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Nobel. Isolamento virus Hiv scoperta fondamentale 
In Italia dubbi sulla sperimentazione umana del vaccino. Interrogazione
07 Ottobre 2008
 

Il premio Nobel per la Medicina ai ricercatori che hanno isolato il virus Hiv, Luc Montagnier (foto) e Françoise Barrè Sinossie è meritatissimo. Stanno dando un contributo prezioso, così come spero vada a buon fine il lavoro iniziato insieme a un gruppo di ricercatori italiani e americani per un vaccino pediatrico.

 

Permangono però dubbi su come in Italia è sperimentato sull'uomo il vaccino anti-Aids, basato sulla proteina ricombinante Hiv-1 Tat, e più precisamente su quanto dichiarato nel 2005 dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), incaricata dell'ispezione sugli studi clinici svolti, che rivelò di aver riscontrato 7 deviazioni critiche e 3 deviazioni maggiori, tutte di competenza del promotore della sperimentazione, ossia l'Istituto Superiore della Sanità (Iss). Il verbale dell'AIFA informava che la sperimentazione non aveva raggiunto gli obiettivi e sui rischi nel continuarla. Alcuni professori, tra cui Fernando Aiuti, immunologo all'Università “La Sapienza” nonché membro dell'équipe di sperimentatori del vaccino in questione, scrissero tra gli altri al prof. Enrico Garaci (Presidente dell'Iss), alla dottoressa Barbara Ensoli, direttrice del reparto Aids dell'Iss e responsabile della sperimentazione, e al dott. Nello Martini (Direttore generale dell'Aifa) per riportare l'attenzione su quanto detto dall'Aifa e per sapere quale comitato etico avrebbe autorizzato il passaggio alla fase II della sperimentazione, prevista in Sud Africa. La dott.ssa Ensoli, non rispondendo alle domande del prof Aiuti e andando contro quanto dichiarato dall'Aifa, sostenne che gli obiettivi della sperimentazione erano stati raggiunti e che sarebbe stato giusto andare avanti nella sperimentazione. Per questo l'Iss autorizzo' a passare alla fase II della sperimentazione in Sud Africa.

Il 22 novembre 2006 un articolo del settimanale l'Espresso riportava la notizia che, secondo un altro scopritore di una variante del virus dell'Aids, il prof. Robert Gallo, la Tat attiva usata dall'Iss sarebbe potenzialmente tossica. Inoltre, nell'articolo si denunciava che i risultati della sperimentazione non fossero mai stati pubblicati su una rivista di rilievo scientifico internazionale e che si sarebbero verificati effetti collaterali gravissimi, quali un caso di paresi facciale e un altro problema muscolare importante.

A queste notizie si aggiungono quelle sui finanziamenti. Secondo varie fonti, tra cui la rivista scientifica Science (vol. 317 del 10 agosto 2007), in tutto sarebbero stati stanziati dal Governo italiano 52 milioni di euro, di cui 21 dal Ministero della Sanità per la sperimentazione in Italia e 31 per un programma generale contro l'Aids in Sud Africa. Nessuno dei due fondi è stato sottoposto al sistema di peer-review che prevede la valutazione dei progetti da parte di referees/revisori anonimi, competenti nella materia scientifica del progetto e indipendenti dal proponente il progetto stesso. La replica arrivò il 18 novembre 2007: Enrico Garaci, presidente dell'Iss, dalla pagine del quotidiano IlSole24Ore, ricordò come i soldi stanziati finora per portare avanti la sperimentazione vaccinale di fase II in Italia e in Sudafrica, erano 37 milioni di euro e non 52.

Per fare luce su questa vicenda, insieme al senatore Marco Perduca, ho rivolto al ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, un'interrogazione elaborata insieme all'Associazione Coscioni per sapere se non si ritenga opportuno spiegare questa vicenda, nel rispetto del principio di trasparenza ed equità, illustrando i motivi per cui si sta portando avanti tale sperimentazione nonostante da più parti ne sia stata denunciata la pericolosità.

 

Donatella Poretti

 

 

Qui il testo dell'interrogazione


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