È ottima la notizia che dal prossimo anno nelle scuole secondarie tornerà l'insegnamento di quella che una volta era chiamata “Educazione civica”, materia ribattezzata in “cittadinanza e Costituzione”. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini (foto) al termine del Consiglio dei ministri. Nonostante le jurassiche discussioni sui grembiuli/divise e la pessima reintroduzione del 7 in condotta come elemento sufficiente per la bocciatura, spero solo che questa “nuova” materia abbia il giusto rilievo e non sia “cenerentola” come quando –educazione civica– si insegnava anni addietro nelle scuole.
A questo punto, però, c'è da fare una grande riflessione, che coinvolge tutti: siamo sicuri che, come dice l'articolo 1 della Suprema Carta, la Repubblica debba essere ancora quella fondata sul lavoro? Cioè siamo sicuri che il compromesso che fu trovato nel 1947 tra democristiani e comunisti,* debba essere ancora l'elemento fondante su cui incentrare l'insegnamento agli studenti? Ammesso che un Paese libero e democratico nel 2008 debba ancora avere la Costituzione, non è meglio che sia uno Stato democratico di diritto fondato sulla libertà e sul rispetto della persona?
La riflessione che propongo non è una cosa di poco conto o solo lessicale: stiamo parlando dei principi base da comunicare a chi domani ci governerà, ci amministrerà e continuerà –me lo auspico– a fare ricco il nostro Paese. Per questo lancio un appello per la considerazione e valutazione di un mio disegno di legge in materia che ho depositato lo scorso 5 maggio.
Sen. Donatella Poretti
parlamentare Radicale-Partito Democratico
* Non «Repubblica dei lavoratori», come proponeva Palmiro Togliatti, non «fondata sui diritti della libertà e i diritti del lavoro» come proposero Ugo La Malfa e Gaetano Martino, ma «fondata sul lavoro» come mediò Amintore Fanfani.