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Rsa (residenze sanitarie assistenziali): cosa fanno i Comuni per non pagare! Interrogazione
03 Settembre 2008
 

Secondo la vigente normativa, la spesa relativa al pagamento delle rette di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) per soggetti con handicap permanente grave o ultra- sessantacinquenni non autosufficienti, è ripartita per il 50% a carico del S.S.N. (Servizio Sanitario Nazionale) e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali. Questo, come più volte segnalato dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), non succede quasi mai! Numerose famiglie che devono far soggiornare un proprio congiunto in una RSA, sono costrette a pagare l'intera spesa richiesta o a vedersi negato il rimborso di quanto indebitamente pagato.

La questione è normativamente intricata: la legge 328/2000 prevede che i Comuni possano chiedere un contributo percentuale secondo i parametri ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) riferiti alla «situazione economica del solo assistito». In realtà assistiamo ad una violazione continua e prolungata di questa legge 328/2000. I Comuni richiedono il pagamento dell'intero 50% della retta, che per legge dovrebbe essere da loro pagata, giustificandosi con i motivi più assurdi, come l'assenza dei regolamenti comunali finalizzati ad individuare la situazione economica dell'assistito o la mancata adozione di un Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) finalizzato ad «evidenziare la situazione economica del solo assistito» (qui si sfiora il paradosso giuridico: l'inerzia della Presidenza del Consiglio dei Ministri comporterebbe la disapplicazione di una legge ordinaria). Ma non basta: in caso di insufficienza del reddito dell'assistito, viene chiesto ai congiunti di quest'ultimo il pagamento di parte o dell'intera retta sulla base della legge 1580 del 1931 - Nuove norme per la rivalsa delle spese di spedalità e manicomiali... legge abrogata da norma uguale e contraria che espressamente esclude tale possibilità.

Per far luce su questa vicenda e permettere a tutti coloro che usufruiscono delle strutture RSA di avere i giusti rimborsi, insieme al collega Marco Perduca, abbiamo depositato un'interrogazione rivolta al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali (Sacconi, nella foto, ndr), per sapere quali provvedimenti di indirizzo e controllo intenda adottare al fine di garantire l'esatta applicazione della vigente normativa e la cessazione di queste prassi illegittime.

 

Donatella Poretti

 

 

Qui il testo dell'interrogazione


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