore materno
che mi hai forgiato
in quel momento estremo
quando ti baciavo la fronte
quando ti tenevo la mano, forte
mentre il tuo respiro si ritirava
poco a poco
come si ritirano i fiori
anche i più semplici
dai campi freschi di primavera.
Quello che mi rimane di te
È l’estrema scoperta...
le tue dita lunghe
della tua mano cara
erano quelle di un’artista
che suonava il pianoforte
non quelle sciupate dal duro lavoro
che donavi con amore.
Quello che mi rimane di te
È qualcosa che gioca a nascondiglio
dentro di me
ma che non posso esprimere
con penna e inchiostro
né con queste misere parole
che cadono pesanti e si seccano come foglie...
Á qualcosa d’impercettibile ma presente
che bussa spesso alla mia porta
e io, lieto, le apro ogni volta
anche se vedere non posso né toccare
ma solo godere della sua amabile presenza.
Quello che mi rimane di te
non è una ciocca né nera né bianca
ma un cestello di beati ricordi e fotografie
e questa penna e questo inchiostro
che m’aiutano a ricordarti
a ridarti vita e respiro
anche se per pochi effimeri istanti
dopo lunghi lunghi mesi di esilio.
Quello che mi rimane di te
È un pugno di lettere minuscole
con un significato maiuscolo
...A M O R E.
IL SANGUE E LA PACE
La pace distesa su larghe pianure
di margherite, acetoselle, caprifogli, papaveri,
la pace sulle vertici più alte dei monti e nelle valli
la pace nello sguardo curioso di un bimbo
la pace nel bacio materno di mattino, la sera
la pace che nasce dall’amicizia
la pace nel sorriso di una giovane
che passeggia lungo una spiaggia color onde blu
la pace di una coppia anziana che cammina ancora a braccetto
la pace che sgorga dal lavoro quotidiano...
Il sangue nei mercati e nelle strade dell’Oriente
il buio nelle parole e negli sguardi di centinaia
che danno al fuoco bandiere e promettono vendette
pezzetti insanguinati di membra umane seminate lungo l’aia
fucili e cannoni che sparano feroci
pseudo condottieri che fomentano rabbia tra i deboli di spirito
popoli divisi in Oriente e Levante, Sud e Nord
Cristiani e Musulmani, rossi e blu.
Milioni che cadono come foglie rinsecchite
carestie, malattie, guerre
e i pochi che s’abbuffano,
figli dell’avarizia e della vanità...
La pace sulla bocca del vecchio Apostolo
che trema inclinato aiutandosi da un bastone
più forte nello spirito di qualunque falco
che grida parole spietate!
Figlia del sole
Ti guardo, ti penso per ore
accecato dal tuo sorriso oro orizzonte
la pelle oscura l’estate
lunare d’inverno.
Scorgo nel tuo sguardo campi di margherite
scorgo, mentre cammini, l’ondeggiare
delle onde mediterranee verde-blu.
Il sole in mille scintille frammentato
scintillio che fuori si getta
dai tuoi giovani occhi sorridenti
sgorganti getti di speranza.
Ti guardo mesmerizzato
oscura, dal sole accarezzata
leggera e fresca come l’albero del limone
in quel vestito d’estate, leggero.
Ti fisso a lungo e mi vanto
d’avere vicino te cascata vivace
per me, leccio vecchio,
m’allontano dal giorno di ieri
giorno di male
estendo il palmo della mano
per berti, baciarti, fissarti
scorgendo me giovane, vitale
nei tuoi occhi specchio d’acqua.
Vorrei morire ancora più vecchio,
fissando i tuoi occhi color terra fertile
te sfiorando la pelle oro orizzonte
te respirando brezza leggera,
disteso contento a te vicino
te giovane eterna
chiudendo gli occhi
felice ricordando il cammino
fatto insieme.
Patrick Sammut
Patrick Sammut è nato a Malta nel 1968. Ha studiato la lingua e la letteratura maltese e italiana, insieme alla storia, all’Università di Malta, e più tardi ottenuto un Masters nella Letteratura Italiana Contemporanea con una tesi intitolata “Il Romanzo della Resistenza”. Tra il 1994 e il 1996 ha studiato letteratura italiana e critica letteraria all’Università degli Studi di Firenze. Insegna la lingua e la letteratura italiana e maltese al liceo “De La Salle” di Malta fin dal 1992.
Oggi è vice-Presidente dell’Associazione dei Poeti Maltesi, editore della rivista di poesia VERSI, e coordinatore di una pagina letteraria di un settimanale locale, Il-Gens illum. Tiene molti contatti con poeti e scrittori sia maltesi sia stranieri (dall’Italia, Inghilterra, Australia, Stati Uniti, Romania, India, Grecia). La sua prima poesia l’ha scritta nel 1992 durante un camping nel mezzo di madre natura e vicino al mare. Le sue poesie sono in maltese, in inglese e in italiano, e trattano temi come l’ambiente, la politica e il sociale, l’amore, la guerra e la sofferenza umana. La poesia la scrive quando lei chiama, perciò non regolarmente. E questo molte volte succede a metà notte quando gran parte dell’umanità dorme. Scrive inoltre studi di critica letteraria e anche racconti per bambini.
Ha pubblicato tre libri: due di critica letteraria che trattano la storia della letteratura maltese (concentrandosi sull’aspetto poesia) e un’antologia poetica co-autorata. Le sue poesie sono state pubblicate in riviste e giornali locali e stranieri, in Italia, Slovenia, Stati Uniti e Brasile, e alcune sono state tradotte in portoghese, in greco e in olandese.
Tra i suoi passatempi ci sono la lettura (soprattutto di letteratura mondiale), la scrittura, la fotografia, viaggiare e il cinema non-commerciale. Ha visto paesi come gli Stati Uniti (California e Oregon), Egitto (il Cairo), Romania e molte città italiane. Settembre 2008 lo ha visto partecipare al “Progetto Dante” di Ravenna, insieme al poeta e traduttore, Alfred Palma. Ama tenersi in contatto con altri poeti e scrittori tramite e-mail e tiene un blog aggiornato.
È sposato a Rosalie e tiene due bambini: Andrew di 5 anni, e Kristina di 2 anni.