per Sara
Sul tessuto da officina, unto di catrame e geometrico di fabbricati, la mensa immersa nel prisma del mezzogiorno; la Mecca di queste otto ore, obelisco di specchio e geroglifici nel cuore della fabbrica. M’infrango nel luccichio delle sue vetrate. Lo Swarovsky graffiato, il quarzo cavato… Oppure la vetrina che m’attrae e vorrei regalarti, tesoro mio…
Francesco Osti
a L.C.
Ha corso tra i tavoli l’odore, abbarbicato nei vestiti e nei capelli,
nelle portate, schiacciato nell’acciaio del pass. Luca ha corso fino a noi
gridando i piatti del giorno, prima che i colori delle pelli dei senegalesi
dei bianchi, degli albanesi si svuotassero nei tavoli della sala da pranzo.
Non abbiamo perso tempo, io e te parlavamo senza sentire i cuori
nel rumore delle stoviglie, nel colore unico delle bocche e dei discorsi.
Poi si salutavano tutte le persone e i sorrisi si fermavano sui visi,
nello stomaco i cibi alimentavano le ultime parole
fino alla fine della pausa, Luca ci ha rincorso con negli occhi
quella luce che semina l’inverno appena inoltrato.
Massimo Bevilacqua
Materiali per la manutenzione. –Vinicio Capossela, album Ovunque proteggi. –Juana Molina, album Rara. –Antonio Riccardi, Gli impianti del dovere e della guerra, Garzanti 2004.
(da 'l Gazetin, gennaio 2007)