Grazie a “Radio Carcere”, che li ha ottenuti dal Ministero della Giustizia, siamo in grado di anticipare alcuni dati del Ministero della Giustizia che possono sorprendere solamente chi non ha voluto vedere cosa accade da anni in Italia in materia di obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale.
Nel 2007 su 144.047 (dati non definitivi) declaratorie di prescrizioni ben 116.207 (di cui solo 3.437 per procedimenti pendenti contro ignoti) sono stati definiti in fase di indagini preliminari con una richiesta di archiviazione, dunque senza alcun esercizio dell'azione penale da parte dei Pubblici Ministeri, pur in presenza di notizie di reato non infondate.
Solamente 27.840 le prescrizioni pronunziate nella fase dell'udienza preliminare e nel corso dei primi due gradi di giudizio di merito.
130.684 i decreti di archiviazione per prescrizione nell'anno 2002, 171.024 i decreti di archiviazione per prescrizione nel 2003, 178.265 nel 2004, 139.634 nel 2005, 65.574 nel primo semestre del 2006.
Come si vede si tratta di dati costanti, che non hanno risentito della nuova normativa sulle prescrizioni introdotta solo nel 2005 dalla cd. Legge ex Cirielli e che tolgono qualsiasi argomentazione a coloro che sostengono che le prescrizioni maturano per le “troppe garanzie difensive” o per gli atteggiamenti dilatori ed ostruzionistici dei “difensori”.
Si tratta, infatti, di prescrizioni maturate sui tavoli e gli scaffali degli Uffici dei Pubblici Ministeri per le quali non è stata esercitata l'azione penale, per notizie di reato evidentemente non infondate, in una fase in cui le attività defensionali sono praticamente pari a 0 ed allo allo “0” statistico.
Si tratta, di oltre 865.000 potenziali crimini che in sei anni i Pubblici Ministeri, ciascuno nel chiuso della propria stanza, hanno scelto, volenti o nolenti, di non perseguire, scegliendo, volenti o nolenti, di perseguirne altri, magari spendendo molti quattrini della collettività e magari poi trovando molte assoluzioni nel merito lungo la strada.
Si tratta di scelte di cui non si conoscono criteri, termini, motivazioni, si tratta di scelte connaturate dall'assenza di qualsiasi principio di responsabilità.
Potenzialmente 865.000 cittadini vittime di reati non hanno trovato giustizia, e 865.000 rei sono stati privilegiati rispetto ad altri non essendo di fatto tutti uguali davanti alla legge.
Per chi non se ne fosse ancora accorto questi dati dimostrano che l'obbligatorietà dell'azione penale è morta da tempo, solamente chi vuol conservare questo sistema di scelte e di non responsabilità può continuare a difendere un principio che nei fatti non esiste più.
Ribadiamo a tutti l'invito perO il Convegno Internazionale che si terrà il 29 e 30 settembre, a Roma, Sala delle Colonne, Camera dei Deputati, ove sarà presente anche il Ministro della Giustizia Alfano per discutere di come debba essere radicalmente riformato un sistema privo di qualsiasi senso compiuto nell'Italia del 2008.
Rita Bernardini
deputata radicale eletta nel PD e membro della Commissione Giustizia della Camera
Giuseppe Rossodivita
presidente del Comitato Radicale per la Giustizia P. Calamandrei
(da Notizie radicali, 24 settembre 2008)