ALITALIA. FINIRÀ COME CON LA SABENA
Sembra di vedere lo stesso film che portò la Sabena al fallimento del 2001 e poi alla nascita della nuova compagnia.
Tutto era abbastanza prevedibile dopo lo stop messo da Berlusconi all’acquisto di Alitalia da parte di Air France.
Di mezzo ci andranno i lavoratori, ma c’è da sperare che poi, poco a poco, molti potranno rientrare nella nuova società o nelle compagnie aeree che copriranno il vuoto lasciato dalla vecchia Alitalia.
Non dimentichiamoci che il mercato non lo fa Alitalia ma i cittadini che hanno bisogno del trasporto aereo per muoversi.
MORATTI. DALLA PARTE DI ALITALIA E NON DEI CITTADINI
Situazione patetica: mentre la Moratti si dichiara disposta a sacrificare Linate per rafforzare Malpensa nell’ottica del piano industriale della nuova Alitalia, Alitalia rischia il fallimento.
Non sarebbe meglio che la Moratti, mettendosi almeno per una volta dalla parte dei cittadini, anziché dalla parte delle cordate industriali, si preoccupasse di non togliere ai milanesi né Linate nè Malpensa?
Siamo di fronte ad un sindaco non liberale, che non crede nella concorrenza e continua a condizionare lo sviluppo dei nostri aeroporti al servizio delle logiche aziendali, prima della vecchia Alitalia e adesso di quella nuova.
Perché la Moratti non pensa a Linate e a Malpensa come due grandi opportunità per far volare i milanesi alle migliori condizioni, con le tariffe più basse possibile, attraverso tutte quelle compagnie che vorranno fare scalo nei nostri aeroporti.
Ma poi c’è dell’ignoranza o malafede: come si fa a pensare alla chiusura di Linate che è un aeroporto andato sempre in crescita, nulla togliendo alla crescita di Malpensa?
Roberto Biscardini
Segreteria nazionale Partito Socialista