In questo momento, tu dove sei? Se puoi leggere questa, forse stai abbastanza bene, o hai qualche problema sopportabile. Stai lavorando, oppure sei in vacanza? Spero che tu stia benissimo nel corpo e nello spirito.
Ti invito a fare quello che sto facendo io: un lavoro di immaginazione, per immedesimarci nella situazione di due piccoli esseri umani, in tutto degni come noi.
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Siamo due bambini in viaggio su un'auto. Siamo a Kandahar. Guida la macchina il nostro papà, oppure uno zio, o un amico di famiglia. Andiamo a trovare dei parenti, oppure ci portano in giro per non lasciarci soli a casa. Chi guida non si accorge di un chekpoint Isaf, oppure crede di potere passare senza problemi. Ma... ora i soldati della Nato sparano! Hanno paura di un attentato, credono che noi siamo un'autobomba. Ahi! Io ho sentito qualcosa, qui, sì, mi hanno colpito. Anche tu sei colpito. Fa male, sempre di più. A me esce tanto sangue. Anche a te, vedo. Abbiamo dentro così tanto sangue?
Nessuno ci aiuta... Papà al volante sembra morto. Avevamo sempre paura, ecco che è successo. A me gira tanto la testa. Non sento più tanto male, ma mi sento debolissimo. Tu hai chiuso gli occhi: mi senti ancora? Siamo due bambini, potevano stare attenti...
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Questo accade, questo si fa. Proprio questo. Cento, mille volte, in mille posti e momenti, su mille bambini, uguali ai nostri bambini.
Questo si fa.
È il 6 agosto. Hiroshima continua, in mille luoghi.
Ciao,
Enrico Peyretti