Svendita differita per Alitalia. Potremmo così definire l'attuale situazione della “nostra compagnia aerea”. Tolti i debiti, qualsiasi società diventa appetibile e, infatti, già tre compagnie aeree, Air France, Lufthansa, British, sono interessate all'Alitalia. E chi non lo sarebbe? Dell'accordo fallito, tra il governo Prodi e l'Air France, si è detto che era un'acquisizione (sindacati), anzi, una svendita (governo Berlusconi). A noi l'attuale proposta sembra una svendita differita. La cordata di imprenditori italiani, non usi al mestiere nel settore dei trasporti aerei, fa quello che hanno sempre fatto nelle condizioni storico-politiche del momento: profitto. Nulla di nuovo all'orizzonte, potremmo dire. Oggi qualcuno l'ha scoperto e se ne lamenta, scoprendo l'acqua calda.
A nostro avviso non ci sono imprenditori di destra e di sinistra, ci sono impresari che fanno i propri affari e nel caso di Alitalia li stanno facendo alla grande. Quando verrà il momento di incassare gli utili non se ne faranno, giustamente, scrupolo. Dunque se converrà, fra un anno o più, vendere Alitalia al miglior offerente, lo faranno sicuramente.
Si sostiene che la cordata è vincolata a non vendere l'azienda per cinque anni ma, ci risulta, che questo è un accordo interno ai soci (lock-up) non una clausola imposta dal governo. Se tutti i soci saranno d'accordo, la cessione di Alitalia a una compagnia “straniera” si potrà fare.
Insomma si tratta di una svendita differita. Oggi politicamente non conviene, domani (con la scarsa propensione alla memoria degli italiani) si farà. Chi ci avrà guadagnato saranno i “capitani coraggiosi”, chi perde e perderà saranno gli utenti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc