Martedì , 12 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Oblò Mitteleuropa
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Un intellettuale di spicco negli anni della guerra fredda: Friedrich Torberg
16 Settembre 2008
 

Al versatile Friedrich Torberg (1908-1979), personalità controversa della cultura ebraica negli anni della guerra fredda, in occasione del centenario dalla nascita - che cade proprio oggi, 16 settembre - è dedicata una mostra negli spazi dello Jüdisches Museum [Museo ebraico] di Vienna. L’esposizione, che si avvale di materiali (manoscritti, lettere e volumi) del lascito, custodito nella Wienbibliothek im Rathaus [Biblioteca viennese nel Municipio], di documenti della Nationalbibliothek, nonché di spezzoni di film e trasmissioni radiofoniche d’epoca, intende illustrare la vita e l’opera di Torberg, intellettuale dalle molte sfaccettature, giudicato in maniera contraddittoria: per questo la mostra è intitolata Die “Gefahren der Vielseitigkeit” [I pericoli della poliedricità].

Nato a Vienna quando la metropoli danubiana era la capitale dell’imperial-regia compagine francogiuseppina, nel 1921 Torberg si trasferì con la famiglia a Praga, dove conseguì la maturità e dove, da cittadino ceco, nel 1928 divenne, con la sua squadra, campione di pallanuoto. Iscrittosi a giurisprudenza, interruppe ben presto gli studi universitari e iniziò a scrivere, arrivando a un successo insperato con il suo primo romanzo Der Schüler Gerber hat absolviert [L’allievo Gerber ha dato la maturità].

Il protagonista, Kurt Gerber, è una delle tante vittime di un sistema scolastico repressivo, dove gli insegnanti tendono più a “domare” che a formare gli allievi, esposti a un autoritarismo insensato e costretti a un’ubbidienza imposta senza possibilità di replica. Gerber, in particolare, è il bersaglio preferito del sadico professore di matematica Kupfer, che esercita contro di lui la sua presunta “onnipotenza”. Il terrore che la scuola gli incute induce alla fine il sensibile e fragile Gerber, convinto di aver sbagliato un compito alla maturità e quindi di essere stato bocciato, a gettarsi dalla finestra ancor prima di conoscere l’esito dell’esame. La gioventù dell’era fra le due guerre si riconobbe nella vicenda di Gerber e trasformò il romanzo, che pur non eccelle per limpidezza di stile, in un bestseller.

Il miracolo del successo non si ripeté tuttavia nelle opere successive, anche perché Torberg, dopo l’ascesa al potere di Hitler, si impegnò soprattutto da giornalista in una vivace campagna antinazista. Con l’invasione della Cecoslovacchia nel 1939 fu costretto all’esilio che, dopo varie tappe, lo portò negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Angeles, dove lavorò come giornalista, traduttore, insegnante di tedesco.

Agli anni dell’esilio risale la stesura della sua opera più significativa dal punto di vista letterario, la novella Mein ist die Rache [Mia è la vendetta], che in uno stile lucido descrive le violenze subite da un gruppo di ebrei in un campo di sterminio nazista sul confine olandese. Il racconto prende il titolo dalla scelta del protagonista, diviso fra la devozione religiosa, che gli chiede di rimettere a Dio il suo destino di innocente perseguitato da un crudele e fanatico ufficiale, e il desiderio, che alla fine prevale, di eliminare quell’odioso e sadico antisemita che vorrebbe indurre anche lui, com’è già riuscito a fare con altri suoi compagni, al suicidio.

A ridare fama di scrittore di livello a Torberg, che rientrò a Vienna nel 1951 continuando a guadagnarsi da vivere come giornalista, non fu tuttavia questo bel racconto con il quale lo scrittore aveva certo tentato di esorcizzare anche drammi personalissimi, visto che nel 1941 sua madre era stata deportata a Litzmannstadt. Pubblicata nel 1947, la novella passò allora piuttosto inosservata, mentre grande successo fu di nuovo tributato negli anni settanta a Torberg per una serie di aneddoti, distribuiti in due volumi, che hanno come protagonista Die Tante Jolesch [La zia Jolesch] e raccontano in tono faceto e amaro - ricostruendo per flash la vita degli Ebrei in Austria prima dell’annessione al Terzo Reich - “il crollo della cultura occidentale”.

Apprezzato da molti per la sua indefessa coscienza di Ebreo, molto criticato da altri per le sue decise prese di posizione anticomuniste, Torberg morì poco più che settantenne a Vienna, concludendo la sua vita ricca di peripezie nella città in cui era nato.

 

Gabriella Rovagnati


Foto allegate

Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy