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Alberto Frizziero. A Tellus Folio. Soppressione BIM: un piccolo quesito
Sondrio. Palazzo Sertoli Guicciardi, oggi sede del BIM dell
Sondrio. Palazzo Sertoli Guicciardi, oggi sede del BIM dell'Adda 
31 Luglio 2008
 

Sulla questione soppressione dei BIM invierò un ampio dossier in fase di definizione. Intanto però voglio porre un piccolo quesito a quanti sono per questa tesi.

Come pensate di tutelare i diritti che sono dei Comuni (sentenza Corte Costituzionale 38/65) e ovviamente non trasferibili?

In oltre 50 anni sono stati strenuamente difesi nel Tribunale delle Acque, nei Tribunali Regionali delle Acque, nei TAR, avanti il Giudice ordinario, in Cassazione, in Corte Costituzionale, da continui attacchi di chi non voleva pagare il dovuto. A latere lobbies varie in Parlamento.

Via i BIM i produttori idroelettrici, scorgendo un roseo domani, riempirebbero di Dom Perignon gli artefici della novità!

Novità certamente hanno da esserci ma di ben altro tipo, magari sulla strada che avevo già cominciato a percorrere al tempo della mia presidenza al BIM, un Ente che, guarda caso, dopo la calamità ha fatto risparmiare 1.000 (diconsi mille) miliardi di denaro pubblico cosa che altri Enti – “quelli non inutili” – non sarebbero riusciti a fare. Agenzia snella e che operi sulla base del quadro giuridico consolidato non della prassi, sbagliata, consolidata. Mi riferisco al rapporto con le CC.MM.

 

Quando si prendono decisioni per il futuro è bene pensarci non due ma duecento volte, e faccio in proposito un esempio chiarissimo.

Oggi tutti tuonano contro quello schifo di capannonite che ha colpito il fondo valle a latere della statale 38. Giusto. Qualcuno tuona contro le aree produttive – industriali e artigianali – che in provincia sono ormai 98. Giusto. Come mai tutto questo? Se fosse entrato in funzione il piano della Comunità Montana unica, il meglio allora prodotto in Italia e qui con il concorso di tutti, non sarebbe successo perché le aree erano in tutto 13 di cui solo 7 quelle importanti. I capannoni non ci sarebbero. E perché non è entrato in funzione? Perché è stato assassinato con l’assassinio della C.M. unica, divisa in quattro. Senza pensare al futuro allora non si è dato retta a chi di noi sosteneva che sarebbero andate al diavolo una serie di cose: il piano, l’intesa CM Magistrato del Po Regione ENEL per il piano della Selvetta (non ci sarebbe stato il disastro del 1987!), la SS 38 dopo i primi due interventi (Tartano e Sernio-Mazzo andati in appalto un anno e mezzo dopo l’incarico di progettazione e senza nessun problema ambientale), i Bagni di Bormio eccetera. Ci fu un pressing politico che alla fine la spuntò, qui e in Regione. I risultati sono lì da vedere. Del resto passò poco tempo e l’allora consigliere regionale Natale Contini fu il primo, di molti, a fare autocritica riconoscendo che la divisione della CM unica era stata un grosso errore su tutta la linea.

 

Siamo in una situazione analoga.

Se volete sopprimere il BIM chiarite prima come risolvere i nodi essenziali.

Il primo quello dei diritti, ma ce ne sono altri, pericolosi e anzi uno dei quali pericolosissimo. E magari tenendo anche conto di qualche recente fatterello come quello della proroga decennale delle concessioni. Una volta data con il contentino ai Comuni di risorse aggiuntive – invece di far fare la proposta ai richiedenti in modo da evitare quello che poi è successo – i concessionari si sono rivolti alla Corte Costituzionale che ha dato loro ragione. E adesso rivogliono indietro i soldi dai Comuni.

 

Alberto Frizziero, Sondrio


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