Le manifestazioni si fanno per dialogare con l'opinione pubblica, per allargare il consenso, per informare, per manifestare – appunto – una proposta rivolta ad altri.
La manifestazione non è il luogo per esprimere rabbia, o peggio per approfondire il solco fra sé e gli altri.
L'iniziativa di sabato 13 settembre a Vicenza deve essere un momento di apertura e confronto con la città, ma rischia di trasformarsi in una ulteriore frattura.
Oggi l'obiettivo più importante è quello di raggiungere il quorum previsto per il referendum consultivo comunale del 5 ottobre, e di conquistare alle ragioni dell'opposizione alla base militare, il maggior numero possibile di cittadini.
La manifestazione di sabato, ha questo obiettivo?
Mi lascia molto perplesso il fatto che si voglia puntare sulla richiesta di dimissioni del questore, sulla protesta per le violenze avvenute la settimana scorsa. Forse sarebbe stato molto meglio convocare una giornata di informazione, per convincere i perplessi, i dubbiosi, gli scettici, i disinteressati. Si rischia invece di regalare tutti costoro al fronte favorevole alla base, se la manifestazione dovesse degenerare.
Il Movimento Nonviolento non promuove e non aderisce alla manifestazione che è impostata come una protesta e non come una proposta. Tuttavia, molti amici della nonviolenza, e singoli esponenti del Movimento Nonviolento, saranno presenti, per dare comunque un contributo positivo, pacificatore, dialogante.
Saremo presenti in città con materiali informativi, dialogheremo con i cittadini, i commercianti, i passanti. E in città resteremo anche alla fine del corteo. Non condividiamo che la conclusione sia stata prevista fuori città, per portare i tanti manifestanti nel luogo del presidio.
L'obiettivo da raggiungere domani è quello di con-vincere. Si vince solo se la maggioranza dei vicentini voterà per non avere la base militare nel loro territorio.
Mao Valpiana
(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 13 settembre 2008)