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Ecumenici. Solidarietà a Famiglia Cristiana 
Appello di Pierangelo Monti
17 Agosto 2008
 

La newsletter Ecumenici, principale gruppo di discussione laica in Italia per ogni Fede vivente, si rende conto dell’importanza del dibattito intorno alla polemica sollevata dagli organi governativi contro Famiglia cristiana e fa proprio l’appello del suo lettore Pierangelo Monti, assicurando che sono molte le lettere che ci pervengono in redazione per una chiara presa di posizione in favore del periodico.

Come protestante non posso non dire agli amici cattolici di Famiglia cristiana continuate a seguire il Vangelo e non le sirene del potere.

L’amore di Cristo non può essere compensato dalle monete di Cesare!

Pace e Grazia

 

Maurizio Benazzi

Redazione di Ecumenici

 

 

 

Cari amici,

vi scrivo in merito alla polemica di questi giorni tra Famiglia Cristiana, governo, Vaticano e organi di stampa. Mi sembra una questione rilevante, da non lasciare cadere.

Gli editoriali di Famiglia Cristiana, in particolare i due dell’ultimo numero - 33 del 17 agosto (li trovate qui: 1 e 2, ndr Tf) – critici verso l’operato del Governo Berlusconi, hanno suscitato un acceso dibattito a vari livelli.

Sulla decisa presa posizione del principale settimanale cattolico c’è stato due giorni fa anche un intervento del direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Lombardi, che si presta a differenti interpretazioni: infatti giornali e telegiornali hanno riportato la notizia tirandone la valenza a destra o sinistra, per influenzare il giudizio specialmente dei cattolici.

 

Già più di un mese fa ho scritto così al direttore di Famiglia Cristiana, per esprimere il mio apprezzamento per gli articoli del suo settimanale, contrari al pacchetto sicurezza del Governo, decisamente xenofobo e militarista: «Sono d’accordo con voi sia come cittadino che come cattolico, cioè in nome della Dichiarazione dei diritti umani e della Costituzione, che ricordiamo nel 60° della loro proclamazione, e in nome del Vangelo. Per troppo tempo si è sottovalutato la strisciante subcultura dell’avversione alla diversità culturale e religiosa, l'avidità materiale, la paura di perdere i privilegi propri di chi vive nella ricca Europa. La maggioranza del popolo italiano, formato dalla televisione, sta dando retta ai politici che antepongono alla solidarietà fraterna e all'uguaglianza dei diritti, la sicurezza della proprietà privata. Così anche il ceto medio-basso della nostra società pensa che a minacciare la giustizia e la pacifica convivenza non sarebbero i ricchi, che si sono presi e prendono gran parte dei beni della Terra, ma i poveri, gli oppressi, coloro che faticano a sopravvivere.

Infatti i ricchi extracomunitari vengono accolti, mentre gli stranieri, poveri cristi, che arrivano in Italia senza ricchezze, sono respinti: oggi anche la famiglia di Gesù di Nazareth, in fuga dal suo paese, sarebbe respinta alla frontiera. Ho letto che i cattolici praticanti, in quanto a pregiudizi negativi e scelte di interventi verso immigrati e Rom, non si differenziano dagli altri. Questo è veramente grave.

I seguaci di Cristo non dovrebbero forse amare tutti, farsi ultimi e servi di tutti, a imitazione del Figlio di Dio, che, per realizzare il regno di giustizia e di pace, da Dio si è fatto uomo? Vi incoraggio dunque a continuare nell’opera di formazione delle famiglie cristiane, senza tentennamenti, senza farvi bloccare dalle critiche dei benpensanti benestanti».

 

Don Antonio Sciortino mi ha risposto ringraziando per il mio incoraggiamento, aggiungendo che «altri hanno scritto inviando solo insulti e invitando a boicottare Famiglia Cristiana». Questo scriveva il direttore un mese fa.

 

C’era da aspettarsi che arrivassero giudizi e pressioni sul più diffuso giornale cattolico, che i sostenitori della destra al governo vorrebbero favorevole alla linea governativa o al di fuori della politica. Perciò, a fronte della decisa critica antigovernativa di Famiglia Cristiana, i tanti organi d’informazione filogovernativi, hanno presentato faziosamente e ipocritamente la dichiarazione di Padre Lombardi addirittura come scomunica, censura, presa di distanza dalla rivista.

Letteralmente il portavoce del Vaticano ha detto: «Il settimanale Famiglia Cristiana è una testata importante della realtà cattolica ma non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana. Le sue posizioni sono quindi esclusivamente responsabilità della sua direzione».

Vedete come i titoli dei giornali hanno dato l’informazione ai lettori: Il Giornale di ieri titolava: «Attacchi al governo, il Vaticano scomunica Famiglia Cristiana: “Non parli per la Chiesa”», poi cominciava così l’articolo: «Dopo le tirate contro il “presidente spazzino”, il “paese da marciapiede”, contro “l'inutile gioco dei soldati” e sui timori di “”rinascita sotto altre forme del fascismo” arriva, pesante come un macigno, la reprimenda del Vaticano. Una presa di distanza che, al di là delle interpretazioni, ha il sapore aspro della censura». Anche Il Tempo parla di «scomunica ufficiale della rivista dei Paolini» nell’articolo titolato «Famiglia Cristiana isolata dalla stampa cattolica» (poi però non dice quale). La stampa del 14 agosto titola «Famiglia cristiana, stop del Vaticano. La Santa Sede prende le distanze dopo l'affondo del settimanale dei Paolini». Rainews 24: «Il Vaticano a Famiglia Cristiana: non è la nostra linea, né quella della CEI. Il Vaticano prende le distanze da Famiglia Cristiana e dai suoi scontri con il governo». Panorama: «Il Vaticano scarica Famiglia Cristiana: non parla a nome della Santa Sede». Stesso titolo aveva l’articolo de Il Manifesto di ieri.

Dopo questi interventi e quelli dei politici del Pdl soddisfatti per le parole di P. Lombardi, il direttore di Famiglia Cristiana ha commentato all’AGI: «Mai ci siamo sognati di rappresentare ufficialmente il Vaticano o la Cei, che hanno i loro organi ufficiali di stampa: l'Osservatore Romano e l'Avvenire. La dichiarazione di padre Lombardi è formalmente corretta, noi come Famiglia Cristiana ci muoviamo in perfetta sintonia con la Dottrina Sociale della Chiesa. Manifestiamo il nostro libero e autonomo giudizio sui fatti di attualità e di cronaca ma siamo sempre stati perfettamente allineati con il magistero della chiesa. Chi vuole portare questa dichiarazione della Santa Sede come una sconfessione di Famiglia Cristiana in toto credo faccia una operazione scorretta».

 

Giustamente Don Sciortino nelle scorse settimane, dicendosi meravigliato delle reazioni del centrodestra, ha rivendicato ha spiegato la sua posizione come un «diritto dei singoli cittadini a valutare il governo sui singoli provvedimenti» in libero dibattito e libero confronto. Questa del resto è sempre stata la linea di Famiglia Cristiana, e, come ha detto il suo condirettore don Giusto Truglia, «quando ce la prendevamo con il centrosinistra, i parlamentari che adesso si stracciano le vesti lodavano Famiglia Cristiana».

A questo punto credo sia necessario un chiarimento da parte del Vaticano e della CEI, perché le parole del direttore della sala stampa della Santa Sede «Famiglia Cristiana non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della CEI», possono essere un’ovvia precisazione di competenze, ma anche una presa di distanza, quasi a dire che la linea di Famiglia Cristiana non è quella del Vaticano, come hanno scritto nei titoli Il sole 24 ore, il Corriere della sera e L’unità.

Spero che le gerarchie ecclesiastiche neghino di volere censurare la linea editoriale di Famiglia Cristiana e anzi ribadiscano i principi evangelici della nonviolenza, dell’equa distribuzione dei beni, della difesa degli ultimi e della libertà di espressione. Perché questi sono i valori in gioco in questa querelle.

 

Nel ribadire il mio appoggio a Famiglia Cristiana, mi unisco ai messaggi di solidarietà inviati da alcuni missionari Comboniani e da Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace.

 

Invito anche voi a fare altrettanto, inviando un messaggio al direttore [direzionefc@stpauls.it] o alla redazione [famigliacristiana@stpauls.it].

 

Cordialmente.

 

Pierangelo Monti

(da Newsletter Ecumenici, 17 agosto 2008)


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