Sempre più affollate le carceri italiane: 56.768 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 42.992 posti; e giorno dopo giorno aumenta la “quota” di detenuti stranieri: 21.178, circa il 37,31 per cento del totale. Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (30 settembre) è il carcere circondariale di Padova, l’istituto penitenziario con maggior numero di stranieri: 151 su 187, l’80,75 per cento; viene poi Parma 73 stranieri su 96 detenuti), e il penitenziario di Macomer, in Sardegna (66 su 89). I detenuti stranieri per lo più sono di nazionalità marocchina, romena, albanese, tunisina e nigeriana. Nel carcere milanese di San Vittore gli stranieri sono 935 su un totale di 1461 detenuti; in quello di Bologna 668 su 1046. In quello romano di Regina Coeli 596 su 971; a Torino 783 su 1438. Una tendenza in continua crescita. Nel 1990 i detenuti stranieri erano circa l’8 per cento. Sull’incremento ha pesato la legge Bossi-Fini: circa il 20 per cento dei detenuti extracomunitari è in carcere per aver disatteso le norme anti-clandestini.
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Ne ha parlato Europa qualche giorno fa, un articolo di Lino Duilio, significativamente intitolato: “Chi ha rubato l’8 per mille?”. Si tratta di questo: per quel che riguarda appunto l’8 per mille l’ammontare delle risorse da ripartire per il 2008 ammonta a un miliardo di euro; l’89 per cento di questo denaro andrà alla chiesa cattolica. Ma quanto va allo Stato? “Sulla base delle scelte fatte nei vari anni, è statisticamente rilevato che la cifra destinata allo Stato si aggira intorno ai 90 milioni di euro l’anno”, si legge su Europa. Una cifra che dovrebbe figurare nello stanziamento previsto per l’8 per mille statale. C’è però un’incongruenza: secondo la disponibilità di bilancio, per il 2008, risultano appena tre milioni e mezzo di euro. Una differenza vistosa. Cosa ancor più strana se si tiene conto che è crescente il numero dei cittadini che intende destinare l’8 per mille allo Stato. La cosa viene spiegata così: il governo Berlusconi ha definanziato il Fondo per l’8 per mille, utilizzando la quasi totalità delle risorse per la parziale copertura dei mancati introiti dell’ICI. In particolare, con il decreto di giugno sull’ICU sono state “sottratte” al fondo risorse per circa 60 milioni di euro, che la Finanziaria per il 2007 aveva appostato per l’8 per mille statale. Sono rimasti dunque gli spiccioli, che il governo propone di utilizzare per alcune calamità naturali: sette interventi in tutto. Già nel precedente governo Berlusconi il fondo era stato azzerato. Il governo Prodi poi aveva ricostituito il fondo con 45 milioni di euro. Il decreto Tremonti ha annullato ogni cosa. Accade così che un numero crescente di cittadini decide di destinare l’8 per mille allo Stato, e queste risorse spariscono. Su 808 domande ammesse al finanziamento con parere favorevole (su circa 1168 presentate) solo sette potranno essere soddisfatte. Bingo!
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Chi si ricorda più della Birmania? Il numero dei dissidenti politici in carcere in Birmania è praticamente raddoppiato rispetto all’anno scorso, e ha superato le duemila persone. Lo denuncia un rapporto diffuso dall’associazione assistenza ai prigionieri politici dell’ex Birmania, rilevando che nelle carceri di quel paese ci sono ora 2123 dissidenti, rispetto ai 1192 del giugno 2007. Un aumento che dimostra «il disprezzo della giunta militare per le Nazioni Unite, la comunità internazionale e la popolazione» si legge in una lettera che l’associazione ha inviato al segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon, e dove si chiede un impegno straordinario e prioritario per ottenere il rilascio di tutti i detenuti politici del paese prima o durante la sua visita in Birmania, prevista per il dicembre prossimo.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 6 ottobre 2008)