Venerdì , 15 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > Notizie e commenti
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Lucio De Angelis. A Sant’Alessio sull’Aventino due commedie di Pirandello
01 Settembre 2008
 

Anche per quest’estate fino al 10 agosto, i riflettori sono rimasti accesi al Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino sulla Compagnia de La Bottega delle Maschere. Per la decima edizione della Pirandelliana sono andati in scena a giorni alterni Il gioco delle parti ed Enrico IV.

 

I due testi di Luigi Pirandello, affidati alla regia, oltre che all’interpretazione di Marcello Amici, vedono l’affiatata partecipazione di: Marco Vincenzetti, Anna Varlese, Antonella Alfieri, Umberto Quadraroli, Andrea Volpetti, Riccardo Laurina, Carlo Bari, Pamela Del Grosso, Tommaso Carratelli, Micol Pavoncello, Giampaolo Filauro, Gianluca Blumetti. Le scene sono curate da Marcello Lu Vrau; i costumi da Natalia Adriani e il disegno luci da Gino Govi.

Nel Gioco delle parti Marcello Amici, quale scrupoloso regista ed attento lettore del dramma, ha voluto che l’attenzione dello spettatore, venisse polarizzata nei momenti più mostruosi di questo dramma borghese: la moglie volubile, l’amante superficiale e il marito indifferente.

E così quello che sembra solo il fastidio di un marito tradito, che manifesta una quasi svagata e distante indifferenza, è invece un metafisico calcolo che lo porta a maturare la sua perversa vendetta. Egli, apparentemente estraniato da ogni accadimento, lascia che la moglie Silia eserciti la propria bramosia sui propri corteggiatori. Ma è proprio quest’apatica rassegnazione del marito che rende feroce la donna, al punto di volerlo vedere morto.

Ella fa così in modo che il consorte debba sfidare a duello il bellimbusto ubriaco che si era comportato sconvenientemente nei suoi confronti, ben sapendo che costui è una delle migliori lame della città. Eppure chi mena il gioco non è lei, bensì il proprio marito che ne è fuori e può dirigerlo e concertarlo non secondo la fatalità della drammaturgia borghese, ma secondo l’estro e la giustizia superiori della grande immaginazione. Poiché è lui che regola ‘il gioco delle parti’, manderà l’amante della moglie a farsi ammazzare in vece sua, tirandosi indietro dall’impegno assunto all’ultimo momento, e costringendo l’altro, che si era proposto come padrino, a battersi al suo posto.

Leone Gala, non si presenta qui come un marito che escogita una vendetta crudele sull’adultera e non si propone neppure come il lucido sofista mondano che nasconde sotto la sfilza dei paradossi, l’angoscia della propria lucidità. Egli al contrario è il sereno creatore di un gioco terribile

 

Per l’altra opera pirandelliana, ricordiamo che Enrico IV fu scritta espressamente dal drammaturgo per Ruggero Ruggeri che ebbe a recitarla al Teatro Manzoni di Milano. Resta inoltre come uno dei testi maggiormente rappresentati dai grandi attori di ogni tempo. Colui che vive tra crudele verità e allucinante finzione, ha da sempre conquistato i più apprezzati attori e tra questi: Salvo Randone, Giorgio Albertazzi, Giulio Bosetti, Romolo Valli, Marcello Mastroianni. Adesso tocca a Marcello Amici interpretarla, riproponendo la singolare allegoria tra realtà ed apparenza, con tutta la lunatica follia di chi al buio di un’ottenebrata mente, alterna a momenti d’ira e di rancore, attimi di sconforto, di disperazione, di continuo malessere.

La vicenda, lo sappiamo bene, parla di un nobiluomo che rinsavito dopo dodici anni di effettiva follia, si rifiuta di tornare tra la gente cui era legato. Inserendosi d’improvviso in quest’aristocratico ambiente, egli farebbe la figura di un mendico intorno ad una mensa apparecchiata. Avendo per di più ucciso l’uomo che fu responsabile della sua sventura, egli sarà costretto a farsi pazzo per tutta la vita, onde evitare il peggio. Ma il suo inganno dopotutto, rappresenta la sola possibilità del proprio esistere; quasi un’invenzione, addirittura un prodotto dell’immaginazione. La grandezza di Pirandello sta oltretutto nell’aver messo in scena l’alienazione, in un tempo in cui (1922) la psicanalisi veniva considerata ancora quale scienza nascente.

 

Nel dipanare le due storie, la regia non ha mai dimenticato che Pirandello è l’autore del più acuto saggio sull’umorismo. Le risate di Leone Gala e di Enrico IV ne sono la firma autografa, falsa e vera, liberatrice ed amara, spontanea e provocatoria. L’ingranaggio delle due messinscena viene esposto in tutta la sua evidenza metaforica, l’asciutto contenitore mentale è reso visibile con effetti di magico realismo che oscilla tra Kafka e Buñuel, con i tempi, il battere e il levare, dell’uomo del Caos.

 

Lucio De Angelis

(da Notizie radicali, 1° settembre 2008)


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy