Pochi sono i libri necessari. Questo lo è. Ho un solo rammarico, averlo avuto dalle Edizioni Raetia di Bolzano, quando ormai il nuovo annuario-Tellus 27 è in stampa, (Dalla Torre Pendente alle Alpi, viaggi e altri viaggi) altrimenti il viaggio di quest’uomo coraggioso, malato di sclerosi multipla, gliela diagnosticarono trent’anni fa, che assieme alla moglie ha girato e gira il mondo, non rinunciando allo sguardo e all’incontro con la gente del mondo, sarebbe stata una presenza tale da poter fondare anche un discorso sul viaggio mentre il corpo nega ad arti e organi di muoversi. Cavini, con la moglie Silvia, che da quando lui è costretto sulla sedia a rotelle, (per anni si è affidato alle stampelle), lo tira in lungo e in largo dalla Cina all’Africa agli Usa, tanto di meritarsi l’affettuoso nomignolo di “mula”, mette a frutto la sua sapienza giornalistica, lavorava al Giorno e alla Rai, e l’incisività dello scrittore di viaggio. Semplicità del lessico, forza delle immagini, riflessioni quasi aforistiche sull’esistenza sua e soprattutto degli altri.
Quando non viaggia vive a Merano con la famiglia e dei felini. (cds)
Qui di seguito un capitolo del libro che, con il permesso dell’editore, proponiamo ai lettori-navigatori.
IL PONTE DI LONDRA
Gli americani sono matti. Questo lo sanno tutti, ma nella loro pazzia hanno degli straordinari colpi di genio del tutto ignoti a noi del vecchio mondo.
La Silvia ed io, dopo essere passati da Oatman ed aver dato le mele agli asini, stavamo scendendo verso il sud seguendo il Colorado in direzione di Yuma. A metà strada circa si passa da Lake Havasu City dove c’è il Ponte di Londra e dove contavamo di fermarci a dormire.
Il Ponte di Londra è proprio un ponte che fino ad una quarantina di anni fa attraversava il Tamigi. Stava diventando vecchio e allora gli inglesi, anziché distruggerlo, lo hanno messo all’asta.
Unici concorrenti (e chi vorrebbe comprare un vecchio ponte?) due americani che l’hanno smontato pietra su pietra, le hanno tutte numerate e le hanno caricate su una nave che le ha portate a S. Francisco. Lì sono state poi caricate su quaranta o cinquanta camion che hanno attraversato il deserto di Mohave e le hanno infine deposte sulle rive del Colorado River, là dove una delle molte dighe che rubano l’acqua a quel grande fiume forma un lago, il Lake Havasu. Nel 1971. ad inaugurano, è venuto perfino il sindaco di Londra. In un primo tempo era stato costruito sulla terraferma, poi un ramo del Colorado è stato deviato ed ora sotto vi scorre l’acqua, facendo rivivere il vecchio ponte. «Oggi sono proprio stanco di guidare — ricordo di aver detto. — Ci fermiamo a Lake Havasu City e così facciamo un paio di foto anche al Ponte di Londra». Il ponte non lo abbiamo visto perché si era fatto buio, ma non abbiamo trovato neppure una stanza: tutti gli alberghi ed i motel erano occupati da tempo. Sul lago infatti si stavano svolgendo i campionati mondiali di non so quale specialità motoristica. I due “matti” che avevano comprato il ponte spendendo un mucchio di dollari sapevano il fatto loro: milioni di americani si sono infatti precipitati a vedere il Ponte di Londra e così sulle rive del Lake Havasu è sorta una città piena di alberghi, di residence e di campeggi, divenuta in brevissimo tempo un affollatissimo centro balneare. Se allora erano milionari, adesso i loro eredi sono per lo meno miliardari. Noi però siamo andati a dormire molto, ma molto più a sud. Era tardissimo e pensavamo di dover andare a letto senza cena quando ci hanno indicato una pizzeria che stava chiudendo. «Quanto la volete grande la pizza?». «Media» abbiamo risposto. Abbiamo continuato a mangiare pizza per i tre giorni successivi.
La casa editrice, con la quale siamo lieti di scambiarci, ha un catalogo molto ampio e diversificato - e prossimamente recensiremo di Norbert Lantschner: Casa clima, Vivi in più - che è possibile consultare su: www.raetia.com