Faraòn Meteosès non è altri che Stefano Amorese, classe ’65. Già dall’83 realizza rigorose autoproduzioni editoriali, fra tutte la plaquette Samizdat (dal verbo russo Samoizdatel'stvo, “pubblicare da sé”). Scrive ed interpreta con la compagnia parateatrale Il Piede di porco una rappresentazione di teatro di poesia: Per ludum dicere. Al suo attivo, composizioni di poesia a voci plurime, pubblicazioni su riviste e in rete, interventi radiotelevisivi, partecipazioni a varie rassegne di poesia, collaborazioni per elaborati sinestetici. Suoi testi sono presenti in diverse antologie. È autore di Psicofantaossessioni (Lietocolle, 2007).
Roma-Fregene. Fregene-Roma
Roma-Fregene.
Ventitré chilometri circa.
Accodati al camion locomotiva
traslocando incarrozzati per un fatto qualunquista.
Per uno sfratto esecutivo (senza tetto!)
massificante (senza senso!)
obbligatoriamente e unicamente estivo!
Dall'epicentro si propagano empori
e grandi magazzini commerciali
il sismografo del business dà concessionarie convenzionate
distributori automatici e non
di carburante, di miscele, bevande gassate,
tasselli di cocomeri, granaglie
attraverso falsi piani in fondotinta
false colline di fard
false campagne con tintarella
laghetti artificiali, trote di caucciù,
lenze e ruffiani abbronzati
di falso tutto
o quasi tutto
guidando sospettosi ma fidandosi ciecamente
della pubblicità in corsa
senza poter schivare i cavalcavia
senza poter scegliere altra via, che questa Aurelia
per il relax-fine settimanale dell'idiozia
per il festival del turismo fai da te-extra-comunale
per la fiera del libro galleggiante
per il leon d'oro della ciambella senza buco
per il gran bracciolo monco di Capitan Uncino
per la sagra della braciola pizza e fichi
frittata di pasta nazional-popolare
del corteo mini-vacanziero benpensante,
benpagante, bencontento
ingabbiato ed infornato nella lamiera
condizionato nelle arie che si dà, elettricamente affacciato
sui pneumatici claudicanti
come guardoni da parcheggio abusivo, da sottoelevata
si scruta il posto, si lotta con arte marziale
si avanza con fare bellico per 6 metri quadrati
contro i principianti-patentati, primini in prova
della domenica e giorni festivi
fino alla spiaggia libera in multiproprietà
di sabbia in plastica
di granelli in plexiglas
sotto l'ombrellone che ha fatto la sua stagione
incartapecorito dall'ultravioletto
spezzato ma non piegato dal vento
nell'ecosistema scarafaggesco
di un mare forza 4 grigio-topo
di un inquinamento stratiforme di verdi mucillagini
che otturano i depuratori costretti a cristeri
a punture, ad analisi per rilevamento batteriologico
di virus in pus, di micosi fungicida
per selvaggi baroni dell'edilizia
per incivili vassalli del consumismo
di linguette d'alluminio di interdentali detriti
di merendine pomeridiane
di topless penduli
di ventri a medusa intonati al paesaggio
di costumi a salsicciotto, attillati, interi
a doppio petto, a 3 bottoni
per un ultimo film di Pasolini
(qui una volta tutta Cinecittà era in stile balneare)
e qua e là sparute bandiere rosse al <Villaggio dei pescatori>
che controllano su TV a un solo pollice
bollettini nautici di <Sereno variabile>
sulle prime note dell'emarginazione
lascio la mia impronta digitale
un'orma podologa, un epitaffio che mi soffio
negli stabilimenti limitrofi incubatrici di porci e cavallette:
elenco di very important person!
: - My ice-cream... my dream!
Fregene-Roma.
I pali della luce sono i soli a stare educatamente in fila
altri si atteggiano come i Presidenti del Rushmore
e i fili sottili di metallo sono traiettorie di volo
a basso planare per angeli obesi e sudaticci
e in primo imbrunire visti da un'altra angolazione
anche se non li ho mai visti, i palazzi
mi sembrano quelli di Hollywood:
nel mio abitacolo mi canta
Frank Sinatra straniero nella notte e in ritorno a Roma
anche i motorini inevitabilmente ci sorpassano!
Un inedito da Ecolallaliche
8. catene
strette catene
tintinnano sincrone al pulsare dolente
delle tempie
quando i pensieri si arrovellano agli anelli
uno ad uno come i grani del rosario
nell'appello all'empietà degli schiavisti
il diritto umano è calpestato
dai tacchi a spillo degli aguzzini
obbligano alla prova della corda
come gli inquisitori.
Il dolce cammino…
(composizioni per 32 sequenze del fotografo Fabrizio Buratta)
Qui [in file pdf]