PECHINO - La “desertora” vuole tornare a casa. A Cuba, il paese che ha lasciato sette anni fa: una fuga in Italia, per sposare il suo amore, trovare una nuova cittadinanza. Ma ora Taismary Aguero deve rientrare per forza: la madre è in fin di vita, non si può più aspettare. La trascinatrice della nazionale italiana pallavolo partirà nella notte cinese, verso un destino che non conosce nemmeno lei. Primo scalo a Madrid, alla ricerca di un visto. Seconda tappa Cuba, con tante, troppe incognite. Con molta paura, ed il timore di poter essere persino arrestata.
Tai Aguero era la colonna del volley cubano che vinse l'oro alle Olimpiadi di Atlanta '96 e di Sydney 2000. Il 19 giugno 2001 la sua famiglia si radunò all'aeroporto per accoglierla, ma lei non c'era. Dopo qualche settimana arriva una lettera: sono rimasta in Italia, vi tengo nel cuore.
A quel punto inizia la seconda vita della Aguero, come donna e come giocatrice. Una storia che culmina con il trionfo nella Coppa del mondo, lo scorso novembre. Una schiacciatrice implacabile anche contro Cuba, che decide di affrontare all'ultimo istante dopo una vigilia di tormenti. «La mia casa ormai è in Italia» dice: a Perugia. Tai, nata il 5 maggio '77 a Sancti Spiritus, sentiva da tempo nostalgia della madre Dulce Fedora, che vive nel paesino di Mayajigua, nemmeno seimila abitanti a 360 chilometri dall'Avana. La Fipav stava lavorando per ottenere un visto turistico per la donna anziana e malata: se Tai non poteva tornare a Cuba, si poteva tra mille difficoltà provare a portare la mamma in Italia. Niente da fare, ma la pessime notizie sulle sue condizioni di salute piombano a Pechino quando la Aguero è ormai alloggiata nel villaggio olimpico.
Il programma di questa trasferta lampo prevede che la giocatrice torni in Cina il 14 agosto, in tempo per la fine del girone eliminatorio e per gli eventuali quarti di finale, saltando solo le partite con Russia, Kazakhstan e Algeria, ma il suo viaggio è pieno di incognite. Tai voleva essere a Cuba già due anni fa, per il funerale del padre. Allora non la lasciarono rientrare. Questa volta sembra decisa ad andare fino in fondo.
Mattia Chiusano inviato di Repubblica
(da Repubblica.it, 6 agosto 2008)