Egregio direttore Di Scalzo
e caro amico Claudio,
invio questa mia nota con la tristezza che sempre provo nel comunicare la fine di una stagione espositiva. Infatti, con la mostra che si inaugurerà sabato 13 settembre, anche per quest’anno si concluderà la Rassegna Incontri d’Arte - per inciso, la diciassettesima - alla Barbagianna, la casa che ho dedicato all’arte contemporanea.
Prevale comunque l’entusiasmo per aver ideato un nuovo evento che spero sia così coinvolgente da far dire: questa è stata la serata migliore di tutte… perché di solito succede così!
Ho invitato l’artista Caroline Gallois a progettare un percorso intorno al tema dell’alfabeto ed è nata la sua mostra intitolata “Voyelles” (Vocali).
Perché l’alfabeto? Beh, l’idea risale a otto anni fa, all’inizio nel nuovo millennio. Mi chiesi a lungo in che modo avrei potuto dare un segno a quell’inevitabile data, quale avrebbe potuto essere l’artificio editoriale per assecondare la mia voglia di dare origine all’anno 2000 con il gesto più semplice che un editore avrebbe potuto fare. Qual era stato il primo libro per tutti noi? Quello che ci aveva dato la chiave del verbo? L’Abbecedario.
Così ebbe inizio la collana di libri d’artista “ABBECEDARI per il 2000” che ogni anno di arricchisce di un volume realizzato in tre esemplari. Il formato è costante, cm 30 x 40, e le copertine sono realizzate dalla sottoscritta con le piante che si trovano intorno alla Barbagianna e che raccolgo durante vari periodi dell’anno. In questo modo ogni numero porta le tracce di un tipo di foglie o di fiori di un albero, di un arbusto, di un’erba “infestante”: papaveri, gramigna, olivo, gigli selvatici, tiglio… per ricordare il passaggio e il cambiamento. Ogni libro ha tre autori: un artista e due scrittori. L’idea portante è di far disegnare all’artista tutte le 26 lettere dell’alfabeto occidentale con la tecnica e nel modo che preferisce; a un poeta chiedo di scegliere le 26 parole da abbinare alle lettere dell’alfabeto con il criterio che siano le parole per lui più significative “da conservare” e quindi da portare nel futuro; al terzo autore chiedo invece di scegliere una sola parola così “odiosa”, un concetto così negativo che vorrebbe eliminare per sempre dal vocabolario e di scrivere una riflessione in merito.
Come ricorderai, caro Claudio, anche tu hai scelto una parola “da cancellare” per l’ABBECEDARIO n. 12 del 2005 e ne hai argomentato la profanazione cancellatoria.
Ebbene, siamo al numero 15 e la copertina di quest’anno è fatta con le foglie di quercia. La parola da cancellare è affidata alla scrittrice e filosofa Luciana Floris mentre le parole da conservare al poeta e scrittore Diego Manca.
L’artista Caroline Gallois mi ha confidato che la ricerca sulle lettere dell’alfabeto ha dato inizio per lei a una serie di scoperte, soprattutto dopo la rilettura della poesia di Arthur Rimbaud. Con stupore, anche per lei i segni diventavano suoni e i suoni colori…
VOYELLES - VOCALI di Arthur Rimbaud
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre nascite latenti:
A, nero corsetto villoso di mosche splendenti
Che ronzano intorno a crudeli fetori,
Golfi d'ombra; E, candori di vapori e tende,
Lance di fieri ghiacciai, bianchi re, brividi d'umbelle;
I, porpora, sangue sputato, risata di belle labbra
Nella collera o nelle ubriachezze penitenti;
U, cicli, vibrazioni divine dei verdi mari,
Pace di pascoli seminati d'animali, pace di rughe
Che l'alchimia imprime nelle ampie fronti studiose;
O, suprema Tromba piena di strani stridori,
Silenzi attraversati da Angeli e Mondi:
- O l'Omega, raggio viola dei Suoi Occhi!
Dopo la presentazione dell'artista da parte della critica d'arte Elda Torres e l'abituale cena sull'aia, che per l'occasione preparerò con specialità friulane, seguirà la lettura / concerto “Come il battito del battere dei denti” con testi e voce Roberta Bertozzi - musiche dal vivo di Stefano Fariselli; la scena verrà realizzata da Giordano Giunta, il tutto a cura di Calligraphie.
La mostra resterà aperta dal 13 settembre al 31 ottobre 2008.
Spero davvero che il prossimo anno ci ritroveremo ancora alla Barbagianna a conversare di poesia e d’arte con la redazione al completo di Tellusfolio e magari presentare il prossimo numero dell’annuario del 2009 di Tellus!
Alessandra Borsetti Venier
Qualche nota biografica
Caroline Gallois è nata nel 1954 da genitori francesi a Saigon (Sud Vietnam). Compie gli studi a Parigi, dove nel 1974 consegue la laurea in Scienze Economiche e nel 1978 il diploma in Scienze Politiche presso l’Institut d’Etudes Politiques. Tra il 1976 e il 1977 viaggia in Asia. Studia arte, dipinge e tiene mostre in Messico dal 1979 al 1986. Si trasferisce e vive a New York dal 1986 al 1996 dove riceve dei premi per la sua produzione grafica. Attualmente risiede e lavora a Firenze.
«La pittura della Gallois è incentrata sulla tematica dello spostamento da senso a simbolo (stimolata dai suoi continui viaggi attraverso il mondo) e sulla ricerca rappresentativa piuttosto che sul significato di ciò che viene rappresentato. Una ricerca visiva, a tutto campo, una sperimentazione permanente e che ha fruttato una produzione ampia e singolare. Un percorso internazionale, un lavoro sulla luce e sui materiali attraverso l’utilizzo di tecniche particolari». Giuliano Serafini da Bersaglio mobile in Gallois, Polistampa, Firenze 2008.
Roberta Bertozzi è nata nel 1972 a Cesena. Laureata in filosofia con una tesi in storia della critica, collabora con il mensile Poesia e con diverse riviste letterarie. Ha pubblicato la raccolta di poesie Il rituale della neve (Raffaelli, 2003) e sempre per lo stesso editore nel 2004 la plaquette levatrice. È presente nell’antologia La coda della galassia (Fara, 2005). Nel 2007 per la casa editrice peQuod di Ancona ha pubblicato il libro di poesia Gli enervati di Jumièges da cui è tratta la lettura /concerto presentata alla Barbagianna.
«Per un autore la lettura della propria opera rappresenta sempre una operazione sul tempo, un ripristino, un ripercorrere a ritroso, à rebours - un riconoscere pieno di falle e di sconcerto, di cadute e indugi. È questo l’attimo del divorzio definitivo, salvifico, dall’opera: il libro diviene un soggetto a parte, frontale, sottratto alla continuità di gestazione del momento creativo, definitivamente estraneo. Il ritorno nella voce riporta il testo, l’opera, nella sua iniziale apertura, transitoria e accidentale, storica e fortuita».
Stefano Fariselli, dopo aver studiato flauto al conservatorio di Pesaro, si avvicina giovanissimo alla musica jazz (sassofono tenore). A ventiquattro anni è ingaggiato da una delle più quotate orchestre italiane in Europa (Lello Tartarino) e lavora con questa in Svezia, Germania e Finlandia. A ventisette anni parte per New York dove partecipa a diverse jam session e studia con G. Coleman e P. Sanders. Si trasferisce poi a Milano dove collabora con alcuni musicisti, tra i quali W. Calloni, S. Cerri, A. Tavolazzi, P. Ghetti, M. Manzi, G. Bombardini, G. Capiozzo e P. Fariselli. Dal 1991 si dedica alla composizione e alla realizzazione di musiche per bambini (L’Albero Azzurro) e per documentari. Nello stesso anno partecipa insieme a G. Mattei, C. Fabbri e F. Petretti alla creazione del quartetto di sassofoni Ti Sha Man Nah, che all’attività concertistica alterna conferenze-concerto nei conservatori di Milano, Fermo, Adria e Cesena. Attualmente, oltre all’attività di musicista, compone e realizza musiche originali e arrangiamenti per progetti musicali e teatrali e svolge attività didattica in scuole private di musica.
Giordano Giunta è nato a Vercelli nel 1979 e vive a Longiano dove lavora come ideatore di prototipi in una azienda produttrice di plastica. Nel 2002 ha esposto alcune installazioni raccolte sotto il titolo di “Rond’occhi” presso la galleria d’arte “Zero” e presso la Galleria del Palazzo del Ridotto di Cesena. Nel 2003 partecipa a “Vernice art fair” di Forlì. Fonda nel 2003 Garageteatro, dando vita ad installazioni e performance. Realizza le scenografie e le macchine sceniche di Questa è la mia città (2002), È eretto (2003), Profilo (2003), Cuoio capelluto (2004), Ma dove siete vissuti tutti quanti? (2004), Romanzato (2005), La pesanteur (2005). Oltre all’attività svolta con Garageteatro ha di recente curato per la casa editrice peQuod di Ancona le copertine della collana “Happy Hour”.
Come si arriva: La BARBAGIANNA è situata a 500 metri sulle colline di Pontassieve (FI). Da Firenze sud, seguite l’indicazione per Pontassieve e percorrete la via di Rosano oppure la via Aretina; dopo il Piazzale Ruffino, prima della Stazione ferroviaria di Pontassieve, sul lato sinistro c’è un grande piazzale con un parcheggio: seguite l’indicazione per Fattoria di Grignano e percorrete la via di Grignano sulla collina per circa 4 km. Arrivati al secondo cancello della Fattoria di Grignano, prendete la strada sterrata che dopo 50 metri e tra due cipressi entra nel bosco. Dopo circa 700 metri sarete arrivati. Vedi piantina su www.tuttocitta.it
Orari: la mostra è visitabile su appuntamento.
La Barbagianna Via di Grignano 24, 50065 Pontassieve (Fi) Tel. 335 6676218
Morgana Edizioni Via dei Baldovini 4, 50126 Firenze
Tel. 055 6811728 info@morganaedizioni.it - www.morganaedizioni.it
