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Paolo Diodati. Acqua: occhio al contatore
23 Settembre 2008
 

Con questa segnalazione non voglio sostenere che tutti o gran parte dei contatori d’acqua siano affetti da errori di misura a danno degli utenti. Intendo solo parlare di un caso reale, che sicuramente non sarà unico, e reclamare pubblicamente contro la regola, che spero non sia valida a livello nazionale, che vieta di fare un controllo sull’attendibilità di un contatore, eseguita davanti all’utente e, soprattutto, senza estrarlo dalla rete. Attualmente la Umbra Acque, in caso di segnalazione di funzionamento anomalo, invia un tecnico che, staccato il contatore dalla tubatura erogatrice, esegue un controllo inserendo “in parallelo”, accanto al contatore da controllare, una derivazione con un contatore di riferimento. Oppure sostituisce un nuovo contatore al vecchio sul quale sarà effettuato il controllo nelle officine della società. Se l’esito delle prove dimostrerà il regolare funzionamento del contatore, l’utente dovrà pagare il costo delle operazioni.

Il baco in tale procedura è questo: una volta estratto il contatore dalla rete, il suo filtro verrà inevitabilmente ripulito (sabbia e sassolini possono anche cadere da soli) e le misure torneranno ad essere esatte.

Anni fa dimostrai inequivocabilmente, proprio presso le officine della società, che un contatore con il filtro parzialmente ostruito da depositi calcarei segna, e fa pagare, più del quantitativo d’acqua realmente erogato. Davanti a tecnici, geometri e ingegneri, su loro ironica richiesta, dimostrai che erogando un litro esatto d’acqua, il loro contatore segnava la quantità provocatoriamente richiestami: dieci litri. Ero pronto a farne risultare anche molti di più. Seppi allora, restato con i tecnici increduli, che quella semplicissima e banalissima dimostrazione “forse spiegava le migliaia di contestazioni e di liti condominiali, in cui la somma dei consumi singoli dei vari condomini, non è spesso uguale al valore segnato dal contatore generale.”

Per una nuova contestazione in atto la Umbra Acque vuole spedire il contatore direttamente alla ditta fornitrice dei contatori. Dimenticando, di nuovo, il semplice fatto che, pulendo il filtro, il contatore non può che rifunzionare correttamente.

Forse sarebbe utile far studiare la fisica, in questo caso la facile e utile idrodinamica, a tutti quanti..

 

Chi sopporterà la noia della lettura che segue, capirà la semplice spiegazione del perché, in alcuni casi, le bollette possano risultare gonfiate per un consumo fittizio.

 

Da bambini ci si può divertire con una girandola, mettendola per esempio, fuori dal finestrino della macchina. Quando si è fermi, quella non gira. Se si è in moto, con la rapidità con cui gira, si potrebbe misurare la velocità a cui andiamo. Poi si impara che, per far asciugare prima i capelli, bisogna aumentare il numero dei giri che fa la “girandola-ventola”. Facendo aumentare il numero di giri, aumenta le velocità del vento generato dall’asciugacapelli. Così si impara, annaffiando l’orto o gli amici, che se vogliamo aumentare la distanza a cui arriva il getto d’acqua, una volta aperto al massimo il rubinetto, dobbiamo “strizzare”, la parte finale del tubo che abbiamo in mano. In tal modo diminuiamo la superficie da cui fuoriesce l’acqua e, per una legge dell’idrodinamica, aumenta la velocità di uscita del liquido e quindi “la gittata del getto”. La legge dice che deve restare costante, in certe condizioni, il prodotto tra la superficie da cui esce il liquido e la velocità con cui esce. Se applichiamo, alla parte terminale del tubo, dei dischetti con fori sempre più piccoli, il getto arriverà sempre più lontano, per quella legge che gli studenti delle scuole medie dovrebbero conoscere come “legge o equazione di continuità”.

Fatta questa premessa, consideriamo ora il funzionamento di un comune contatore che ognuno di noi ha in casa e in base al quale paghiamo il consumo d’acqua che ci viene addebitato.

Il tipo di contatore riportato in figura è uno di quelli più diffusi. Presenta, in questo caso, cinque zeri allineati nella parte superiore. Rappresentano il consumo in metri cubi, come risulta dal simbolo m3, sulla destra. Un metro cubo equivale a 1.000 litri.

I cerchietti numerati da 0 a 9, con la lancetta in rosso sullo zero, misurano, procedendo in senso orario, i decimi di m3, i centesimi di m3, i millesimi di m3 (cioè i litri) e addirittura i decimi di litro (decilitri). La rotellina nera centrale a sei punte, è collegata a un mulinello (rotore) che viene messo in moto dall’acqua che, attraversando il contatore, colpisce le sue palette. Semplici meccanismi, concettualmente simili a quelli usati per i movimenti delle lancette degli orologi tradizionali, dai più semplici ai cronometri, trasmettono in base a rapporti numerici fissi, la rotazione del rotore alle quattro lancette rosse e alle rotelline che permettono la lettura dei metri cubi. I rapporti sono di dieci a uno. La rotellina più veloce, quella più a sinistra, compiuto un giro intero, fa spostare di un decimo di giro quella alla sua destra, più lenta. Per esempio, l’indice rosso dei decilitri (primo cerchio a sinistra) se si sposta di una tacca, segna il passaggio di un decilitro di acqua. Deve fare un giro completo (dieci decilitri) perché l’indice rosso del cerchio alla sua destra, si sposti di una tacca, segnando quindi il passaggio di un litro.

Tutto chiaro?

Bene. Allora provate a immaginare cosa accadrebbe se in prossimità del rotore, prima che l’acqua colpisca le sue palette, mettessimo un dischetto con un foro centrale di dimensioni variabili (cfr. immagine 1 allegata). Quanto più piccolo sarebbe il foro, tanto più elevata sarebbe la velocità dell’acqua che investirebbe il rotore. Esattamente come avviene se strizziamo il tubo di cui abbiamo parlato. Di conseguenza, tanto più elevato risulterebbe il consumo “fasullo” che vi verrebbe addebitato.

Lo stesso accade se, invece di usare un dischetto forato, ostruiamo parzialmente il filtro con sabbia, sassolini o depositi calcarei.

Nel disegno a sinistra sono raffigurati il rotore con il mulinello messo in rotazione dal flusso d’acqua e un filtro pulito. Per semplicità le due frecce dritte, prima e dopo il passaggio attraverso il filtro, sono state disegnate uguali. Indicano, in base ad una convenzione simbolica, una stessa velocità. Nel disegno a destra il filtro è parzialmente ostruito. Ne consegue un aumento di velocità dell’acqua in uscita dal filtro e un aumento della velocità di rotazione del mulinello, visualizzata dal raddoppio delle frecce arcuate.

La ripercussione di questo aumento fittizio del consumo è riportata nei due grafici basati su dati reali, relativi, ovviamente, sempre ad uno stesso nucleo familiare.

Nel grafico A sono riportati i consumi nel corso di 5 anni. Visti gli aumenti continui, gli stessi operatori di Umbra Acque chiedevano agli utenti se annaffiavamo una tenuta agricola…nel centro della città. Si aprì un contenzioso che finì così: gli utenti per un paio d’anni non pagarono una lira.

Nel grafico B, recentemente spedito per raccomandata ad Umbra Acque, è invece riportato l’andamento in euro delle bollette addebitate alla stessa famiglia del caso precedente diminuita, nel frattempo, di due persone. Nel grafico si tiene conto sia dei consumi fasulli, che delle regole e degli aumenti imposti dalla Società.

 

Un andamento simile riesce molto gradito ai fornitori. Tende, infatti, a instaurare un rapporto ideale con l’utenza. Con il passar del tempo, l’acqua erogata tenderà a zero, mentre il consumo fittizio e l’addebito reale tenderanno a infinito. Meglio di così… Potrebbe essere questo il motivo della testardaggine con cui, almeno in Umbria, la Società si rifiuta di fare la prova più semplice, diretta e sul posto, sull’attendibilità dei consumi segnati. Eccola: una volta sicuri di non scambiare i metri cubi con i litri, si verifica che non ci siano perdite nella rete che ci interessa controllare. Chiusi tutti i rubinetti e vietato a tutti l’uso momentaneo di bagni, lavatrici, lavapiatti ecc, dobbiamo vedere immobile anche la rotellina nera centrale. Fatto questo controllo e certi quindi che non ci siano perdite, il resto è banalmente ovvio. Si prende un contenitore dalla capienza nota (una bottiglia da un litro o da due, un boccione da 5 o altro) lo si riempie e si controlla quanta acqua risulta erogata dal contatore. Si ripete per sicurezza l’operazione e, ottenuto lo stesso risultato, avremo “testato” l’attendibilità del contatore con un errore di un decimo di litro in più o in meno.

 

Domanda: come si potrebbero evitare contenziosi simili e prove sull’attendibilità delle misure che leggiamo sul contatore?

Risposta: mettendo il filtro a debita distanza dal contatore e, possibilmente, in un tratto di tubo trasparente.

 

Paolo Diodati

 

 

 

Grafico A: letture trimestrali (tratto continuo in verde), semestrali (tratteggiato in rosso) e annuali (tratteggiato con punti in nero), relative agli anni ’80 e sempre allo stesso nucleo familiare.

 

Grafico B: addebiti in euro dal 2004 ad oggi, con ridotto nucleo familiare.


Foto allegate

immagine 1
grafico A
grafico B
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