Sarei imperdonabile se finissi la triplice lode a Puduhepa senza evidenziare che il nome del dio Sharruma (n. 44) contiene il nome di Roma.
Credo che sia stato confezionato ad hoc da Puduhepa traendolo dal nome originale di Sargon, l’iniziatore della stirpe degli Accadi, rimasto come modello di ‘re perfetto’ che la Bibbia ci fa conoscere con questo nome.
Il nome accadico originale di Sargon è Sarru kin, che significa “il re è legittimo”: scopo di tutta l’operazione di incisione dei Massi di Yazilikaya è sostenere la legittimità dell’imperatore degli Ittiti.
Il MA sostitutivo di kin è qui, in sumero, la madre di Tudhaliya IV, Puduhepa, dal momento che l’espressione completa per madre è A MA, ‘seme di madre’ (‘cocco di mamma’, scherziamo - nda).
Sarru compone l’accado SHA, utero ed il sumero RU, sacro –[da cui RU SA, rosa, come abbiamo visto]- reso attivo (SHAR) con la R finale, lettera polygamma datrice di vita.
La scansione SHAR RUMA mette in evidenza Ruma.
Ciò in Oriente.
Qui in Occidente, il nome di Roma come Ruma è stato individuato dall’archeologo Carlo De Simone che l’ha decifrato leggendolo su di una tomba [dal libro Roma].
Varrone Reatino Marco Terenzio (116-27 a.C.), nel libro XIV di Antiquitates, rerum divinarum scrive “in diva Rumina mammam parvulo immulgeat” dove la diva Rumina spreme al bimbo la mamma. Sottolineo Rumina con la lettera ‘u’ che in seguito diventerà ‘o’, proprio come il cognomen etrusco di Virgilio Maru, ‘sacerdote-giudice’, diventerà in latino Maro, reciproco per sillabe di Roma.
Il nome SHAR RUMA è dunque l’evidenza nominale che si aggiunge al tempo, all’epatoscopia, al lustro… Tutto ciò da una puttana imperiale, a correggere l’idea ‘indoeuropea’ dominante, perché falsa.
Carlo Forin