È una marea nera, che sale, ci sommerge. Non se ne può davvero più. Ogni giorno, ogni ora, ogni momento. È la marea clericale.
Fosse per loro, si dovrebbe vivere prigionieri di una colossale cintura di castità. Dicono di NO a tutto. NO alla pillola del giorno prima e a quella del giorno dopo. NO all’uso dei preservativi, perché in nome della vita dobbiamo rischiare la vita con l’AIDS e altre malattie. NO al divorzio, anche quando la vita di coppia è un inferno (e però, con la Sacra Rota si attribuiscono il diritto di sciogliere a pagamento qualsiasi vincolo). NO all’aborto, anche quando la gravidanza non è desiderata, è stata imposta. NO alla libertà della ricerca scientifica. NO al diritto di ognuno di noi di stabilire quando una vita è degna di essere vissuta, e quando, invece, ci risulta insopportabile. NO all’informazione sui profilattici, al controllo delle nascite, alle pianificazioni familiari nelle aree crescenti nelle quali si muore di fame, di AIDS, di disastri ecologici e demografici. Proibire, vietare, ma mai legalizzare, regolare, “governare” per superare tragedie di ogni tipo e in ogni angolo del mondo. NO a tutto. Non si può essere massoni, perché si viola la legge divina; non ci si può masturbare, per non disperdere il seme, non è raccomandabile farsi prendere in giro dagli oroscopi; non si può giocare d’azzardo; non si può fumare uno spinello.
Stabiliscono quale spettacolo televisivo è morale, e quale non lo è; quale film va visto o no, quale libro va letto o no, i farmacisti di religione cattolica, a sentir loro, dovrebbero fare obiezione di coscienza, e non consegnare a chi la richiede la pillola del giorno dopo; e si arriva ad approvare chi nega farmaci anti-dolore a donne che devono partorire… Insomma, non si può fare nulla. Ma davvero: ci lascino campare!
In nome della fede, della carità, queste persone senza misericordia si comportano oggi come ieri con Galileo o Giordano Bruno. I Galileo e i Giordano Bruno dei nostri tempi si chiamano Luca Coscioni, e i diecimila malati di sclerosi laterale amiotrofica: una terribile malattia che potrebbe forse essere curata facendo ricordo alle cellule staminali. In Italia non si può, a causa dell’opposizione della Chiesa vaticana, che vuole imporre il divieto all’utilizzo di cellule staminali prelevate dagli embrioni soprannumerari.
A cosa serve, mille anni dopo, chiedere scusa per il rogo in cui è stato arrostito Giordano Bruno, a che cosa serve chiedere scusa per le persecuzioni e le sofferenze inferte agli ebrei; a cosa serve riconoscere l’abominio e lo scempio dell’inquisizione, quando l’oscurantismo clericale continua a manifestarsi in mille occasioni?
Chiamateci pure anticlericali d’antan. Noi si continua a credere che l’Italia potrebbe essere un paese migliore se non ci fosse nessun Concordato; sottoscriviamo ogni parola del poeta Eugenio Montale: «Il Concordato e i suoi annessi, mi fa ricordare quei fossili che si tengono sotto vetro per paura che vadano a pezzi. Bisogna prenderlo com’è o lasciarlo (andare a pezzi). Ogni modifica non farebbe che peggiorarlo. Lasciamo dunque morire questo anacronistico istituto nato in tempi in cui lo Stato, o meglio il potere, rinunziò a se stesso per poter sopravvivere. E apriamo la via a un nuovo e civile modus vivendi che restituisca autonomia allo Stato e autonomia alla Chiesa di Roma e a ogni altra fede e culto. Facciamo che l’Italia sia un paese di piena libertà religiosa!».
Il XX Settembre per noi radicali, è un giorno di festa. È di nuovo l’ora di tornare ad affermare diritto e libertà. Come ricorda Ernesto Rossi, la lotta anticlericale è di nuovo, oggi, in Italia, lotta contro la reazione e il proseguimento della lotta antifascista e per la libertà: «Occorre che tutti coloro a cui puzza il dominio dei preti siano fermamente decisi a rifare il cammino, sulla strada che nel 1870 condusse il trionfo della breccia di Porta Pia».
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 19 settembre 2008)