L’incontinente ministro della Difesa Ignazio La Russa, nella sua foga di dire la sua su tutto, incorre nelle ire del Quirinale. Ora si dirà, per metterci una toppa, che “a cercar la bella morte” c’erano persone animate da una carica di idealismo non meno rispettabile di quelli che li combattevano; e che in fatto di crimini, di spietatezza, anche dall’altra parte non fecero economia. Si fingerà di ignorare la questione che – anni fa – aveva ben centrato Vittorio Foa, all’analoga obiezione di Carlo Mazzantini, uno di quei ragazzi di Salò che ci aveva creduto, e per il resto della vita aveva poi fatto i conti con se stesso e la sua parte, senza risparmiarsi nulla. La differenza, aveva detto alla fine Foa, dopo aver ascoltato Mazzantini, «è che se aveste vinto voi, io non sarei qui a parlare, mentre avendo vinto noi, tu sei qui che puoi dire la tua». Ecco: la differenza è questa: che anche gli Ignazio La Russa possono parlare e dire quello che dicono.
Possono parlare e dire quello che dicono, gli Alemanno: che dopo aver proposto di dedicare una via di Roma a Giorgio Almirante, ora sostiene che il fascismo non fu il male assoluto, pur se – bontà sua – condanna le leggi razziali che il fascismo emanò. Bisognerebbe conoscerle, quelle leggi, quelle norme: perfino più dure, più spietate di quelle naziste. La fortuna fu che chi doveva applicarle non lo fece o lo fece in parte. Ma quelle leggi, che recano il sigillo di Mussolini e di Vittorio Emanuele III sono un’infamia di cui non si può e non si deve smarrire memoria. Poi, certo, ci furono altri “mali assoluti”. Ma una sommatoria di “mali” non sminuisce né attenua. Semmai pone ulteriori problemi e interrogativi: fascismo, nazismo, comunismo, sono tutti “figli” europei. E l’Italia ha dato il suo buon contributo.
C’è l’oggi quotidiano. La vicenda Alitalia, come la si può definire se non una grande truffa? Finirà, nel migliore dei casi, come per le acciaierie di Terni: un pool italiano che si era assunto l’onere e l’impegno di…, e poi è andata come è andata. I debiti della “Bad Company” graveranno sulla collettività, e avremo – se va bene – una compagnia di bandiera alle stesse condizioni che ci aveva offerto Air France.
Dalla “Grande Truffa” ai non meno grandi pasticci che sta combinando il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini; un grande agitarsi di cui si comprende solo che alla fine si farà un enorme favore alle scuole private, che in Italia sono le scuole gestite più o meno direttamente dal Vaticano; e questo è uno dei primi debiti che Berlusconi salda alla gerarchia. Del resto, che questo sarebbe stato lo si era compreso subito, quella visita in Vaticano aveva almeno il pregio della chiarezza. Scuola indietro tutta, si potrebbe dire: dal voto in condotta che farà media per la eventuale bocciatura, al “maestro unico”, bei capolavori, davvero.
C’è poi la storia dell’ICI: con un Umberto Bossi che deve fare i conti con lo scontento degli amministratori del “suo” Nord, che si vedono azzerata una quota importante di entrate; il ministro Calderoli che non trova di meglio che farlo passare per scemo dicendo da una parte che si tratta di una voce dal sen fuggita nella notte di Ferragosto, e che lui, piuttosto, si cosparge di benzina e si dà fuoco (e questo, ci si conceda la battuta, non è un’istigazione a ripristinarla, l’ICI?).
Il ministro dell’Interno Maroni si becca con quello della Giustizia Alfano: quei “braccialetti” per decongestionare la situazione nelle carceri proprio non va, Maroni chiede la garanzia che non ci saranno evasioni; chissà, il detenuto farà, prima, una dichiarazione giurata dal notaio? E si continua con il ritornello: “Costruire più carceri”; peccato solo che già ora ci siano una quantità di padiglioni, in carceri esistenti, che non sono operativi per mancanza di agenti della polizia penitenziaria (il corposo rapporto dei radicali dopo le ispezioni di Ferragosto bisognerà mostrarlo anche al ministro Maroni, così almeno, forse, parlerà di qualcosa che conosce).
Accendi la televisione, e a reti unificate ascolti il bollettino trionfante del ministro Tremonti che da Cernobbio snocciola i successi del Governo: Alitalia, ICI, immondizia a Napoli, ordine pubblico risolto con le pattuglie dell’esercito... Segue poi la notizia dell’ennesima rapina in villa, di un paio di stupri, di una tentata rapina finita nel sangue…
Confusionario, pasticcione, pericoloso. Questo è il governo Berlusconi. Dicono che è un problema di “percezione”; dev’essere senz’altro così. Di questo passo però non ci vorrà molto tempo per “percepire” davvero cosa sia il governo Berlusconi. Il guaio è che però si percepisce perfettamente cosa sono i loro oppositori… Bisogna riconoscerlo, Berlusconi ha una grande fortuna: un’opposizione che è alla sua altezza, e a sua volta fa a gara nell’esser confusionaria e pasticciona; con effetti non meno devastanti.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 9 settembre 2008)