È il terzo dito di Bossi che va in quel posto all'82% degli italiani che hanno una casa, dove abitano, di proprietà. La prima volta fu contro l'inno nazionale, lui che è ministro della Repubblica Italiana, la seconda volta è stato per “supportare” l'Alitalia a scapito degli utenti, come dice Ryanair, la terza è per l'emendamento notturno alla manovra finanziaria che annullava, di fatto, le pensioni sociali, manovra poi ripensata. Ora, a distanza di poche settimane il terzo dito di Bossi, per la quarta volta, tenta di fregare gli italiani, leghisti compresi. Il ministro Bossi vuole ripristinare l'ICI, la tassa più odiosa, quella sulla casa di proprietà, dove si abita. Se c'era una cosa buona fatta dall'attuale Governo è stata proprio l'abolizione dell'ICI, tra l'altro promessa in campagna elettorale. I suoi, e qualche sindaco furbo, di destra e di sinistra, si sono affrettati a rimodulare la proposta definendola “razionalizzazione delle tasse esis tenti sulla casa”.
L'allora candidato premier, Silvio Berlusconi, aveva promesso, sempre in campagna elettorale, che non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani, già oberati da una tassazione sui redditi elevatissima, alla quale si erano aggiunti gli aumenti delle addizionali regionali e comunali. Uno dei motivi che contribuirono alla caduta del governo Prodi fu l'eccessiva tassazione sui redditi.
Cosa vuol proporre, ancora, il ministro Bossi, la tassazione sulla macinazione del grano e dei cereali? Ricordiamo che la tassa sul macinato portò alla crisi e alla caduta della Destra storica nel lontano 1876. Rinfrescare la memoria serve sempre!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc