[Ringraziamo Pippo Magnaguagno (per contatti: pippomagna@lillinet.org) per questo intervento.
Filippo (Pippo) Magnaguagno, amico della nonviolenza, è tra gli animatori della Rete Lilliput, del “Comitato più democrazia e partecipazione”, di varie altre esperienze di pace e di solidarietà, e del movimento che a Vicenza si oppone alla nuova base militare straniera “Dal Molin”.]
Si svolgerà il 5 ottobre a Vicenza il referendum per impedire la realizzazione della nuova base di guerra “Dal Molin”. Per informazioni e contatti: www.dalmolin5ottobre.it
La consultazione del 5 ottobre a Vicenza sulla base “Dal Molin” è la parte più importante e innovativa di questa vicenda.
Gli stessi militari Usa danno estrema attenzione nei confronti di questo strumento, che ha già prodotto risultati (negativi per i militari, positivi per l'umanità) in Giappone e a Portorico.
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Come sostenuto dal sindaco di Vicenza, un Paese amico dovrebbe tenere in considerazione l'opinione della città che lo ospita nonché quella degli organi istituzionali. Naturalmente è bene ricordare la differenza tra “espressione” e “decisione”, in quanto i detrattori locali e nazionali della consultazione stanno cercando di confondere le acque: in termini procedurali ovviamente la decisione ultima su questi temi spetta (qualora l'iter legislativo fosse stato corretto) ai competenti organi istituzionali in base alla legge 898/76; ma l'espressione della cittadinanza vicentina, in quanto espressione della volontà della popolazione, è tutelata dall'articolo 21 della Costituzione (e nella gerarchia delle fonti di diritto nel nostro ordinamento giuridico la Costituzione come è noto ha la primazia) ed è quindi sempre legittima. Con la consultazione del 5 ottobre, i vicentini si esprimeranno: tutto qui, ed è significativo che proprio questo fatto di democrazia - l'espressione della volontà popolare - costituisca la più grande preoccupazione dei sostenitori della base Setaf.
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La consultazione si terrà il 5 di ottobre e, nonostante le resistenze di settori politici filogovernativi che hanno tentato di annullarne l'attuazione, si tratta di un momento storico in cui i cittadini saranno chiamati ad esprimere un'opinione sull'utilizzo dell'area in questione: il quesito del referendum consultivo infatti recita: «È Lei favorevole alla adozione da parte del consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di indirizzo politico-amministrativo, di una deliberazione per l'avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa sdemanializzazione, dell'area aeroportuale 'Dal Molin' - ove è prevista la realizzazione di una base militare statunitense - da destinare ad usi di interesse collettivo salvaguardando l'integrità ambientale del sito?».
I detrattori di tale momento di democrazia adducono obiezioni speciose e mistificanti; è invece del tutto evidente che si dovrà conto della volontà che verrà espressa dai cittadini (quale che essa sia).
Se questa volontà sarà positiva si aggiungerà agli altri risultati ottenuti in altre parti del mondo che testimoniano come le popolazioni non vogliano le basi militari.
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Ribadiamo che ciò che conta è l'espressione popolare, dato anche che, da un recente sondaggio apparso sul Corriere veneto, l'80% dei cittadini di Vicenza vuole la consultazione.
Comunque vada si tratta di un importantissimo precedente: la gente può esprimersi (e lo fa) sulla presenza militare Usa sul suolo italiano; un altro tassello di un intricatissimo percorso che dovrebbe anche portare alla desecretazione degli accordi militari segreti del '48 e '54 dimostrandone quindi l'intrinseca, se non palese, incostituzionalità. Da quel momento in poi il percorso dovrebbe essere più snello, ammesso che per quel giorno la nostra Costituzione esista ancora o abbia conservato la maggior parte del suo alto contenuto di ripudio alla guerra.
Pippo Magnaguagno
(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 25 settembre 2008)