La Val Tarten non è più la stessa. Se sia meglio o peggio dipende dal punto di vista, ma di certo le grandi opere pubbliche degli ultimi anni hanno scritto la parola fine della millenaria storia dei Tartanesi* e dato inizio alla non-storia del “mordi e fuggi”. Ben poco rimane dell'antico splendore della valle e le invidiate contrade sono state trasformate in luoghi di sosta e di parcheggio.
I molti milioni di soldi pubblici stanziati per la messa in sicurezza e il riassetto idrogeologico del territorio sono stati spesi per fare tutte le strade possibili con muraglie, muraglioni e briglie di cemento armato un po' ovunque sul fiume Tarten. Da anni la valle è un cantiere a cielo aperto e ci sono ancora le frane da riparare e i boschi da pulire e i canaloni che scendono ripidi dai monti fanno paura tanto sono ingombri di materiale.
E, nonostante l'abbondante pioggia di denari che si è riversata a lungo sul Comune di Tartano, non c'è un sentiero adattato alla vocazione turistica della valle che pure è situata nel cuore del Parco regionale delle Orobie. La storica mulattiera della Val Corta è stata completamente cancellata per far posto ad uno stradone tanto largo quanto inutile per una valle disabitata. I sentieri acciottolati con cura dagli avi del Giro delle Contrade della Val Lunga sono stati distrutti per la costruzione di un anello stradale a servire la speculazione.
L'enorme muro eretto alla Biurca, che è costato un occhio della testa, restringe l'alveo dle fiume e impatta la valle. Sempre nella contrada Biurca, in località Gàvet è stato costruito un altro muro più alto che largo. Si è dovuto inchiodarlo alla roccia per sostenere una soletta di cemento armato sporgente sul fiume. L'opera appare buffa.
Le Autorità e i vari enti pubblici preposti alla conservazione, cura, tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale, artistico, paesaggistico e naturale della valle sembrano proprio non avere occhi per vedere.
Il buono e vecchio amor del mio paese non c'è più.
Luciano Angelini
(da 'l Gazetin, luglio-agosto 2008)
* Il nome Tarteno è già nella famosa Tabula Peutingeriana del IV sec. d.C.