Nell'esprimere la solidarietà a Dante De Angelis (foto), macchinista e delegato per la sicurezza, il lavoratore licenziato dalle FS, dichiaro la preoccupazione e contrarietà nei confronti del clima d’intimidazione e vera e propria vendetta, comune peraltro a molte altre realtà, creatosi contro un lavoratore che non ha fatto nulla di più del proprio dovere che invece di girarsi dall'altra parte ha evidenziato i gravi problemi avvenuti sugli Etr.
È assurdo che le Ferrovie e la sua dirigenza anziché preoccuparsi delle condizioni in cui viaggiano i nostri treni e quindi della tutela dei cittadini-viaggiatori, si mettano a perseguitare il dipendente anziché premiarlo, unitamente ai lavoratori che si occupano di sicurezza.
È stato chiaro che il licenziamento di De Angelis, pur colpendo duramente un singolo lavoratore che ha posto al servizio della collettività la propria esperienza, è un colpo che Trenitalia vorrebbe infierire a tutti i ferrovieri ed i macchinisti che si battono per la sicurezza.
Quanto accaduto è di una gravità inaudita poiché nel licenziare un delegato per la sicurezza nei luoghi di lavoro nel pieno svolgimento del proprio mandato, vengono colpiti ed intimiditi tutti gli altri lavoratori.
La consapevolezza generale dei motivi che sono alla base del licenziamento e il fatto che non si può buttare per strada il futuro e la vita di una persona semplicemente perché ha espresso liberamente alcuni giudizi e critiche nell’interesse della collettività, spiegano il mio coinvolgimento e la mia solidarietà verso la vicenda di De Angelis.
Secondo me, componente del Dipartimento tematico nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, abbiamo tutti il dovere di rispondere in modo adeguato a questa sfida, richiedendo il reintegro immediato di Dante De Angelis.
Giovanni D’Agata
Dip. “Tutela del Consumatore” Italia dei Valori