Il 26 settembre 2006 è stato istituito un Fondo speciale, frutto di un accordo tra Governo, Regioni e autonomie locali, col fine di sviluppare una rete di asili nido e di servizi integrativi sul territorio nazionale, con uno stanziamento complessivo di 774 milioni di euro.
Questo fondo avrebbe dovuto permettere di passare dal 9,1% attuale di copertura sul territorio, ad un'offerta del 15%, accorciando le distanze dagli obiettivi fissati dall’Agenda di Lisbona (il 33% entro il 2010), cercando di garantire uno sviluppo omogeneo tra i servizi offerti al Nord e quelli a Sud, fissando al 6% il livello minimo di copertura per ogni Regione.
Finora però di questi soldi non è stato speso neppure un euro, ed alcune regioni, tra cui la Campania, l'Abruzzo e la Calabria non hanno neppure presentato i piani di spesa.
Molti intralci sono rappresentati dalla burocrazia e dai vincoli di bilancio, esborsi per il sociale legati al patto di stabilità che non permettono di aumentare la spesa e nemmeno l'utilizzo dei soldi disponibili.
Non c'è dunque da meravigliarsi se nessuna regione italiana arriva all'obiettivo Ue del 33%.
Per queste ragioni, insieme ai senatori Emma Bonino e Marco Perduca, ho presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per i rapporti con le Regioni e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla famiglia, per sapere:
- se intendano semplificare l'iter burocratico al fine di snellire le procedure di accesso ai fondi;
- come intendano affrontare il problema delle Regioni che non presentano piani di spesa e che hanno una minima ricettività di bambini;
- come intendano assicurare ai Comuni le risorse sufficienti anche per far funzionare i nidi che dovrebbero essere costruiti;
- come saranno utilizzati i soldi non spesi.
Donatella Poretti