Con l'estate e la vita all'aria aperta, si vengono a conoscere episodi del rapporto cane/umano che spesso non sono confortevoli come, invece, quello del cane del calciatore Totti che ha salvato una vita umana sul litorale romano. Si tratta di episodi in cui tutta l'assenza di cultura e informazioni in materia dimostrano che perdurare nell'attuale situazione serve solo a farsi male tutti, cani e umani.
Prima di tutto c'è da segnalar il fatto che si tratta di episodi (morsicature, etc.) accaduti anche altre volte ma che mediaticamente, siccome causati da cani che non fanno parte della lista di quelli pericolosi dell'ex-ministro Turco, hanno avuto meno risalto: un pastore tedesco che morde una bimba è bene, per chi in modo incompetente ne dà notizia, non venga sottratto al mito del cane buono perché quello dei poliziotti nelle fiction tv, mentre un pitbul, anche se solo abbaia più forte, è bene criminalizzarlo perché la leggenda lo presenta quasi essenzialmente come il cane dei delinquenti. Evidentemente, trattandosi di due esseri viventi entrambi appartenenti ai cosiddetti animali domestici, sono entrambi governabili dagli umani e, qualunque cosa accada, la responsabilità è da ricercare negli umani che li possiedono.
Sbaglia a nostro avviso chi crede di poter affrontare il problema con l'imbarbarimento del rapporto cane/umano. Lo dimostra il fatto che tutti questi anni in cui c'è stata la lista dei cani potenzialmente pericolosi, con relative assurde restrizioni per la circolazione nei luoghi pubblici (guinzaglio e museruola, insieme e non alternativamente come noi auspichiamo) non è accaduto nulla che frenasse le morsicature, sia dei cani appartenenti a questa lista che di altri.
A nostro avviso ciò accade perché non è stato affrontato il problema come dovrebbe: inserire la vita degli animali domestici nella nostra e, come per esempio accade per i bambini (con le enormi deficienze che molti genitori patiscono), attrezzare la società per accoglierli, ovunque.
Questo lo ha capito la sottosegretaria al Welfare Francesca Martini, che ha più volte fatto sapere di voler abolire alcune delle restrizioni della lista dei cani potenzialmente pericolosi e aprire la nostra società ad una migliore convivenza con questi e con tutti i cani. Noi siamo qui a sollecitarla, ad invitarla a decidere senza indugi, perché le sue intenzioni potrebbero essere un buon metodo per rispondere agli attuali disagi e per evitare che gli stessi si trasformino talvolta in tragedia. Anche perché c'è bisogno di indirizzi nazionali su cui muoversi, altrimenti la fantasia di diversi amministratori locali nell'imporre divieti assurdi e penalizzanti umani e cani, non avrà più freno: amministratori che spesso sembrano come quelli di condominio che vietano il transito dei cani negli spazi comuni, senza porsi il problema degli anziani che vivono con questi animali.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc