1. Dentro di sé. Michel Foucault in questa Storia della sessualità in tre volumi (La volontà di sapere, L’uso dei piaceri e La cura di se) editi da Feltrinelli rispettivamente nel 2008, 2004 e 2006 mette in scena un dispositivo che attraversa e scorge l’interno dell’animo umano. Ovvero, la piena scaturigine della psiche, l’interiorità dell’uomo, l’intimo e il personale dell’essere umano. Lungo la storia raccontata nei tre volumi è possibile scorgere una «Indagine sul modo in cui si è formato, da più di tre secoli, il sapere sul sesso; sul modo in cui si sono moltiplicati i discorsi che l’hanno preso ad oggetto, e sulle ragioni per le quali siamo giunti a dare un valore quasi favoloso alla verità che essi pensavano produrre». Una storia intorno ai modi della conoscenza che gli esseri umani hanno messo in atto per impadronirsi dell’esperienza sessuale. E quindi un percorso dentro il profondo di ogni uomo alla ricerca di quel rapporto che proprio ogni uomo ha con se stesso. Il tutto all’insegna di una certa austerità che caratterizzerà le elaborazioni formali sulla sessualità nei primi due secoli della nostra era. La precisione di prescrizioni e obblighi, legata ad una cura ed una cultura di se che si deve sempre mettere in atto, portano, se confrontate con quello che gli uomini hanno capito intorno ai comportamenti sessuali, ad una discriminazione di se stessi, dell’intimo della propria personalità. Una storia di ciò che l’uomo ha elaborato, con grande attenzione, dentro di se a proposito dei comportamenti sessuali: Michel Foucault scrive questa storia. E lo fa sempre dal punto di vista di una teoria della conoscenza e del sapere.
2. La storia di una ricerca. «Non ho voluto fare una storia di comportamenti sessuali nelle società occidentali, ma trattare un problema molto più austero e circoscritto: in che modo questi comportamenti sono diventati oggetti di sapere? Come, cioè per quali vie e per quali ragioni, si è organizzato questo campo di conoscenza che, con una parola recente chiamiamo la “sessualità”?». Una storia cioè della maniera in cui determinati atti della vita di ognuno sono divenuti oggetto di riflessione, di azione e di meditazione per gli uomini. «Mi sembra che a partire dal XVIII secolo si possano distinguere quattro grandi insiemi strategici, che sviluppano a proposito del sesso dispositivi specifici di sapere e di potere». Quattro insiemi strategici che diventano la realtà dei fatti. Una realtà che scaturisce direttamente dal triplice rapporto potere-sapere-sessualità. «Isterizzazione del corpo della donna: triplice processo con il quale il corpo della donna è stato analizzato - qualificato e squalificato- come corpo integralmente saturo di sessualità, con il quale questo corpo è stato integrato, per effetto di una patologia che gli sarebbe intrinseca al campo delle pratiche mediche; con il quale infine è stato messo in comunicazione organica con il corpo sociale (di cui deve assicurare la fecondità regolata), lo spazio familiare (di cui deve essere elemento essenziale e funzionale) e la vita dei figli (che produce e che deve garantire grazie ad una responsabilità biologico-morale che dura per tutto il periodo dell’educazione): la Madre, con la sua immagine in negativo che è la “donna nervosa”, costituisce la forma più visibile di questa isterizzazione». Secondo insieme strategico è la «Pedagoggizzazione del sesso del bambino: duplice affermazione che quasi tutti i bambini si danno o sono suscettibili di darsi ad un’attività sessuale; e che questa attività sessuale, che è illecita, “naturale” e “contro natura” ad un tempo, porta in se pericoli fisici e morali, collettivi ed individuali; i bambini sono definiti come esseri sessuali “al limite”, al di qua e contemporaneamente già nel sesso su una linea critica di divisione; i genitori, le famiglie, gli educatori, i medici e più tardi gli psicologi devono occuparsi, in modo continuo, di questo germe sessuale prezioso e soggetto a rischi, pericoloso ed in pericolo; questa pedagogizzazione si manifesta soprattutto nella guerra contro l’onanismo, che è durata in Occidente quasi due secoli». E ancora: «Socializzazione delle condotte procreatrici: socializzazione economica attraverso tutte le incitazioni o i freni posti alla fecondità delle coppie a mezzo di misure “sociali” o fiscali; socializzazione politica attraverso la responsabilizzazione delle coppie nei confronti dell’intero corpo sociale (che bisogna limitare o al contrario rafforzare). Socializzazione medica attraverso il valore patogeno per l’individuo e per la specie attribuito alle pratiche di controllo delle nascite». Ed infine: «Psichiatrizzazione del piacere perverso: l’istinto sessuale è stato isolato come istinto biologico e psichico autonomo; si è fatta l’analisi clinica di tutte le forme di anomalie da cui può essere affetto; gli si è assegnato un ruolo di normalizzazione e di patologizzazione sull’intera condotta; si è infine cercata per queste anomalie una tecnologia collettiva». Il tutto con la convinzione di fondo che anima l’intero discorso di Foucalt che «La “sessualità” è l’insieme degli effetti prodotti nei corpi, nei comportamenti, nei rapporti sociali da un certo dispositivo che dipende da una tecnologia politica complessa». Come si è formata la cultura della sessualità? In qualche modo? Quali sono stati i modi con i quali gli uomini hanno imparato la propria sessualità? Una disamina all’interno delle idee e delle teorie degli uomini intorno alla loro sessualità. Ciò che ognuno ha capito riguardo i propri comportamenti sessuali. La storia di una ricerca continua e costante all’interno dei costumi, delle convenzioni, della letteratura, degli usi e delle leggi.
3. Una riflessione di tipo psicologico. Nell’Antichità le pratiche sessuali sono state problematizzate, dice Foucault, attraverso «pratiche di se» che tendono a realizzare una vera e propria estetica dell’esistenza. La riflessione morale sulla sessualità antica tende ad elaborare le condizioni di un corretto «uso dei piaceri». La riflessione si orienta verso una stilizzazione degli atteggiamenti e, quindi, della libertà.
Lottare con desideri e piaceri significa ora prima di tutto misurarsi con se stessi.
«Ora, sembra proprio, quanto meno a un primo approccio, che le riflessioni morali nell’Antichità greca o greco- romana siano state molto più orientate verso le pratiche di sé e il problema dell’ askesis che non verso le codificazioni di comportamenti e la definizione rigida del lecito e dell’illecito».
La cura di se, la cultura della propria interiorità… Una riflessione di tipo psicologico è la seconda tappa di questa Storia della sessualità che si dipana attraverso una ricerca ininterrotta del proprio intendere e del proprio volere nell’ambito della sessualità.
4. Delle prescrizioni molto precise. «Diffidenza nei confronti dei piaceri; insistenza sugli effetti del loro abuso sul corpo e sullo spirito, valorizzazione del matrimonio e dei doveri coniugali, presa di distanza nei confronti dei significati spirituali attribuiti all’amore per i ragazzi: vi è, nel pensiero dei filosofi e dei medici nel corso dei primi due secoli, una generale severità».
Un clima di grande austerità sovrasta, adesso, l’uso dei piaceri.
Le riflessioni e le raccomandazioni si fanno esplicite e precise.
Questa storia di ciò che l’uomo ha elaborato dentro di se riguardo le attività sessuali comprende adesso la delucidazione di tutta una serie di divieti e di obblighi.
La Storia delle sessualità centrata sulla storia di un anima, adesso, diventa la storia del rigore di ingiunzioni ed istituzioni molteplici.
Dice Curzio Rufo a questo proposito che: «Coloro che si dedicano ai rapporti sessuali, e soprattutto coloro che vi si abbandonano senza troppi riguardi, devono aver cura di se stessi in modo molto più rigoroso degli altri, affinchè, mettendo il loro corpo nelle migliori condizioni possibili, risentano meno profondamente degli effetti negativi di tali rapporti».
La cura di se è collegata al rischio della pratica sessuale in un clima molto duro per quanto riguarda la sessualità.
La storia di questa ricerca che gli uomini fanno dentro di se ha portato alla cultura del proprio essere e al adeguamento a prescrizioni molto severe.
Foucault ha tracciato così il discorso della storia di un anima che ha a che fare con la sessualità.
Di tutto quel che ne apprende, di tutto quel che ne patisce, di tutti i desideri da cui è squassata.
La Storia della sessualità è perciò giocata prima di tutto all’interno della psiche umana. Di questa ne traccia il perimetro e ne costituisce la forma.
Gianfranco Cordì