Tracklist
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Pazzo il mondo
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Sì viaggiare (con Gianluca Petrella)
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Bocca di rosa
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La canzone dei vecchi amanti (con Stefano Bollani)
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Fronne (con Nicola Stilo)
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Io so che ti amerò (Eu sei que vou te amar)
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Anema e core
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Marinaio
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Two for one
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It had better be tonight
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The very thought of you (con Stefano Bollani)
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La pittrice di girasoli
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Una carezza in un pugno
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While my guitar gently weeps
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Crocodail (con Jacques Higelin)
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Km e dolori
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Basta un colpo di vento
Petra Magoni e Ferruccio Spinetti approdano dopo cinque anni dall'inizio della loro avventura all'etichetta jazz per eccellenza, la Blue Note, ricevendo così piena consacrazione e massima attenzione per la loro originale proposta. Fedeli al loro nome, scelgono un pugno di canzoni e le scarnificano, in un processo di sottrazione dove l'equilibrismo e il funambolismo tecnico uniti a sensualità e ironia completano un quadro di divertissement leggero e mai profondo. Praticamente la loro formula è il segreto del successo e nello stesso tempo il limite maggiore della loro musica. Difficile difatti immaginare una ulteriore produzione discografica con le stesse coordinate: se la proposta del duo dal vivo è vitale e divertente è grazie all'humor e alla capacità scenica, su disco invece, alla lunga le tinte divengono uniformi e le variegate ed eterogenee scelte invece che unificare il terreno di incontro lo frammentano e lo spezzettano. Paradossalmente in una scelta tanto radicale, voce e contrabbasso, è stata completamente esclusa la sperimentazione e la ricerca. Invece che scavare e rivoltare il tessuto armonico del materiale musicale i due si limitano a rivestirlo di nuovi tessuti e nuovi colori, tant'è che di jazz, nel senso più restrittivo del termine, ce n'è veramente poco nei loro album.
La tavolozza timbrica e tonale di Petra per quanto vasta è fondamentalmente imperniata su una perfetta intonazione dal tono tendente all'acuto, con scarse diversificazioni su altri registri. Il supporto di Spinetti è solido e fantasioso, ma lo stesso contrabbassista lucidamente in una intervista sull'ultimo numero di Jazzit parla di pausa di ripensamento per il duo. Il disco in oggetto è divertente e scontato, alla lunga un po' pedante, troppo eterogeneo e affollato da un eccessivo numero di influenze, dal Brasile agli chansonnier e poi Beatles, canzone napoletana fino a Battisti e Celentano. Ottimo il controcanto di Petrella in “Sì viaggiare”, divertente il ritmo sincopato scelto per “Bocca di Rosa”, imperioso Bollani in “La canzone dei vecchi amanti”, un brano di Jacques Brel che da solo vale l'acquisto dell'intero album. Il resto è classe e mestiere, humor e testi ricercati.
Non male naturalmente, a patto di accontentarsi di una musica non banale ma comunque di superficie, senza grande profondità ne peso specifico.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * *
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